Sword Art Online: Lost Song – Recensione

Bandai Namco adora proporci giochi dallo spiccato gusto nipponico. Sua è infatti la serie Tales of, composta da decine di capitoli, portata in occidente con sorprendente regolarità, così come è apprezzabile ora la volontà di fare felici tutti gli appassionati con il nuovo capitolo di una delle saghe di giochi di ruolo più apprezzate e seguite in Giappone, ovvero Sword Art Online. Disponibile anche sulle console PlayStation 4 europee da pochissimi giorni, Sword Art Online: Lost Song è il terzo capitolo della serie dopo Sword Art Online: Infinity Moment e Sword Art Online: Hollow Fragment, e prende nuovamente luogo su Alfheim permettendo, per la prima volta in assoluto nella storia della serie, di creare un personaggio da zero, cosa del tutto inedita per un capitolo della saga. Basterà questa, oltre ad altre piccole novità incluse dal team Artdink a destare l’interesse del pubblico?

Sword-Art-Online-Lost-Song_2014_11-09-14_017

LA VR SECONDO I GIAPPONESI

 

I fan della light novel si troveranno subito a casa: la storyline principale di Sword Art Online: Lost Song è stata scritta appositamente per l’occasione, con il protagonista Kirito e il suo team di affascinanti fanciulle in giro per “Alfheim Online”, un gioco di ruolo massivo che andrà esplorato in ogni suo anfratto per permettere ai suoi visitatori di mettere le mani sui migliori equipaggiamenti possibili. La community subirà però uno scossone inatteso nel momento in cui la misteriosa gilda Shamrock, capeggiata dalla famosa idol giapponese di nome Seven (un nome che è tutta una copertura per nascondere la reale identità di una scienziata del MIT che sta studiando il fenomeno della realtà virtuale), entrerà a far parte di questo “gioco nel gioco” (o VRMMO se preferite). Insomma, una trama ai limiti del delirante che, nonostante scimmiotti in tutto e per tutto una qualsiasi puntata dell’anime originale, risulterà a conti fatti meno interessante (nonché meno facile da seguire, visti i deliranti risvolti) di quanto narrato nei capitoli precedenti della saga, come ad esempio il recente Hollow Fragment.Sword Art Online: Lost Song è quindi un gioco rigorosamente single player, che offline simula un mondo open world in pieno stile MMO, con tutto quello che ne consegue.

Sword-Art-Online-Lost-Song_2014_11-09-14_001

MMO, dicevo, con NPC, avversari sparsi nella mappa e città da visitare, senza dimenticare i dungeon in cui si potrà recuperare nuovo equipaggiamento utile per potenziare il personaggio. E proprio relativamente ai personaggi, oltre al protagonista Kirito (accompagnati da due compagni del party controllati dalla sempre presente intelligenza artificiale), potremo utilizzare oltre 20 characters messi a disposizione di base o creare un proprio avatar personalizzato, sfruttando un editor purtroppo piuttosto limitato. E ciò è un vero peccato, considerando che sarebbero bastate una manciata di opzioni in più per dare una carica extra non propriamente trascurabile. La possibilità di volare (sia librarci a mezz’aria o partire come un aeroplano), si legherà al nuovo sistema combattimento sia via aria che a terra. E qui abbiamo la prima caratteristica veramente interessante di Lost Song: l’attacco base (automatico) e una serie di abilità speciali, ognuna dotata di un tempo di cooldown, all’azione eseguita in tempo reale, corrisponde ad ognuno dei tasti del pad DualShock. Il button mashing è un’opzione ma non una priorità, visto che per dare il massimo dalle abilità a disposizione dovrete concatenare diverse combinazioni speciali non proprio di facile esecuzione. Durante gli scontri aerei, invece, l’auto-attacco sarà disabilitato e inizialmente sarà possibile colpire i nemici solo con l’arma equipaggiata in una mano.

Sword-Art-Online-Lost-Song_2014_11-09-14_007

Alternando le quest principali alle secondarie avrete la possibilità di scovare dungeon nascosti nella mappa ed allungare la già notevole longevità del titolo, fissa sulla trentina di ore buone per portare a termine l’avventura di Lost Song per la prima volta. Questo, senza trascurare la presenza del comparto multiplayer online, che si traduce nella creazione di partite composte da quattro membri, con la conseguente possibilità di affrontare missioni con i nostri amici scambiandosi anche l’equipaggiamento in nostro possesso, oltre ovviamente a combattere contro altri utenti collegati alla rete. E se questo è un bonus interessante, purtroppo non posso usare le stesse lusinghe relativamente al comparto grafico di Sword Art Online: Lost Song. Il titolo Artdink e Bandai Namco appare palesemente concepito con in mente il “vecchio” hardware di PS3, e nonostante alcuni scenari di gioco appaiano senza ombra di dubbio evocativi e con una palette di colori molto accesa (cosa questa che riprende lo stile originale della light novel a cui il gioco si ispira), non potrete non accorgervi delle animazioni imperfette, dei vari rallentamenti (soprattutto durante i furibondi combattimenti con gli avversari) e di altri difetti tipici della passata generazione di console. Ed anche la struttura stessa dei dungeon appare abbastanza vecchio stile, con puzzle spesso e volentieri limitati al recupero di una chiave o al raggiungimento di un particolare interruttore.

Accessibility Toolbar