17 anni. Questo è il periodo trascorso dalla prima uscita di X-Men, ormai databile al lontano 2000, a quella di Logan – The Wolverine. Ciononostante, le due pellicole sono state realizzate con un elemento particolare in comune, che ha aiutato a far maturare il cinefumetto nella tipologia di film che ci troviamo a vedere oggi: è un genere in cui si vuole rischiare. Con questi presupposti, James Mangold ha voluto proseguire la sua storia da regista per la saga, cominciata con l’apprezzato Wolverine – L’immortale, per dirigere Logan – The Wolverine. In questo caso, la stessa 20th Century Fox ha deciso di lasciare la massima libertà creativa alla produzione, aprendo la pubblicizzazione del film con un trailer unico per l’intera saga degli X-Men e anticipando le atmosfere che Logan – The Wolverine è, poi, riuscito a creare.
Aprendosi con le prime note di Hurt, cantata da Johnny Cash, il mondo di Logan – The Wolverine ci venne presentato come un ambiente logorato e prossimo alla disfatta. In tutto ciò, si erse un Hugh Jackman altrettanto consumato dal tempo e invecchiato. Le domande che il trailer ci presentò furono svariate, così come vennero confermati altri dettagli. Mostrando la figura di Laura Kinney, interpretata dalla giovane Dafne Keen, il trailer di presentazione ci diede abbastanza informazioni, inoltre, per intuire che Logan – The Wolverine avrebbe preso ispirazione da Vecchio Logan, fumetto sul mutante scritto dal noto Mark Millar. Considerando anche la presenza del desiderato Rated R, scoprimmo presto che il film sarebbe stato vietato ai minori, seguendo la moda portata avanti da Deadpool. Con tutte queste novità, ci siamo addentrati nel mondo di Logan – The Wolverine; sarà riuscito, però, a sorprenderci?
Un racconto atipico
La pellicola comincia nel migliore dei modi, mostrando una versione inedita e selvaggia di James Logan Howlett. È dai primissimi minuti, infatti, che arriveremo a capire le differenze focali tra il classico cinefumetto e la versione pensata da James Mangold. Il nostro protagonista si sposterà da un obiettivo all’altro tramite il suo fidato veicolo di turno, svelando un altro cambiamento originale nella saga cinematografica. Più che un western, Logan – The Wolverine si rivelerà un vero e proprio road movie, sviluppando, a ogni fermata, le motivazioni dei nostri personaggi. Stravolgendo la formula classica, Logan – The Wolverine porta sul mercato una pellicola che prende il suo tempo per affinare i rapporti tra il mutante e gli altri comprimari. Tra questi, sarà sicuramente il legame tra Charles Xavier e Wolverine ad attirare l’interesse del pubblico, creando delle scene emozionanti, tese e malinconiche. Difatti, la presenza di svariati richiami alle precedenti pellicole della saga cinematografica approfondirà lo stato emotivo del duo e le tragiche disavventure del loro passato. L’amicizia tra i due personaggi, però, verrà anche accompagnata da un obbligo; quello che porterà Logan a conoscere il personaggio di Dafne Keen, presentata al pubblico come Laura Kinney.
Alla fine dei conti, sarà questo triangolo emotivo a trainare le vicende di Logan – The Wolverine, che verrà approfondito nel corso della pellicola. L’evidente concentrazione sul trio, però, rivelerà anche delle lacune sulla presentazione degli altri personaggi. Difatti, figure come quelle di Donald Pierce e Calibano, interpretate rispettivamente da Boyd Holbrook e Stephen Merchant, verranno semplicemente utilizzate come strumenti dell’intreccio narrativo, sfruttate per svelare nuovi elementi su Wolverine, Laura e il Professor X. Ciò va detto, però, con cognizione di causa; il film di James Mangold è il testamento del mutante e di tutto quello che ha finora compiuto, nel bene e nel male. Questa non è la storia di qualche retroscena sconclusionato e legato al passato della saga cinematografica, ma un corso brutale di eventi che ci aiuterà a esplorare i sentimenti più umani e intimi di Wolverine.
Cinefumetto e maturità
Una simile esplorazione, però, non funzionerebbe senza una scenografia altrettanto efficace. Logan – The Wolverine prende ampiamente spunto da Vecchio Logan, ma non porta un vero e proprio adattamento cinematografico del fumetto, anzi. James Mangold ha deciso di seguire una strada tutta personale, variando intelligentemente alcuni elementi di scena. La sola presenza del Professor X, interpretato dallo straordinario Patrick Stewart, ci dice tanto sulla differenza fra cinema e fumetto. Logan – The Wolverine prende una via assolutamente originale, dando anche modo agli appassionati del fumetto di apprezzare il film, godendo delle varie citazioni che avverranno nel corso della visione. I lettori del fumetto sapranno che Mark Millar ha trattato le scene d’azione con Wolverine in maniera particolarmente esplicite, ed è su questo punto che James Mangold ha voluto legarsi all’opera originale, ispirandosi alla strategia attuata per Deadpool e scegliendo di non limitare alcuna scena creativa per Logan – The Wolverine. Ciò ha costato il ricevimento di un Rated R e di un divieto della pellicola ai minori. Di conseguenza, le scene d’azione che ci troveremo a osservare non saranno condizionate dal loro pubblico, mostrando tutta la brutalità degli artigli di Wolverine, che falcerà qualsiasi ostacolo che gli si porrà davanti.
La violenza di Logan – The Wolverine si unisce al tono cupo e quasi malinconico delle scene, gestite dalla fotografia fenomenale di John Mathieson, già noto nell’industria cinematografica per aver curato pellicole del calibro de Il gladiatore e Hannibal. Inoltre il film riesce a sorprendere grazie all’utilizzo degli effetti speciali, che si integrano con naturalezza disarmante. Il compito è stato affidato a Image Engine, nota per aver programmato gli effetti speciali di Animali fantastici e dove trovarli, Il Trono di Spade e, guarda caso, Deadpool. Grazie anche a questi due elementi, la regia di James Mangold si concretizza, distanziando Logan – The Wolverine dal classico cinefumetto e rendendolo un road movie ineccepibile.
Un nuovo inizio
James Mangold è riuscito a chiudere il cerchio della saga cinematografica degli X-Men con una pellicola che ricorderemo a lungo. Dopo aver inaugurato l’era dei supereroi al cinema con il primissimo X-Men, Logan – The Wolverine riesce nell’ardua impresa d’instaurarne un’altra. Mangold è riuscito a sviluppare un road movie nel microcosmo dei cinefumetti, portando nelle sale una pellicola che non accompagna lo spettatore in una visione, anzi. Logan – The Wolverine è un film maturo e, nella verosomiglianza delle sue vicende, brutale. E non solo negli atti fisici.
Alla fine dei conti, possiamo dire che la pellicola è perfetta? Certo che no. Logan – The Wolverine è comunque un road movie, e presenta così un ritmo anomalo per la produzione tipica dei cinefumetti, oltre a non fornire lo spazio giusto a ogni singolo personaggio. Se siete cresciuti con le prime avventure di James Logan Howlett e con la scoperta della X-Mansion, Logan – The Wolverine riuscirà a farvi cogliere alcune citazioni, ma la volontà di James Mangold è stata anche quella di trattare il film come una produzione autonoma, aprendo la pellicola a qualsiasi spettatore. Logan – The Wolverine ha chiuso una porta storica, aprendone un’altra con un film che, nel bene e nel male, verrà ricordato negli anni a venire. Guardate il film senza riserve, e fateci sapere la vostra!