The Evil Within – The Executioner – Recensione

Il season pass di The Evil Within si chiude con questo The Executioner, una nuova avventura single player che mira a farci conoscere da vicino il più terrificante dei villain partoriti dalla mente malata di Shinji Mikami. Ovviamente ci riferiamo al Custode, l’essere che fin dai primi screenshot distribuiti da Bethesda ha iniziato a popolare i nostri peggiori incubi. Caratterizzato da una cassaforte al posto della testa, armato di un immenso martellone d’acciaio ed evidenziato da una stazza davvero imponente, il Custode ha bagnato di sangue buona parte degli eventi che hanno caratterizzato l’incedere di Sebastian Castellanos. Pochi però i dettagli relativi a questa creatura e la cosa non meraviglia, visto lo scarso approfondimento dedicato al lore da parte Tango Gameworks, che in quanto a narrazione il più delle volte mi ha dato l’impressione di essersi persa per strada. Non a caso i vari DLC dovevano servire a fare chiarezza su alcune questioni rimaste in sospeso: in particolare i primi due ci hanno fatto rivivere con una differente prospettiva la storia principale, attraverso gli occhi della bella e tormentata Juli Kidman. Un’accoppiata di episodi brevi, ma piuttosto significativi, dove grande enfasi veniva posta sul concetto di stealth e survival, elementi essenziali per riuscire a sopravvivere senza l’ausilio di una misera arma (tranne in qualche sporadica occasione).
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UN MARTELLONE RIPIENO D’AMORE

Con The Executioner però cambia tutto. Basta sotterfugi, bottiglie lanciate per distrarre i nemici e movimenti da accucciati in stile Sam Fisher… è arrivata l’ora del massacro! Nei sudici panni del Custode ce ne andremo in giro a spiaccicare i fastidiosi Spiritati, approfittando di una maggiore “intimità” con il protagonista, dovuta alla scelta di spostare la visuale di gioco dalla terza alla prima persona. Nulla cambia in quanto a gestione dei movimenti, sebbene un piccolo ripassino prima di iniziare a giocare non avrebbe fatto male: in particolare la schivata laterale, ottenibile tenendo premuto il tasto dorsale sinistro del pad, non viene mai menzionata, ma è praticamente essenziale per uscire vivi dagli scontri con i boss. Per il resto, la principale forma di attacco rimane il sovradimensionato martello da macellaio che il Custode si porta dietro: grazie a quest’arma piena di saggezza, potremo massacrare allegramente qualsiasi nemico, oppure limitarci a stordirlo, per poi afferrarlo e lanciarlo come un fuscello contro le altre creature o su qualche elemento del fondale, possibilmente appuntito. Nessuno comunque ci vieta di utilizzare una mossa finale di rara crudeltà, sebbene ne esistano solo due varianti. Insomma, il Custode non è certo uno che ci va per il sottile, ma nemmeno la sua apparentemente inarrestabile furia è scevra di complicanze.

[quotedx]la componente esplorativa è praticamente ridotta all’osso[/quotedx]
Se gli Spiritati rappresentano poco più di una distrazione, i vari boss richiedono invece un approccio un filo più ragionato. The Executioner infatti ci metterà di fronte ad alcune vecchie conoscenze, come il Sadico, il tizio incappucciato armato di motosega, o la versione posseduta di Joseph Oda, che fra molotov e colpi di rivoltella ci darà davvero del filo da torcere. Come avrete intuito, la componente esplorativa è praticamente ridotta all’osso: il gioco insomma si riduce fondamentalmente a una serie di scontri all’interno della tenuta dei Victoriano. Di tanto in tanto occorrerà utilizzare il cosiddetto scanner mnemonico, che di fatto permette di svelare delle impronte mentali relative ad alcuni terribili eventi (e quando mai non lo sono in The Evil Within?). Si tratta più che tutto di una scusa per tirare su qualche moneta, da utilizzare poi per acquistare armi e potenziamenti assortiti in degli appositi negozi, che guarda caso hanno la forma di una cassaforte, solo ripiena di sangue e budella…

Fra i diversi upgrade non mancano candelotti di dinamite, le ben note trappole di filo spinato (utili specie nella fase finale) e bottiglie incendiarie, sebbene sia decisamente consigliabile investire qualche soldino per estendere l’energia vitale e aumentare la resistenza del Custode. Anche gli stivali per accelerarne i movimenti hanno il loro perché, dato che di base ci muoviamo come delle mucche al pascolo. Inoltre eliminando degli specifici boss potremo accedere sia alla motosega che al lanciarazzi, mentre finendo il gioco si sblocca un’enorme lama arrugginita. Purtroppo, a esclusione del martellone, tutte le varie armi si possono usare solo un tot di volte, dopo di che occorre ricaricarle nei negozi.

L’esperienza generale non è affatto malvagia, ma non si può dire che ci troviamo al cospetto di un DLC irresistibile. Passata la breve euforia iniziale, questa espansione action si rivela abbastanza monotona, con un livello di difficoltà molto altalenante. Alcuni boss, come l’Amalgama Alpha, sono semplicissimi da abbattere, mentre altri, vedi Joseph, richiedono una notevole dose di pazienza. Si può anche ricorrere a una sorta di farming per potenziare il personaggio, giocando più e più volte nelle Sale di Esecuzione, piccole arene dove occorre affrontare ondate su ondate di nemici. In ogni caso, anche nella peggiore delle ipotesi, è impossibile metterci più di due ore per arrivare alla fine. Più che un contenuto aggiuntivo, questo The Executioner ha l’aspetto di una modalità extra e non meraviglia che venga proposta a 4,99 euro, la metà rispetto alle due precedenti uscite. Fatevi due conti, magari approfittando del fatto che al momento su Steam è attivo un notevole sconto, pari al 50%, che coinvolge tanto il gioco completo, quanto il bundle con il season pass.