Pochi, pochissimi videogiochi hanno il pregio di aver inventato un genere, o almeno esserne diventati la colonna portante, il punto di riferimento per antonomasia. Presente quando, per spiegare un titolo a un amico, ce ne usciamo furbamente con “dai, è un gioco a là Civilazion”? Basta una sola parola e immediatamente tutto è chiaro. I giochi paragonati ai capisaldi del genere difficilmente riescono a ritagliarsi una propria identità, finendo spesso classificati come tristi cloni degni di qualche bundle a pochi spicci. Ebbene, amici, vi faccio questo preambolo perché Skyshine’s BEDLAM in effetti… NON è un videogioco che ha inventato un genere. Però posso dirvi tranquillamente che è un titolo a là FTL. Bene, la preview è finita, è stato un piac… Come non detto, Kikko e il suo machete non sono d’accordo. Continuiamo!
AMMIRATEMI!
Scherzi a parte, se avete avuto il piacere di volare da una parte all’altra della galassia con FTL vi troverete subito a vostro agio, se invece non sapete di cosa stia parlando (eretici, rimediate quanto prima!), basteranno pochi attimi per capire le poche, semplici e dannatamente funzionali regole che caratterizzano l’ultimo nato in casa Versus Evil: il mondo ormai è spacciato, e l’ultima speranza per l’umanità è costruire un’enorme blindocisterna (ok, non si chiama proprio così, ma rende bene l’idea!) in grado di trasportare la popolazione rimasta attraverso le aride terre di Bedlam, governate da quattro pericolose razze pronte a farci le scarpe. Lo scopo di questo disperato viaggio? Raggiungere la mitologica Aztec City, un luogo utopico in cui ritrovare pace e prosperità. Fidatevi, è assolutamente una missione suicida. E a noi piace proprio per questo motivo!
Dentro al petto di Skyshine’s BEDLAM batte un fiero cuore da roguelike: le partite sono crudeli, brevi e piene di sofferenza, e lo scopo dell’opera è provare e riprovare l’esperienza dall’inizio facendo tesoro dei nostri errori e, perché no, invocando la Dea Bendata. Grazie a una forte componente procedurale è a dir poco difficile incappare in situazioni di deja vù, anche se almeno per il momento (ricordiamoci che siamo davanti a un’anteprima) tra una corsa e l’altra certi eventi si sono ripetuti sin troppo spesso. Proprio come nello spazio, anche nelle Wastelands è fondamentale organizzare minuziosamente il proprio viaggio verso la libertà: ogni spostamento difatti prevede il consumo di carburante e cibo, beni che come potete immaginare scarseggiano fin troppo nei sabbiosi territori post-apocalittici, e non sarà affatto raro trovarsi di fronte alla scritta Game Over per esser rimasti senza benzina nel bel mezzo di una provincia ostile.
WHAT A LOVELY DAY!
Ai due beni sopracitati si aggiungono anche celle d’energia, fondamentali per migliorare il nostro carro corazzato tramite un abbozzato sistema di ricerca e per sfruttare armi e abilità speciali sul campo di battaglia, e i passeggeri, popolo da portare alla salvezza e, all’occorrenza, da sfruttare come merce di scambio. Le cose si fanno tremendamente più interessanti quando giunge il momento di menare le mani. Il nostro equipaggio iniziale è composto da sei unità per ognuna delle quattro classi disponibili nel gioco: i Frontliners, soldati robusti e veloci ideali per prendere schiaffi e percorrere lunghi tratti di terreno, ma dalla debole capacità offensiva limitata al corpo a corpo; i Gunslingers sono ottimi pistoleri che si muovono poco ma che compensano con un buon raggio di fuoco; i Trenchers sono una via di mezzo tra i due sopracitati, ma armati di fucile a pompa in grado di far anche arretrare gli avversari; infine i Deadeyes sono letali cecchini praticamente immobili e fin troppo simili al tonno in scatola (sono talmente deboli che si tagliano con un grissino) ma che se posizionati nel luogo giusto possono far saltare teste da distanze estreme.
Prima di ogni incontro abbiamo la possibilità di organizzare la squadra, portando con noi fino a sei membri a nostro piacere, ricordandoci però che meno soldati avremo sul campo, più alte saranno le ricompense finali (e vi assicuro che quelle poche unità di carburante fanno la differenza tra la vita e la morte). Ahimè per il momento non c’è differenza tra unità della stessa classe, a parte i veterani che, dopo aver compiuto un paio di uccisioni, avranno un ottimo miglioramento alle statistiche. Spero vivamente che nei mesi a venire si crei più eterogeneità tra i vari soldati, anche per favorire il mai abbastanza lodato processo di affezione a qualche membro in particolare. Lo stesso discorso vale per gli equipaggiamenti: non mi dispiacerebbe che qualche soldato si ritrovi con armi e armature speciali, perché ora come ora i vari membri sono sacrificabili senza troppi grattacapi.
Il campo di battaglia somiglia a una strana partita a scacchi, in cui il giocatore è chiamato nel proprio turno a eseguire solo due azioni, che siano muovere un soldato o attaccare un nemico.
All’inizio non vi nego che può risultare abbastanza ostico, ma in pochi minuti si prende facilmente la mano e il tutto risulta assolutamente funzionale e divertente: posso muovere due unità, oppure muoverne una due volte, o spostarne una e attaccare sempre con quella o con un’altra, e così via. Lo stesso ovviamente vale anche per il nemico: anche se la squadra avversaria è composta dal doppio dei nostri uomini, l’AI potrà comunque fare due, e solo due azioni. Che è cosa buona e giusta. Tenendo d’occhio le varie caselle esposte al fuoco nemico, dovremo agire senza mettere a repentaglio la vita del nostro equipaggio (che puntualmente non avverrà). Abituatevi subito all’idea di sacrificare qualche uomo per un bene maggiore! Infine, per creare il giusto quantitativo di caos e macelli, sappiate che dopo qualche turno la squadra nemica entrerà in modalità Blitz, mandando a quel paese le regole sopracitate: non perdete quindi tempo inutilmente e cercate di chiudere in fretta i vari scontri!
IN CRESCITA!
L’anteprima finisce qui: la prima oretta di gioco ero a dir poco entusiasta di Skyshine’s BEDLAM, vuoi per l’ambientazione post-apocalittica che strizza l’occhio a Mad Max, vuoi per la sua anima roguelike a là FTL che ho amato alla follia; purtroppo però l’entusiasmo è andato man mano scemando, e ancora sono necessarie diverse modifiche per fornire al titolo Versus Evil l’epicità che si merita: è possibile giocare con ben cinque fazioni, ma al momento, a parte le statistiche del carro corazzato, durante la partita non cambia altro. Il fatto che un cecchino mutante sia identico in tutto e per tutto a un cecchino robot mi ha un po’ demoralizzato. Sono presenti unità Elite da unire alla propria squadra, ma credo sia necessaria qualche varietà in più tra le classi disponibili (e anche qualche ritocco, dato che reputo i cecchini più una zavorra che un asso nella manica). In modalità facile l’AI è fin troppo arrendevole e non concede spazio ad alcuna sfida, ma per fortuna le cose migliorano drasticamente a difficoltà normale. Insomma, non mi rimane che attendere con ansia la versione finale, magari con qualche ritocco che migliori la già divertente esperienza provata fino a questo momento, che BEDLAM ha le potenzialità per diventare una droga di prima categoria. Forza Versus Evil!