Dead Island: Riptide – Provato

Siamo andati a Londra per sperimentare l’effetto monsone sugli zombie e provare in anteprima per voi il prossimo titolo di casa Techland.

Allo showcase organizzato da Kochmedia e Deep Silver in una fredda e ventosa Londra per la presentazione della line-up 2013, ho avuto l’occasione di sperimentare l’effetto ciclone tropicale sul nuovo capitolo della serie Dead Island, dilettandomi poi con qualche titolo ancora “top secret”, di cui vi parlerò diffusamente nei prossimi giorni. In attesa di potervi svelare cose (sono stato minacciato con tanto di machete insanguinato), la mia attenzione si è focalizzata sull’atteso spin-off dell’affetta zombie che mescolava una struttura da FPS con elementi da GdR e un’ambientazione da survival horror, pubblicato da Techland nel 2011.

Deep Silver, in seguito al clamoroso successo del primo Dead Island (preceduto da una campagna “virale” senza precedenti) aveva messo subito in cantiere un possibile sequel, dopo un paio di DLC non propriamente azzeccati. Il nuovo Riptide non cambierà la formula vincente del primo episodio, ma aggiungerà ancora più carne da maciullare sulla griglia degli amanti degli zombie, oltre a qualche gradita innovazione alla struttura di gioco. Anche perché nel settore videoludico vige il motto “squadra che vende non si cambia”, e Techland sembra averne fatto tesoro.

Dead Island: Riptide punterà tutto sull’azione più sfrenata e su uno stile gore che più gore non si può. Nonostante la presenza di una campagna single player, il cuore dell’esperienza di gioco sarà ancora una volta la modalità cooperativa, che vedrà cinque giocatori (di cui quattro umani) legnare di santa ragione tutti i non morti che si incontreranno sul paradiso tropicale che fa da scenario alle vicende dei protagonisti. Il gioco inizierà laddove si era concluso il primo episodio, ovvero con i quattro superstiti che stanno per naufragare – un’altra volta – su un’isola infestata da zombie.

Anche in Riptide non mancheranno bestioni dalla pellaccia dura come il marmo.

TOWER COOPERATIVO
Ho avuto l’opportunità di provare un livello in modalità cooperativa con Anthony Cardahi, il Creative Producer del gioco, che mi ha spiegato passo per passo alcune delle feature più interessanti di Riptide. Come i più appassionati fan della serie sapranno già, al gruppo dei sopravvissuti è stato aggiunto un nuovo personaggio, John Morgan, un ex soldato delle forze navali americane a dir poco devastante nei combattimenti corpo a corpo grazie a un speciale uncino. Chiaramente, non ho perso l’occasione di provare il cuoco della nave (non vi ricorda il buon Steven Segal, in un suo famoso film?) nei venti minuti che mi sono stati concessi in compagnia del Creative Producer di cui sopra, con risultati di smembramento decisamente esaltanti. Purtroppo, invece, non ho avuto accesso alle varie skill di potenziamento e di sviluppo del personaggio e, a parte una mazza da baseball “costruita” per l’occasione, non ho avuto modo di provare altre caratteristiche del sistema di crafting.

Una delle novità più strombazzate dal team di sviluppo è la possibilità di difendere – in alcuni missioni – il proprio hub (dove si potranno raccattare quest secondarie, sviluppare il proprio personaggio e fabbricare arsenale bellico) sull’isola come in un classico tower defence. Alla prova dei fatti, la difesa del territorio si è limitata al posizionamento di alcune reti da protezione (con tanto di filo spinato) in alcuni punti strategici del villaggio: gli zombie, chiaramente, non si sono arresi e hanno fatto breccia nel nostro fortino, costringendo comunque il gruppo alla solita mattanza a colpi di trigger di non morti. L’idea in sé non mi è dispiaciuta, anche se le ondate di carne da macello che abbiamo affrontato erano “numericamente” possibili da fronteggiare. Nel complesso, si tratta di un’aggiunta che potrebbe garantire quel pizzico di varietà a un gameplay che non brilla certo per creatività, ma onestamente mi sarei aspettato qualcosa di un po’ più consistente.

DIREZIONE SPARATUTTO?
Pur non volendo trasformare Dead Island: Riptide in un classico sparatutto in prima persona, il team di sviluppo ha deciso di potenziare la sezione dedicata alle armi da fuoco. Se non ne potete più dei combattimento corpo a corpo a base di mazze chiodate, coltelli, machete e via dicendo, un fucile a pompa o una pistola faranno sempre più comodo per sterminare orde intere di zombie. Pur non avendo potuto sperimentare in prima persona l’efficacia dell’arsenale bellico in dotazione ai naufraghi, gli sviluppatori ci hanno deliziato con un livello giocato da loro, ambientato su una nave militare. È stato divertente vedere il già citato John Morgan affrontare e sterminare con precise raffiche di pallettoni zombie su zombie, mentre l’imbarcazione stava andando letteralmente naufragando.

Siamo comunque ai Tropici, e quindi la vegetazione rivestirà un ruolo essenzale nel look dello scenario.

MONDO SOMMERSO
Riptide punta forte su un preciso elemento: l’acqua. Oltre a introdurre un sistema dinamico che tenterà di simulare in modo realistico le condizioni climatiche nell’arcipelago (durante una forte tempesta, ad esempio, la visibilità sarà piuttosto limitata), l’acqua è servita a Techland per aggiungere una nuova dimensione al gameplay di Riptide, ovvero la possibilità di muoversi sfruttando alcune imbarcazioni per esplorare nuove aree. Anche in questo caso non ho potuto provare questa feature in modo diretto, anche se mi sono comunque fatto un paio di nuotate e ho combattuto immerso nell’acqua, contro pletore di zombie affamati di carne umana. Con la scusa dei monsoni tropicali, il team di sviluppo ha letteralmente allagato diverse aree (tra cui alcune palafitte, in perfetto stile villaggio turistico alle Maldive), complicando non poco movimenti e interpretazione della situazione da parte dei giocatori. Non mancano, poi, spostamenti sui veicoli a quattro ruote (con spargimento di sangue zombie à la Carmageddon), né nuovi nemici da affrontare; nello specifico, mi sono dovuto difendere, scappando poi a gambe levate, da un schifosissimo ciccione non morto, capace di eruttare parti del suo corpo putrescenti… una vera schifezza!

TANTO GORE
Ho provato Dead Island: Riptide su Xbox 360, ma l’ho anche visto girare su PC ben carrozzato. È innegabile che siano stati fatti dei passi in avanti da un punto di vista tecnico, anche se non è che abbia visto nulla di particolarmente clamoroso da farmi restare a bocca aperta. La resa dell’acqua, così importante in Riptide, è sicuramente migliorata rispetto a quanto visto nel predecessore (la pioggia, invece, meh…), così come il frame rate è parso più solido. Lo stile grafico e l’atmosfera sono comunque quelle di due anni fa, con animazioni discrete e abbondanti mutilazioni di zombie: insomma, gore che più gore non si può!

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