Chi lo avrebbe mai detto che, in un contesto culturale contaminato dalla serialità americana e inglese, si potesse aspettare con tanta trepidazione l’arrivo di Gomorra, la prima serie TV italiana prodotta da SKY (e di grande successo anche oltre oceano)? La terza stagione della saga camorristica arriva dal 17 novembre per 6 prime serate su SKY Atlantic, dopo che i primi episodi sono stati proiettati in anteprima sul grande schermo. Un successo inarrestabile, quello di Gomorra, che ha rivoluzionato definitivamente la filiera televisiva italiana; ed anche se fra i canali generalisti serpeggia ancora una fiction buonista di poco conto, basta rivolgere lo sguardo alle nuove piattaforme di distribuzione per capire che anche l’Italia ha forza e capacità per realizzare prodotti di alto profilo. È pur vero che Gomorra ha finito per mistificare una triste realtà tutta napoletana, eppure la serie ispirata al libro/inchiesta di Roberto Saviano ha comunque aperto uno squarcio su i vizi e le poche virtù di un mondo che vive a stretto contatto con la malavita. Ma al di là di tutto, Gomorra è anche sano e puro intrattenimento, una saga partenopea accattivante, emozionante e assolutamente coinvolgente. La terza stagione? Non perde l’appeal, almeno dal suo folgorante incipit. Attenzione, che da qui sono presenti alcuni spoiler.
Cosa è accaduto nei primi episodi
È tempo di celebrare i funerali di Don Pietro Savastano, freddato da Ciro di Marzio in un confronto che è da antologia. A Napoli serpeggia la paura: si teme che i clan si possano far guerra fra di loro. Per evitare tutto questo, Gennaro Savastano torna da Roma per cercare di calmare le acque, promettendo di braccare e uccidere Ciro. Nessuno però poteva immaginare che i due rampolli della camorra hanno deposto l’ascia di guerra. Con l’aiuto di Genny, Ciro riesce a fuggire. Un anno dopo la fuga, e qui siamo già al secondo episodio presentato al cinema, Ciro vive a Sofia al servizio della mafia locale, ma il richiamo di Napoli è troppo grande per poter restare lontano da casa.
Nuovi legami, nuove sfide
Gomorra non demorde: la serie mantiene la capacità di attirare l’attenzione del pubblico, di sconvolgerlo e di trascinarlo con forza in una realtà dove vige la legge del più forte. Fra sparatorie, alleanze, battute al fulmicotone, colpi bassi e rovesci di fortuna, la terza stagione si apre nel migliore dei modi, con la stessa decisione e la stessa irriverenza che hanno caratterizzato le stagioni precedenti. Il plot è una vera polveriera pronta ad esplodere, delineata in maniera perfetta: nuove alleanze, nuove sfide e nuove faide per il predominio dello spaccio e dei traffici illeciti. Ora senza lo sguardo fermo e sicuro di Don Pietro Savastano, le redini dell’impero vengono lasciate fra le mani di Patrizia e Jenny che, senza esperienza alcuna, agiscono d’istinto senza pensare a convivere pacificamente in una realtà dissipata e piena di pericoli .
Ciro, l’immortale leader
Ovviamente il personaggio di Ciro di Marzio, interpretato ancora una volta da Marco D’Amore, resta l’unico e indiscusso leader della serie. Entrato in sordina fra le redini del clan dei Savastano, Ciro si conferma un personaggio calcolatore, in equilibrio sul confine di cosa è giusto e cosa è sbagliato, accecato dai sentimenti e dalla voglia di prevaricare a tutti i costi. L’episodio ambientato a Sofia fa trasparire nuovamente le sue caratteristiche più essenziali; un episodio di una violenza inaudita, quasi disturbante, che fotografa un Ciro avvilito ma che non può fare a meno di combattere per la conquista del regno malavitoso.
Il Male che celebra se stesso
Gomorra è questo ed altro: è una storia su una realtà radicata nel napoletano e non solo, una storia che agisce all’ombra delle istituzioni e della stampa stessa. La terza stagione non perde quindi il suo appeal, continua la celebrazione del Male attraverso gli occhi del Male stesso, con uno sguardo disamorato, crudele e vendicativo. Non ci sono né vinti né vincitori, prende il sopravvento chi ha più determinazione e il grilletto facile e, ipotizzando quello che potrebbe accadere in questo nuovo ciclo di episodi, nessuno avrà vita facile. Fra vendette di famiglia, alleanze sotto banco e gli scissionisti che si ergono all’orizzonte, nessuno è più al sicuro. Che piaccia oppure no, è impossibile negare il fascino di Gomorra, una serie TV italiana che quasi eguaglia una produzione americana. Il vero motivo di questo successo? Parla al cuore del pubblico, è il mix perfetto di puro intrattenimento e denuncia sociale.