Nella storia dei videogames sono tantissimi i casi di giochi rimandati, distrutti e rimessi in piedi da zero o annunciati eoni prima che effettivamente ci fosse anche solo la possibilità di vederli “in moto”. Con l’introduzione di Kickstarter poi, questo simpatico trend del marketing moderno ha subito una brusca accelerazione e i casi di giochi che, dopo anni passati a raccogliere fondi senza che ci fosse effettivamente una data anche solo orientativa di rilascio, si contano a decine. Fortnite sembrava appartenere proprio a questa categoria: annunciato ufficialmente durante l’E3 2011, il gioco è poi lentamente scomparso dai radar, per volontà stessa di Epic Games che, nel corso del tempo, ha centellinato il rilascio di informazioni sul gioco, avvolgendo lo stesso in un’aura di mistero quasi “divino”.
Le ragioni di questo ritardo possono essere molteplici e da ricercarsi innanzitutto in un probabilmente affrettato annuncio del gioco che, come ha dichiarato il developer di Epic Games Donald Mustard, “[l’annuncio] è stato fatto dopo sole tre settimane da quando buttammo giù l’idea del gioco”. Durante il corso dello sviluppo, l’azienda autrice di Gears of War è stata coadiuvata dal team di People Can Fly nel development del titolo e, dopo quasi tre anni di sviluppo, la versione alpha di Fortnite venne pubblicata nel dicembre 2014. Va sottolineato immediatamente che, nonostante il gioco venga pubblicato in Early Access ad un prezzo specifico a seconda del pacchetto prescelto, Fortnite è destinato a divenire Free to Play durante il corso del 2018.
Ma veniamo a noi: Fortnite è un gioco descritto come “co-op sandbox survival game”, in cui vengono mescolati vari elementi provenienti da differenti generi ludici, dagli RPG ai Tower Defense, dai Survival agli Action in terza persona, tutto “impacchettato” da una perenne modalità cooperativa fino a 4 giocatori. Nella finzione narrativa del gioco, condita da una sana dose di umorismo e comicità, il mondo è stato totalmente devastato da un cataclisma che ha annientato il 98% della popolazione globale. L’ultima speranza siamo noi, intrepidi avventurieri, che avremo il compito di imbastire una resistenza armata contro l’incedere delle armate di abietti, sorta di zombie che “vestiranno” i corpi delle loro vittime, e liberare gradualmente la mappa di gioco dalla presenza ostile. Lo scopo principale della narrativa è quello di riconquistare la nostra amata madrepatria e contrastare l’espansione della “Tempesta”, cataclisma colpevole di generare le orde fameliche di non morti, attraverso il superamento di una serie di missioni dalla difficoltà crescente. Il giocatore sarà chiamato a esplorare, costruire e creare strumenti ed utensili, ricavando al contempo le materie prime per la costruzione di un fortino, ma anche di armi, trappole ecc.
Dati alla mano, Fortnite ha una duplice anima: da un lato, saremo chiamati a gestire alcuni aspetti del nostro quartier generale e del nostro team di sopravvissuti, in cui compaiono anche alcuni “timidi” elementi manageriali; dall’altro entreremo a capofitto nel centro dell’azione, sia contrastando l’avanzata dei nemici con la forza bruta sia raccogliendo le risorse necessarie per sopravvivere esplorando gli ambienti di gioco. Nel primo caso, potremo collezionare una serie di superstiti sotto forma di carte, che, a seconda della tipologia e rarità, andranno a impattare direttamente sulle statistiche complessive della nostra casa base e che, al contempo, potranno essere utilizzati per creare personaggi ex-novo o addirittura affiancarci in battaglia. I survivor avranno un ruolo fondamentale poiché, a seconda delle combinazioni e dei team che allestiremo, ci consentiranno di ottenere dei notevoli vantaggi a livello sia offensivo che difensivo, andando a influire nevralgicamente sia nella fase managing che nella fase action.
L’aspetto manageriale non si conclude qui: man mano che guadagneremo livelli giocando, potremo utilizzare tutta una serie di “punti abilità” che ci consentiranno di ampliare e potenziare le nostre capacità combattive e non. Avremo infatti la possibilità di esplorare un vasto albero delle abilità fra cui scegliere e con cui personalizzare la nostra esperienza di gioco e il nostro stile di gameplay. In più, completando le missioni otterremo anche punti ricerca, i quali potranno essere spesi in un apposito tree che andrà direttamente a impattare sulle statistiche del quartier generale, che a loro volta si rifletteranno sulle stat del nostro personaggio.
Anche le risorse andranno gestite oculatamente, poiché Fortnite ci consentirà di “trasportare” quanto raccolto al di fuori della singola mappa giocata: ecco che, soprattutto la gestione di risorse speciali come viti o pezzi di metallo che troveremo principalmente aprendo delle casse, risulterà di vitale importanza, soprattutto perché non tutte le mappe ci offriranno tutte le risorse disponibili in gioco. A questi elementi si aggiunge anche la possibilità di utilizzare e personalizzare una delle quattro differenti classi a disposizione, le quali hanno ognuna abilità e caratteristiche specifiche e che, durante il corso dell’avventura, potremo ottenere in differenti versioni e grado di rarità, ovviamente con tutta una serie di differenze a livello statistico e di abilità individuali. L’influenza RPG del titolo si palesa anche nella possibilità di craftare le proprie armi, le quali saranno a decine e suddivise fra ranged e melee, raccogliendo le stesse risorse utili per la costruzione degli edifici.
Veniamo ora al cuore pulsante di Fortnite, ovvero la sezione survival/tower defense. Il giocatore all’inizio troverà ad attenderlo un lungo tutorial introduttivo che ci introdurrà velocemente(forse un po’ troppo) a tutti gli aspetti di un gioco che, a prima occhiata, sembra semplice e immediato ma che, in realtà, si rivelerà dopo poco te,po piuttosto complesso e profondo. Il fulcro dell’azione avviene in una mappa di medie/grandi dimensioni, in cui saremo chiamati a completare una serie di obbiettivi, i quali saranno quasi sempre incentrati sull’esplorazione/ricerca o sulla costruzione/difesa di un obbiettivo strategico. Il gameplay della fase action di Fortnite sarà scandito da due fasi nettamente distinte, come un po’ avviene indirettamente su Minecraft. La fase esplorativa/costruttiva avverrà nei segmenti diurni del gameplay, mentre di notte, solitamente in concomitanza con l’attivazione di un macchinario/completamento di un obbiettivo, saremo impegnati a fronteggiare un’orda massiccia di non morti non esattamente amichevoli in un tempo limite. Le armate demoniache saranno piuttosto variegate e andranno dai normali Abietti con scarse capacità di combattimento, a granatieri e Bruti in grado di distruggere in pochi attimi la nostra fortezza difensiva.
Naturalmente, uno dei centri nevralgici di Fortnite sarà il combattimento, il quale si rivela sin da subito fluido e divertente nonostante lo stato non completo del gioco. Il giocatore avrà la possibilità di scegliere da un nutrito arsenale di mezzi di distruzione, fra cui si alterneranno armi a distanza e letali strumenti di morte da mischia. Le armi saranno craftabili attraverso progetti che troveremo durante il corso del gioco e avranno ognuna un grado di rarità differente, con al contempo la possibilità data al giocatore di potenziarle e farne evolvere le statistiche base. Com’è logico aspettarsi, le armi più rare saranno anche quelle dalla maggiore potenza ma, ovviamente, la richiesta di risorse sarà più alta e complicata da soddisfare. Fortnite sarà anche ben fornito di “big guns”, come lanciarazzi, lancia granate e gatling, in grado di spazzare nutriti gruppi di nemici in pochissimi istanti. Man mano che utilizzeremo un’arma, essa andrà via via a consumarsi fino a esaurirsi completamente: al momento, non è possibile riparare un’arma, quindi una volta estintasi saremo obbligati a reinvestire risorse per ricostruirla.
L’altro importante tassello della fase action è ovviamente la sezione building, dove saremo chiamati a costruire un fortino per difendere il nostro obbiettivo. Avremo facoltà di costruire con tre materiali diversi (Legno, Mattoni e Metallo), i quali avranno anche una diversa resistenza ai danni, e di piazzare alcuni tipi diversi di trappole atte ad arrestare l’avanzate delle “forze del male”. Nonostante meccanicamente la fase costruttiva sia ben implementata e piuttosto intuitiva, in realtà al momento non offrirà grandissime possibilità anche e soprattutto a livello di item e trappole che sarà possibile costruire. A questo si aggiunga che ogni costruzione sarà quasi sempre utilizzabile limitatamente allo stage in cui ci troveremo a giocare e che, al contempo e in opposizione, le risorse che utilizzeremo verranno “trasportate” nel livello successivo: questa meccanica ci porterà naturalmente alla parsimonia nella costruzione, forzando “silenziosamente” il player a costruzioni semplici e dirette al fine di non utilizzare troppe risorse.
Come già specificato, Fortnite è un titolo in Early Access e, come tale, non è esente da difetti o da scelte che lasciano adito a qualche dubbio. Innanzitutto, nonostante l’impostazione easy e piuttosto cartoonesca, il gioco è piuttosto profondo e complesso e, ad alti livelli, una gestione del HQ oculata è una necessità impellente per fronteggiare i devastanti attacchi della Tempesta. Ebbene, come già segnalato, Fortnite è un po’ carente a livello di informazioni e di spiegazioni, lasciando un attimo il player all’oscuro di alcuni meccanismi importanti specialmente nelle battute iniziali ma che, ovviamente, dopo una manciata di ore saranno abbastanza chiari e assodati. Data la mole notevole di informazioni, item e possibilità offerte, anche la User Interface generale si presenterà un po’ macchinosa e complessa e, almeno all’inizio, lascerà un po’ disorientati.
Nonostante il gioco offra già adesso una notevole quantità numerica di contenuti, in realtà Fortnite soffre di una certa ripetitività del gameplay e una bassa diversificazione dei contenuti “diretti”. In modo particolare, si fa pesantemente sentire la mancanza di una modalità Endless o Free Roam, sorta di “sancta sanctorum” dei generi prescelti da Epic per la sua creatura e che, effettivamente, fa venire un po’ meno l’etichetta “sandbox” affibbiatagli dagli stessi sviluppatori. Al momento, infatti, esiste praticamente un’unica modalità di gioco, seppur variegata da obbiettivi diversi e da una discreta quantità di mappe giocabili in cooperativo, unitamente a vastissime possibilità di customizzazione. Naturalmente, il gioco è solo all’inizio del suo (speriamo!) lunghissimo cammino, quindi ci aspettiamo che a breve le cose cambino radicalmente!
Naturalmente, Fortnite è costruito attorno ad un futuro modello Free to Play, quindi all’interno del gioco sono inserite micro-transazioni che consentono di ottenere delle “pignatte”, nulla più che simpatici loot box parlanti a forma di lama il cui contenuto varierà notevolmente. All’interno di questi “scrigni”, i quali saranno comunque ottenibili giocando “a portafoglio chiuso”, troveremo power up e buff di varia natura, ma anche survivor e personaggi giocabili di differenti gradi. Naturale che la “questione” sia destinata a mutare visto che, come ha più volte dichiarato Epic, Fortnite avrà in futuro anche una modalità competitiva che, com’è logico aspettarsi, potrebbe essere fortemente viziata dalla possibilità di accedere a personaggi più potenti “sganciando dindini”.
Da un punto di vista tecnico, Fortnite si attesta su ottimi livelli: la mano sapiente di Epic è riscontrabile in ogni angolo e, nonostante non sia esattamente il titolo più sconvolgente del secolo da un punto di vista estetico, il suo stile cartoon è finemente realizzato e ben si sposa con l’endemica comicità che fa da contorno al gioco. Nonostante al momento non siano presenti tanti “look” diversi, le mappe si presentano ben realizzate e con un numero di dettagli discreto, senza contare la quasi completa distruttibilità degli stessi. I modelli dei personaggi hanno una resa grafica di elevata fattura e, al contempo, sono sapientemente realizzati e caratterizzati da un alto tasso di comicità. Anche i nemici godono di una buona realizzazione tecnica, seppur non ci siano tantissimi modelli delle stesse classi. Durante le mie sessioni, testando la versione PS4 del gioco, ho riscontrato alcuni crash casuali e sparuti cali di frame rate che, a conti fatti, non hanno inficiato particolarmente sullo scorrere dell’esperienza ludica. Comparto sonoro eccellente, con musiche che spaziano da soffici tematiche ambient a track più scanzonate e divertenti. Da segnalare anche l’ottimo lavoro di caratterizzazione vocale dei personaggi, che hanno ognuno una serie di divertenti frasi distintive a tema.