A.O.T Wings of Freedom – Recensione

Hajime Isayama, grazie al suo L’Attacco dei Giganti (Shingeki no Kyojin, in terra d’oriente) è stato acclamato dal pubblico giapponese e occidentale, come il nuovo autore in grado di riportare sulla cresta dell’onda i manga giapponesi moderni, soffocati dai Naruto e vari figli illegittimi, tanto da valergli il prestigioso premio ‘Manga Taisho’.  Come se non bastasse, Wit Studio e Production I.G hanno successivamente acquistato la licenza del manga, realizzando poco dopo uno degli anime più apprezzati di sempre, anche per via dell’estrema fedeltà con le vicende cartacee, una volta tanto omaggiate senza stupri narrativi o censure. E dopo l’imbarazzante Shingeki no Kyojin: Humanity in Chains, titolo per Nintendo 3DS sviluppato da Spike Chunsoft, Omega Force (si, proprio gli stessi di One Piece: Pirate Warriors e Hyrule Warriors) hanno deciso di portare sulle console da casa il ‘vero’ gioco dedicato a L’Attacco dei Giganti, per PlayStation 3, PlayStation 4 (ossia la versione qui recensita dal vostro affezionatissimo), PlayStation Vita, PC e Xbox One. Parola d’ordine: resistere. I Giganti sono arrivati.

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RESISTERE, A OGNI COSTO

A.O.T Wings of Freedom, come d’altro canto è giusto che sia, riprende con una fedeltà assoluta la prima stagione animata di Shingeki no Kyojin, ovvero l’arco narrativo che va dal crollo del muro del Wall Maria a la relativa scoperta di ciò che si nasconde all’interno delle mura stesse (tranquilli, non vi spoilererò alcunché). Nelle prime battute prenderemo il controllo di Eren, giovane e coraggioso protagonista della serie omonima, per un veloce tutorial atto a mostrarci a fondo le abilità offensive e difensive da utilizzare quanto prima contro i temibili giganti. Oltre, ,appunto, al personaggio principale, faremo la conoscenza anche dei compagni di Eren, come Armin, Mikasa e Keith Shadis, capo istruttore del 104° Corpo di Addestramento dal carattere decisamente spigoloso.  Il bello, però, prenderà il via poco dopo, più precisamente dopo il primo flashback, identico per resa generale, pathos e regia ad una sequenza dell’anime originale. E ciò è un dettaglio da non sottovalutare: ogni sequenza non interattiva del gioco, difatti, trasuda una ricerca al dettaglio che raramente si può scorgere in un titolo su licenza. Anche i dialoghi sotto forma di balloon sono azzeccatissimi al contesto, non risultando mai invadenti o men che meno scritti grossolanamente.

Fortunatamente, A.O.T Wings of Freedom si slega dalla classica (e abusatissima) formula musou tipica del team Omega Force, proponendo un gioco dotato di un combat system eccellente ed adrenalinico al punto giusto. Dal campo base potremo spostarci nelle diverse location offerte dentro o fuori dalle mura della città, a caccia degli spietati Giganti da abbattere prima che sia troppo tardi.  Grazie alla possibilità di sparare i cavi di acciaio potremo agganciarci automaticamente a edifici, alberi e altro, con la possibilità di espellere gas e agganciare il nemico più vicino per iniziare lo scontro diretto. Il lock-on sarà l’elemento chiave per la buona riuscita di un attacco, visto e considerato che grazie ad esso potremo scegliere a quale parte del gigante agganciarci (siano le braccia, il collo o le gambe) iniziando il tentativo di abbattimento.: gambizzarlo sarà un’idea vincente se si desidera rallentare il colosso, mentre colpirlo alle braccia servirà più che altro a limitarne la forza bruta. E, nel caso si desiderasse di eliminarlo rapidamente, si può sempre mirare alla giugulare (attacco che, è meglio precisarlo, molto spesso si rivelerà più ostico del previsto). Stare immobili, inoltre, non sarà una buona tattica d’assalto: cercare di muoversi quanto più possibile intorno al gigante, attaccandone un arto e cambiando poi velocemente bersaglio, sarà la procedura standard da attuare per un esito positivo dello scontro. E, nel caso riuscissimo a fargli particolarmente male, una spettacolare sequenza in stile anime ci riempirà di zucchero gli occhi, mandando letteralmente in brodo di giuggiole il fan sfegatato. A fine scontro una medaglia (scelta tra bronzo, argento ed oro) valuterà la riuscita del duello, evidenziando la nostra bravura nell’abbattere il Gigante di turno. Attenzione però: a dispetto di quanto sarete chiamati a pensare dalle battute iniziali, i nostri colossali avversari saranno molto scaltri nel prevedere le nostre mosse, e nello spiacevole caso riescano a catturarci tra le loro grinfie, preparatevi a martellare i tasti del pad come forsennati pur di sfuggire dalla loro presa, prima di essere dilaniati e divorati dalla mostruosa nemesi. Non è tutto: un utile razzo segnalatore permetterà ai nostri compagni d’armi di accorrere in nostro aiuto (non prima, però, di aver riempito un’apposita barra di energia).

Attack on Titan: Wings of Freedom

Le caratteristiche per un action game frenetico, adrenalinico e stimolante il giusto ci sono tutte, quindi. Ad abbassare l’asticella di A.O.T Wings of Freedom, purtroppo, intervengono però due fattori: il primo, è la presenza di una quantità consistente di missioni secondarie davvero mal concepite, che spesso e volentieri ci faranno scontrare con surrogati di Giganti sconfitti in precedenza, per duelli senza il minimo appeal. Il secondo tasto dolente, è il comparto tecnico: nonostante la resa estetica e il cel-shading siano fedelissimi all’opera d’origine di Hajime Isayama, il counting poligonale farà abbastanza irrigidire chi si aspettava una resa grafica degna della console maestra di casa Sony. Resa che, tra l’altro, non lesina numerosi rallentamenti nelle situazioni di gioco più concitate (e ne vivrete parecchie, potete starne certi). Ad ogni modo, nulla che sulla bilancia pesi più dei lati postivi che, pad alla mano, dimostrano quanto i ragazzi di Omega Force si siano impegnati nel produrre e realizzare un gioco a tratti realmente sorprendente.