[Fantafestival 2017] The Antithesis – Recensione

Quante gioie mi ha dato questo Fantafestival? Tante. Ogni tanto, però, qualche dolore deve pur arrivare. The Antithesis è diretto da Francesco Mirabelli, che ha vinto il premio Bava alla miglior opera prima. The Wicked Gift, altra opera prima italiana che ho recensito un paio di giorni fa, risultava in generale piuttosto ridicolo, col suo protagonista everyman e la fissa del regista di inquadrare tutto il tempo la gente mangiare. Concepito male, ma l’elemento horror realizzato bene. Per The Antithesis il problema è opposto: concepito bene, ma realizzato maluccio.

Mirabelli si rifà in maniera esplicita alla tradizione di Dario Argento (tanto che le musiche sono di Claudio Simonetti). L’effetto, purtroppo, è lontanissimo da quello desiderato. Ecco la sinossi:

Un patto blasfemo con una coscienza al di là di ogni soglia…Una ricercatrice è chiamata a scoprire le cause di inspiegabili fenomeni all’interno di una misteriosa dimora. La solitudine e l’inganno morboso della lussuria la sprofonderanno nella trama più oscura che la nostra specie possa mai aver concepito.”

La ricercatrice.

La ricercatrice in questione è Sophi, interpretata da Crisula Stafida, attrice con discreto seguito per via di Tulpa – Perdizioni Mortali, film di Federico Zampaglione che include scene hot ormai cult con Claudia Gerini. Stavolta le telecamere sono tutte per Crisula, seguita ossessivamente mentre è alle prese con una villa con piscina in cui si alternano misteriosamente caldo da sauna a freddo glaciale (l’antitesi del titolo). Anche in The Antithesis lo spettatore viene dapprima stuzzicato, infine soddisfatto dalla promessa di un rapporto saffico fra la Stafida e una bionda provocante, Karolina Cernic.

Purtroppo né il tempo che le due passano a letto né la mano sicura di Mirabelli rendono il film un piacevole passatempo. Non bastano le zoomate né dialoghi scemi né la musica dei Goblin a rifare Dario Argento. In un film come Suspiria, giusto per citarne uno, c’è una fotografia da paura (letteralmente!) e una cura dell’ambientazione maniacale: non fa niente se i dialoghi sono scemi.

In generale in The Antithesis si nota poca attenzione ai dettagli. Va bene che è un’opera prima, ma nella scena in cui Sophi si guarda allo specchio non si può vedere il microfono usato per le riprese! Non si capisce poi un granché bene perché una “geologa” venga chiamata a indagare sul paranormale. Più avanti si prova a mettere una pezza definendola “geofisica/climatologa”. Va be’.

Siciliano di nascita e anche di adozione, adesso gravita sul Raccordo. Per qualche ragione a lui ignota continua a studiare, ma dopo la laurea è convinto che avverrà il ricongiungimento all'Essere. Scrive, legge e si guarda in giro.