A prescindere dai gusti personali, è innegabile che il rilascio del primo Gears of War nell’ormai lontano 2006 abbia segnato un’epoca: considerato da molti, a ragion veduta, la prima vera killer application per Xbox 360, questo action in terza persona è riuscito a delineare uno stile che in molti hanno provato a replicare con alterne fortune, ossia quello dei cosiddetti “cover shooter”, sparatutto in cui il posizionamento strategico dietro apposite coperture è una delle tattiche fondamentali per avere la meglio sugli avversari. Le novità includevano anche la possibilità di dare ordini ai propri compagni per disporli in formazioni più o meno aggressive e la ricarica attiva, una sorta di mini-gioco durante la fase di ricarica delle armi che consente di velocizzare l’operazione ed ottenere un piccolo bonus se eseguito correttamente, oppure di inceppare l’arma e perdere così tempo prezioso in caso contrario. I suddetti elementi, uniti ad un comparto tecnico di tutto rispetto figlio del lodevole Unreal Engine 3, contribuirono inoltre alla fortuna del servizio Xbox Live grazie alla porzione multiplayer, che è riuscita ad attirare milioni di appassionati in tutto il mondo con una robusta offerta di mappe e modalità pensate per il gioco competitivo. Gli sviluppatori della Epic Games hanno poi ulteriormente perfezionato la formula nelle successive iterazioni, ponendo sempre la console Microsoft come target finale dei loro sforzi, mentre gli utenti PC hanno beneficiato soltanto della conversione dell’originale, arricchita da cinque capitoli extra per la campagna e tre mappe per l’online non presenti su Xbox. Nel 2014, l’azienda di Redmond acquisisce i diritti dell’intero franchise dalla Epic, trasformandolo di fatto in una proprietà esclusiva. Dopo aver incaricato i canadesi Black Tusk Studios di occuparsi a tempo pieno dei futuri titoli della saga, questi ultimi si ribattezzano The Coalition, come sottile riferimento alla Coalizione dei Governi Organizzati presente nell’universo in-game, e annunciano durante una conferenza allo scorso Electronic Entertainment Expo di essere al lavoro tanto sull’agognato Gears of War 4 quanto sulla Ultimate Edition del primo episodio, una versione aggiornata e rimasterizzata più in linea con le tecnologie attuali, che ha visto la luce a fine agosto 2015 su Xbox One e che approda in questi giorni anche su PC, forte del rinnovato interesse di Microsoft nei confronti di Windows 10 come piattaforma ludica.
BENTORNATO NELL’ESERCITO!
La storia di Gears of War: Ultimate Edition ci vede calzare i nerboruti panni di Marcus Fenix, caporale dell’esercito della Coalizione che, all’inizio delle vicende, deve scontare una sentenza di 40 anni all’interno del carcere di massima sicurezza conosciuto come Il Lastrone. La corte marziale lo ha condannato per codardia e violata consegna a causa delle azioni di cui si macchiò durante un precedente conflitto: nel distopico mondo di Gears of War, infatti, l’umanità insediatasi sul fittizio pianeta Sera si trova sull’orlo dell’estinzione a causa del brutale assalto di una razza di creature umanoidi sotterranee, i cui propositi sembrano essere soltanto il totale annichilimento di qualsiasi altro essere vivente. Gli scienziati le hanno ribattezzate Locuste, poiché la loro furia è paragonabile solo a quella di una piaga biblica, e la milizia le combatte da oltre un decennio dopo la loro inaspettata comparsa in quello che sarebbe stato per sempre ricordato come il Giorno dell’Emersione. Grazie all’intervento del suo fraterno amico Dominic “Dom” Santiago e ad una repentina offensiva delle Locuste nella prigione, Fenix viene reintegrato in servizio e, assieme ad altri compagni vecchi e nuovi, entra a far parte della Squadra Delta, la cui missione è quella di inviare un micidiale ordigno nelle profondità della terra con la speranza che la sua detonazione possa finalmente sterminare gli invasori.
[quotedx]Una versione aggiornata e rimasterizzata più in linea con le tecnologie attuali[/quotedx]
Chiunque abbia già completato la campagna del primo Gears of War non si troverà davanti grosse sorprese, come pure chi vi si approccia per la prima volta con questa Ultimate Edition dato che le vicissitudini della Squadra Delta si svolgono senza particolari o imprevedibili colpi di scena, ma non potrà fare a meno di notare quanto il lavoro dei The Coalition sia stato meticoloso: la procedura di “lifting” da loro applicata non si è infatti limitata a prendere il materiale esistente e presentarlo tirato a lucido con risoluzione e texture migliorate, ma ha ricreato da zero tanto i segmenti d’azione quanto quelli non interattivi ed ha ritoccato questi ultimi in modo che gli eventi rappresentati fossero coerenti con quanto si vede nei sequel o rendessero maggiore giustizia ai personaggi coinvolti (emblematici in tal senso sono lo scontro fra il tenente Kim e il generale RAAM e, soprattutto, la sequenza finale). Grande attenzione è stata riposta nella scelta della palette cromatica, visto che una delle critiche mosse all’originale riguardava la monotonia delle ambientazioni e dei modelli poligonali rivestiti in gran parte da diverse sfumature di marrone e di grigio: quantunque la Epic avesse adottato tale stile per conferire al titolo un carattere più realistico, come fosse una sorta di documentario sulle tragedie della guerra, il risultato finale non si rivelò all’altezza delle aspettative e venne interpretato in maniera quasi caricaturale. Questo remake è invece molto più congruo con i capitoli successivi, nei quali venne inserito un maggiore assortimento di colori, e presenta scenari decisamente più variegati e, in un certo senso, rigogliosi. Sono stati mantenuti inoltre i livelli aggiuntivi già presenti nel vecchio porting su PC, che fungono da ponte fra le ultime due sezioni ed offrono una sfida piuttosto… voluminosa da completare. Nonostante la sua linearità, dunque, la modalità storia si lascia completare con soddisfazione grazie al gameplay serrato, in particolar modo se possiamo contare sulla collaborazione di un amico, benché sia purtroppo assente l’opzione per affrontarla in split-screen sullo stesso PC.
ALLA GENTE NON PIACERÀ, MARCUS…
Il rovescio della medaglia per la Ultimate Edition è una diretta conseguenza del suo punto di forza maggiore, ossia l’eccessiva e quasi pedissequa somiglianza al primo Gears of War: come già specificato in apertura, le meccaniche di gioco sono state perfezionate ad ogni seguito, introducendo piccole e grandi migliorie alla giocabilità e al bilanciamento complessivo soprattutto per il multiplayer delle quali, a parte alcune rifiniture marginali (la possibilità di rianimare i propri compagni di squadra restando dietro una copertura o quella di marchiare i nemici avvistati per consentire agli altri compagni di localizzarli), in questo remake non v’è traccia alcuna. Le mappe disponibili, le differenti modalità multigiocatore e le opzioni con cui è possibile personalizzare ogni match forniscono un ricco assortimento di contenuti da sperimentare, attingendo in piccola parte a tutti gli episodi della saga, ma un’assenza significativa per quanti ne sono fedeli sostenitori fin dall’inizio è costituita dalla Modalità Orda, presente a partire da Gears of War 2, in cui si affrontano in team ondate di nemici di difficoltà crescente che avrebbe offerto un’ottima alternativa non competitiva al gioco online. Il titolo della Epic non è stato certo il primo ad inventare un concetto simile, ma rappresenta di sicuro il motivo per cui anche gli sparatutto più recenti contengono almeno una variazione sul medesimo tema, da affrontare preferibilmente in co-op. Se non altro, l’acclamato deathmatch a squadre di Gears of War 3 fa qui il suo gradito ritorno. Il quadro multiplayer è completato dal classico sistema di esperienza, guadagnata prendendo parte e vincendo battaglie contro altri giocatori in misura diversa a seconda del tipo di partita selezionato, che serve a sbloccare modelli e skin per le armi da utilizzare nei match successivi.
[quotesx]Piccole e grandi migliorie alla giocabilità e al bilanciamento complessivo[/quotesx]
L’aspetto peggiore di questo porting è purtroppo legato alle scarse prestazioni ottenute da un motore grafico che, di fatto, è vecchio di 10 anni e risente appieno dei suoi limiti: The Coalition ha utilizzato la medesima versione dell’Unreal Engine 3 implementata nel 2006 per Gears of War 1, in modo da preservare il massimo livello di compatibilità con il codice scritto all’epoca, declinando l’impiego di revisioni più recenti. Tutte le ottimizzazioni da loro operate sono state pertanto costruite su un nucleo modificato ad hoc, e l’implementazione forzata del supporto per le nuove DirectX 12, che non vengono supportate nemmeno nell’ultima release dell’UE3, ha probabilmente contribuito ad una resa finale irregolare che rende la Ultimate Edition quasi ingiocabile persino su schede grafiche di fascia medio-alta, in particolare quelle di marca AMD. Anche senza incappare in suddetti impedimenti tecnici, l’annoso problema legato al pop-in delle texture che ha da sempre caratterizzato l’engine della Epic è più che mai percettibile in questo caso, con la risoluzione delle texture di fondali e nemici che viene modificata in maniera discontinua al variare dell’inquadratura.
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