Dirt Rally – Hands On

Negli studi di Koch Media, pochi giorni fa, abbiamo continuato il nostro percorso di studio di quelli che sono i titoli di simulazione sportiva. Se i nostri passi si sono imbattuti di recente in MXGP2 e poi in Trackmania Turbo, le skills che abbiamo dovuto rispolverare sono quelle legate al rally, che con Sebastien Loeb Rally EVO avevamo affinato e perfezionato. Siamo infatti andati a provare Dirt Rally, la nuova declinazione dello sport più infangato e imbrattato di sempre, quasi al pari della motocross. Il che ci ha fatto risentire un po’ come se fossimo nuovamente sul circuito di Losail, a Doha, in Qatar. Pronto ad arrivare il prossimo 5 aprile su PlayStation 4 e Xbox One, Dirt Rally è disponibile già da qualche mese su PC, ma la versione console promette di soddisfare tutti i fan del rally sprovvisti di un i5 e rispettiva RAM che si rispetti. La nostra prova è stata effettuata su una sempre opportuna postazione Thrustmaster.

Pikes_208_06_B

RALLY, COME MAI PRIMA D’ORA

La produzione porta la firma di Codemaster, che già dalle prime battute ci fa capire che stavolta ci troviamo dinanzi a quello che è il loro miglior prodotto nel mondo rallystico, senza ulteriori indugi, puntando a offrire un’esperienza completa. Quello che subito notiamo e che va immediatamente ad avallare la nostra teoria prodotta nei primi secondi di gioco, è che in Dirt Rally c’è poco spazio per l’arcade: non esistono i rewind, che stanno caratterizzando la maggior parte dei titoli di corsa e di simulazione disponibili in questa generazione, da Forza Motorsport a Sebastien Loeb, per l’appunto; quindi ogni minimo errore ci comporterà a subire una penalità o, in caso di danno irreparabile, a essere costretti ad abbandonare il veicolo e ritirarci dalla corsa, finendo ultimi in classifica con un pesantissimo Non Classificato. Tale situazione ci spinge a essere precisi, a non rischiare in curva, a controllare i nostri movimenti, perché le penalità partono tutte da 13 secondi in su, a seconda del danno che abbiamo arrecato al nostro veicolo, e una tale somma di secondi significa davvero tantissimo e influisce altrettanto su quelle che sono poi i risultati finali. Allo stesso modo non si corre contro altri avversari, pertanto non ci saranno sportellate, fatto salvo nel Rally Cross, una delle tre categorie proposte nei campionati: il vostro unico avversario sarà il cronometro, che si erge a giudice delle vostre capacità, segnandovi il ritardo, o il vantaggio chiaramente, a ogni intertempo sul circuito, diviso nella consueta barra laterale, a sinistra, che si colorerà di rosso o di verde a seconda del risultato ottenuto. Due elementi che per quanto possano sembrare pochi, rappresentano già da soli un boost importante dal punto di vista qualitativo per il prodotto, che ci fornisce anche un importante assistente di guida, che può, col tempo, anche migliorare la propria esperienza.

[quotedx]Il loro miglior prodotto nel mondo rallystico, senza ulteriori indugi[/quotedx]

Il team a nostra disposizione infatti – e qui incappiamo dinanzi al primo esempio di come Dirt Rally si proietti molto più avanti di Sebastien Loeb Rally EVO, diretto concorrente di quest’anno – può essere potenziato e migliorato. In base a un semplice e mero conteggio dei chilometri percorsi, avremo modo di intensificare il rapporto con i nostri assistenti e ingegneri, sbloccando degli slot incentivi: potremo così guadagnare maggior velocità disponibile nella riparazione dei danni subiti, spendendo i crediti accumulati di gara in gara per acquistare i potenziamenti del nostro assistente o di tutti gli altri membri del team, che possono arrivare a un massimo di quattro, con l’ultimo slot che si sbloccherà dopo aver superato i mille e più chilometri di corsa. Oltre a potenziare i membri che già abbiamo in squadra potremo anche ingaggiarne degli altri, o rinnovare il contratto a quelli che già ci sono stati forniti, tenendo presente che ogni accordo si basa esclusivamente sulle tappe da correre insieme. L’esperienza dei nostri ingegneri è facilmente intuibile: averli più preparati e più rapidi nelle riparazioni ci permetterà di poter ovviare a delle problematiche maggiori prima dell’inizio della gara, ma l’aspetto che non abbiamo approfondito è cosa effettivamente cambia nel miglioramento del nostro assistente di guida, già di per sé preciso nel fornirci le chiamate delle curve, che possono anche essere impostate, nelle preferenze del gioco, per anticiparle o posticiparle a seconda della nostra reattività. Se pensate, però, che l’ingaggio di nuovi membri del team possa essere sterile ed esclusivamente un vezzo sappiate che vi state sbagliando, perché ognuno di essi avrà delle statistiche che porterà in dote alla firma del contratto con il vostro pilota, modificando tutti i vari dettagli di competenza del team e di conseguenza dell’efficacia, per esempio, del Turbo, dello Scarico, del Cambio, dell’Albero Motore, dei Freni e così via, con delle proiezioni in tempo reale di come cambierebbe la vostra struttura di volta in volta.

Greece_Lancia037_2_A

Oltre a un parco auto decisamente corposo, che comprende vetture che vanno dagli anni ’70 a oggi, troverete anche delle ambientazioni rallystiche di tutto rispetto, che tra l’altro non cedono il passo al nazionalismo che aveva spinto Milestone a proporre la tappa di Sanremo, oramai non più a calendario: per chi persegue quel realismo purissimo e una riproposizione di un calendario fedele all’originale non può che essere un punto a favore per Codemaster, ma dall’altro lato, essendo il nostro un pubblico italiano, non possiamo disdegnare la presenza di qualcosa di nostro, perché, si sa, l’italiano anela sempre l’Italia e il patriottismo. Dalla Grecia al Galles, dalla Svezia a Montecarlo fino alla Finlandia, possiamo rintracciare più di 70 prove speciali, alcune delle quali ricostruite partendo da tracciati reali del campionato di mondo. Al di là delle prove speciali, in ogni caso, a nostra disposizione c’era la modalità campionato, cioè la cosiddetta carriera, con all’interno previsti i rally, i Rally Cross e le Pikes Peak.

[quotesx]Dirt Rally si proietta molto più avanti di Sebastien Loeb Rally EVO[/quotesx]

Se per la prima non c’è bisogno di alcuna spiegazione, per la seconda è giusto sapere che ci troviamo dinanzi a quella particolare disciplina con tracciati chiusi, molto trafficati, data la presenza di avversari in pista, e che vi pone dinanzi all’obiettivo più facile concettualmente parlando: arrivare primi per vincere. Affrontando i rally, invece, ci ricolleghiamo all’importanza di poter riparare i danni e alla velocità e capacità dei vostri ingegneri: al termine di ogni prova, infatti, come il regolamento del rally prevede, potrete disporre di trenta minuti per ovviare a tutte le problematiche del caso. Ogni riparazione costa effettivamente dei minuti, non crediti o altro, pertanto dovrete dosare le riparazioni e scegliere cosa vi conviene effettivamente rimettere in sesto e cosa no. Chiaramente potrete anche decidere di rimettere in piedi l’intera vettura, superando di gran lunga i trenta minuti concessivi, ma vi ritroverete con una pesante penalità da scontare poi in gara alla partenza: calcolando che, nel caso in cui non siate degli espertissimi piloti, qualche penalità ve la beccherete comunque per un fuoripista, il consiglio è di andarci con i piedi di piombo. O di procurarvi al più presto dei tecnici e meccanici che possano velocizzare tutte le operazioni e mettere in sesto freno e motore in non più di dieci minuti. Infine un cenno sulla Pikes Peak, per chi non avesse dimestichezza col genere, che già ampiamente abbiamo avuto modo di testare in Sebastien Loeb Rally EVO quest’anno e che adesso ritroviamo in Dirt Rally: si tratta di una corsa in altura, per vetture che superano i mille cavalli e si fregiano anche di una grande aerodinamicità, capace di far correre la vostra vettura ad altissime velocità anche a quote decisamente elevate: sarete da soli contro il tempo, cercando di arrivare in cima nel più breve tempo possibile. Niente ghost, nessun elemento arcade: non siamo dinanzi a un videogioco, ma dinanzi a una simulazione del rally. Un successo per tutti i grandi appassionati del genere.

Greece_SubaruWRX_1_A

Dirt Rally, in chiusura, ci ha dato l’impressione, però, di essere spoglio dal punto di vista delle modalità: la varietà non è sicuramente dalla sua, perché nelle nostre quasi due ore di test dopo un po’ è sopraggiunta la noia, soprattutto là dove le tre modalità erano già state spolpate e riprovate più e più volte. L’importante per Codemaster, o quantomeno questa è l’impressione dataci, è guidare e macinare chilometri, così da poter sbloccare al più presto nuovi ingegneri di pista – mille chilometri per l’ultimo slot sono veramente tanti – e rimanere inchiodati nella nostra vettura, che si potenzierà, anch’essa, a seconda delle tappe svolte e dei metri macinati. Come abbiamo appena finito di dire, si tratta di una grande esperienza di guida, che non vuole assolutamente sembrare un arcade o un videogioco, ma è semplicemente quello: esperienza nuda e cruda, un simulatore con l’aggiunta di alcuni piccoli elementi interessanti e che lo rendono leggermente più accattivante rispetto agli altri titoli di rally disponibili ora sul mercato. Al di fuori, però, del team, del potenziamento delle vetture, delle statistiche del pilota, resta semplicemente un volante e una vettura da guidare, che sia in un rally o che sia in una Pikes Peak.

Accessibility Toolbar