Arslan: The Warriors of Legend – Anteprima

arslan

Hiromu Arakawa è un nome che sovente viene collegato a Fullmetal Alchemist, la serie manga, e poi anime, che racconta le vicende di Edward Elric, l’Alchimista d’Acciaio, e di suo fratello Alphonse, rilegato a vivere come un’anima senza corpo all’interno di una armatura per un errore di valutazione di suo fratello maggiore. Dopo il successo ottenuto con Fullmetal Alchemist, che a oggi conta anche due serie anime, di cui una fedele all’evoluzione del manga e un’altra che si concede maggiori libertà narrative, Arakawa è arrivata alla realizzazione di altre serie, tra cui Hero Tales e Silver Spoon, fino all’ultima: Arslan Senki, in Italia arrivato sotto il nome de La Leggenda di Arslan. Ispirata alla serie di romanzi scritta da Yoshiki Tanaka, iniziata nel 1986 e ancora in produzione, la serie oltre a esser stata adattata in un manga e in due film d’animazione con tanto di quattro OAV, ora si appresta a sbarcare anche nel mondo del videogioco, ovvero Arslan: The Warriors of Legend. Lo abbiamo provato negli studi di Halifax pochi giorni fa, con un codice preview messoci a disposizione per testare il musou che racconta le vicende del Principe Arslan.

 

A DIFESA DI PARS

Arslan, l’erede al trono del regno di Pars, deve contrastare l’assalto della nazione confinante della Lusitania. Suo padre, Andragoras, è vittima di un complotto tramato dai suoi fedeli seguaci, ed è costretto così a schierare sul campo di battaglia suo figlio, con l’esercito guidato dal fedele Daryun, al fine di liberare il suo paese. Con loro anche Narsus, Elam e Farangis, insieme con il musico errante Giv, chiamati tutti a comporre un esercito atto a liberare Pars dalla minaccia dei lusitani guidati da Silvermask, un misterioso quanto minaccioso generale. Va da sé che, pur non sapendolo a priori, il genere che meglio si sposa con tale narrazione è quello del musou, targato tra l’altro Koei Tecmo, che ha affidato lo sviluppo a Omega Force. L’impianto è chiaramente mutuato da tutti gli altri titoli che annualmente vengono proposti all’interno di tal genere, che si tratti di One Piece o di Samurai Warriors, senza dimenticare Dynasty Warriors, capostipite della più recente tradizione. Affidandoci quindi a un solo combattente per volta, ci troveremo a dover sbaragliare ingenti eserciti avversari, tutti arricchiti e rimpinguati da qualche generale, sporadico, più ostico da combattere: tutti gli avversari, come consuetudine, non rappresentano un pericolo eccessivo, tanto da rendere la difficoltà minima. Qualcuno direbbe che la difficoltà inesistente è prerogativa e caratteristica principale di un musou, ma nel recente One Piece Pirate Warriors 3 nelle modalità che si distanziavano dalla storia principale è stato possibile apprezzare un livello di difficoltà ben sopra la media del genere, con non poca sorpresa, ma tanta soddisfazione.

Demo 3

Superato il tutorial, quindi, che ci permette di apprendere in maniera fin troppo lenta e pedissequa quelle che sono le meccaniche che sarebbero in ogni caso di facilissima intuizione e di immediata comprensione anche senza una spiegazione, ci ritroviamo subito sul campo di battaglia. Arslan ha dalla sua la possibilità di unirsi al suo fedele destriero, richiamabile semplicemente con R2: la legnosità, però, dell’azione di salire e scendere da cavallo è abbastanza fastidiosa, essendo un comando legato al tasto che corrisponde anche al salto. Pur essendo, quindi, in prossimità del vostro destriero potreste, nella concitazione del momento, riscontrare non pochi problemi a far capire ad Arslan, o chi per egli, che volete salire in groppa al cavallo e non saltare in testa a un nemico. Il combattimento a cavallo è comunque abbastanza fine a se stesso, senza una grande utilità, visto che tutti gli attacchi vengono decisamente depotenziati e ne gioverete soltanto nell’ottenere degli spostamenti più rapidi. Il cavallo, però, rappresenta il requisito minimo essenziale per poter attivare il Mardan Rush, una carica a cavallo formata da centinaia di alleati che vi permetterà non solo di assaltare le forze nemiche, pronte a esser sbaragliate, ma anche di distruggere barriere realizzate da nemici corazzati o da strutture messe in piedi proprio dai vostri avversari. Chiaramente tale azione per poter essere attivata ha bisogno di alcuni elementi ambientali favorevoli e non può essere utilizzata in ogni momento della battaglia: per farlo, infatti, dovrete attendere la comparsa di una zona blu sulla mappa, una sorta di vortice che vi indica di dovervi recare in quel punto per potervi lanciare nell’azione desiderata. Inoltre la durata è abbastanza breve, quindi va dosata e soprattutto va compresa l’utilità ultima, ovvero quella di soddisfare gli obiettivi indicati, senza temporeggiare per sbaragliare le forze avversarie.

 

LA DIFFICOLTA’ DI INNOVARSI

Durante la nostra prova abbiamo avuto la possibilità di testare tre personaggi diversi, tenendo ben presente che la nostra scelta è stata obbligata per necessità di trama, senza avere piena libertà di scelta, come invece avviene in molti dei musou disponibili sul mercato. Oltre ad Arslan, che ci è sembrato essere il più forte con la spada, abbiamo avuto modo di testare il già citato Daryun, armato di lancia, con il quale abbiamo affrontato anche una boss battle: scarna, e anche abbastanza noiosa, la battaglia ci ha richiesto dapprima di infrangere lo scudo del nostro avversario, per poi avere qualche secondo a disposizione per colpirlo con le canoniche mosse, relegate a due tasti azione più le speciali da attivare con R1 o con il tasto cerchio. Entrambe sono legate necessariamente a una barra gialla, apposta sotto la barra che indica la salute, e che si ricarica a ogni colpo inflitto ai nostri avversari. Tale barra, come abbiamo constatato nel nostro procedere con l’avventura, ha anche la possibilità di aumentare, così da poterci concedere più mosse speciali da compiere: il suo accrescimento è chiaramente legato al nostro level up, a sua volta dipendente dagli avversari sconfitti di battaglia in battaglia grazie a un sistema di punti EXP, visibili dal menù di pausa. Dallo stesso menù sarà possibile anche modificare i nostri personaggi, affidandoci a un sistema che si basa sulle carte, la più inflazionata delle feature ultimamente utilizzate all’interno dell’industria videoludica: chiaramente da approfondire in sede di review, le carte erano catalogate per livelli, da A a C, e permettevano anche la creazione di altre, partendo sempre da una base pre-costituita. Una specie di fusione, insomma, che richiede, però su un massimo di dieci carte da poter fondere un minimo di cinque da cui partire. L’equipaggiarle significava modificare le statistiche del nostro combattente, ma avendo un codice preview non completo tra le mani non abbiamo approfondito eccessivamente la variazione della loro forza e le reali e tangibili modifiche che venivano apportate.

Demo 2

Graficamente, infine, Arslan: The Warriors of Legend ricalca perfettamente quello che è lo stile di un anime, del suo anime: l’uso del cell shading è intenso, ma la scelta è quantomai giustificabile e apprezzata, per poter permettere a tutti i fan del manga e dell’anime di ripercorrere quelle che sono le vicende narrate dall’autrice. Ovviamente le ambientazioni hanno un dettaglio molto scarno, l’interazione con le stesse è a livelli bassissimi, ma è giustificato d’altronde sia da quella che è la tradizione del genere sia dallo sforzo cui è chiamato comunque il motore grafico nel dover muovere più di alcune centinaia di elementi a schermo senza incappare in rallentamenti. Nemmeno i momenti più concitati ci hanno consegnato incertezze da parte del prodotto, che riesce a essere fluido e a non incespicare. Le battaglie, inoltre, sono intervallate da ottime sequenze, probabilmente troppo lunghe, ma che faranno felici i fan chiamati a rivivere l’esperienza completa e interattiva, soprattutto là dove le voci saranno le stesse dell’anime giapponese. A tal riguardo segnaliamo la presenza del doppiaggio in lingua originale, ma sottotitolato esclusivamente in inglese: non si hanno ancora informazioni precisa riguardanti una possibilità presenza dell’italiano, almeno nei menù, ma da qui al 16 febbraio, data d’uscita del titolo su PlayStation 4, PlayStation 3 e Xbox One, ci sarà modo di scoprirlo e approfondire il tutto.