La saga di BioShock, negli anni, è diventata indiscutibilmente un piccolo cult. Il primo capitolo, amatissimo da critica e pubblico nell’ormai lontanissimo 2007, fu definito all’unanimità come uno degli FPS più affascinanti della passata generazione, grazie ad una direzione artistica invidiabile e ad un gunplay che strizzava l’occhio ai classici sparatutto del passato (in particolar modo a System Shock 2, gioco da cui prendeva ben più di un singolo dettaglio). Ken Levine e gli Irrational Games fecero quindi breccia nel cuore di tutti i videogiocatori con Andrew Ryan, Atlas, i Big Daddy e le inquietanti Sorelline, dicendo però ufficialmente no alla lavorazione del sequel ufficiale (a conti fatti, quasi un’espansione del primo episodio) e tornando invece in auge con BioShock: Infinite, terzo (e al momento ultimo) capitolo della serie. Tutti raccolti senza troppi complimenti nella consueta trilogia remastered ad alta definizione, che vi farà tornare nelle profondità di Rapture e, poco sorprendentemente, anche negli azzurri cieli di Columbia.
QUESTO FONTAINE VA TENUTO D’OCCHIO
BioShock: The Collection è, come accennato poche righe sopra, una collection che racchiude tutti e tre gli episodi della serie, tirati a lucido nello splendore dei 1080p. Ma andiamo per gradi: nel primo BioShock impersoneremo Jack, sopravvissuto ad un disastro aereo nel 1960 e capace da solo di svelare l’ingresso per la città sommersa di Rapture, una metropoli costruita nelle profondità del mare ed eretta su un unico ed utopico fondamento sociale, ossia quello di vivere liberi da governi e religioni. Peccato solo che al suo interno Jack non troverà la terra promessa, bensì creature ributtanti e grottesche che rispondo al nome di Ricombinanti, Big Daddy e Sorelline. Nel seguito, BioShock 2, vestiamo i pesanti panni di uno degli iconici Big Daddy, dieci anni dopo gli avvenimenti del primo episodio. Una volta risvegliati dopo il presunto suicidio ordinatoci dalla perfida dottoressa Lamb, dovremo fare di tutto per salvare Eleanor, la Sorellina a cui siamo stati legati anni prima. Nuovo e ben più coriaceo avversario di questo secondo capitolo, la Big Sister. Infinite, ovvero il tezo capitolo della saga, è invece ambientato nel 1912 e ci farà impersonare di Booker DeWitt, un investigatore privato con un losco passato nell’esercito americano (partecipò infatti al Massacro di Wounded Knee), con il delicato compito di ritrovare una donna chiamata Elizabeth, imprigionata nella misteriosa città volante di Columbia. Quando Booker raggiunge la sgargiante metropoli fluttuante, si trova suo malgrado nel bel mezzo di una guerra civile, in cui due fazioni si danno battaglia a causa delle politiche assolutistiche applicate nella città.
Rapture, esattamente come la ricordate, è il consueto coacervo di claustrofobici corridoi e lugubri stanzoni immersi nelle nere profondità dell’oceano, popolati da cittadini liberi da vincoli politici o religiosi, impazziti a seguito della caduta di Andrew Ryan. Punto focale di entrambi i primi due capitoli, la fusione tra le varie tipologie di Plasmidi, ossia poteri straordinari che ci consentono di incenerire, congelare ed elettrificare i nemici, garantendo una libertà d’azione realmente sorprendente. Senza contare tutta una serie di armi da fuoco decisamente più tradizionali, da pistole, fucili e sparachiodi, accompagnate dalla sempreverde chiave inglese. Ken Levine si è inoltre sbizzarrito a riempire gli anfratti di Rapture con ogni tipo di audio documento, in modo da rendere lo scenario più “vivo” possibile. Unico malus, la presenza delle cosiddette Camere della Vita, capaci di rigenerare la nostra energia (ma ovviamente non quella dei nostri avversari) ogniqualvolta dovessimo passare a miglior vita, cosa questa che mitiga notevolmente la sensazione di sfida, specie ai livelli di difficoltà intermedi. Qualche problema grafico che riguarda soprattutto la fisica degli oggetti ed una prima parte della campagna di Infinite che stenta a decollare, impediscono alla compilation di toccare la cima. Si tratta comunque di difetti minimali, inclusa l’assenza del multiplayer (se si esclude un timido tentativo nel secondo capitolo), essendo la trilogia pensata chiaramente per un’esperienza spiccatamente single player.
In Infinite tutto ruota attorno ad Elizabeth, la ragazza che saremo chiamati a recuperare; sensibile, ma allo stesso tempo molto agguerrita, Beth ha dentro di se misteriosi poteri che le consentono di aprire squarci spazio-temporali e di interagire con essi. Anche a livello di gameplay, la giovane donerà al tutto una forte componente strategica: esplorerà gli scenari, trovando spesso dei soldi o altri item interessanti, seguendo allo stesso tempo anche gli spostamenti e le azioni del protagonista. Ma non solo: il potere di aprire squarci nel tempo e nello spazio, permetterà ad Elizabeth di far comparire elementi dello scenario utili a Booker, come ad esempio kit medici, armi o addirittura veri e propri ripari. Senza dimenticare Songbird, erede spirituale del Big Daddy di Rapture, un gigantesco essere bio meccanico simile ad un uccello, il guardiano di Elizabeth. Una presenza imponente e carismatica. A livello di gameplay, quindi, Infinite è strutturato attorno ad un sistema simile a quello visto nei primi episodi della serie, sebbene decisamente ampliato: grandissima importanza è data dalla presenza del rampino, capace di rendere gli scontri corpo a corpo ancora più frenetici e trasformando verticalmente l’esplorazione delle varie ambientazioni sospese nel nulla. Inutile sottolineare che, trattandosi di una remastered, il comparto grafico di tutti e tre i capitoli presenti nella BioShock: The Collection è stato completamente tirato a lucido: sessanta fotogrammi costanti (inclusa la versione Xbox One da noi testata), 1080p e texture rifinite e ridisegnate, specie per i primi due episodi della serie (ovvero quelli che maggiormente hanno risentito dello scorrere del tempo). Nota: nel pacchetto troverete anche i tre contenuti single player originariamente rilasciati come singoli DLC, ovvero “Minerva’s Den” per BioShock 2 e i due capitoli di “Burial at Sea” per BioShock Infinite.