LEGO Disney Pirati dei Caraibi – Recensione

Anche Jack Sparrow è stato trasformato in mattoncini LEGO…

Dopo aver “adattato” al mondo LEGO alcune delle più celebri serie cinematografiche, il team Traveller’s Tales non poteva mancare l’occasione di trasformare in mattoncini anche il leggendario capitano Jack Sparrow e tutta la sua ciurma, ormai prossimi al debutto nelle sale italiane con il quarto capitolo di un saga che ha frantumato – finora – ogni record al box office. Conoscendo la cura con cui Traveller’s Tales aveva adattato Harry Potter, Star Wars, Indiana Jones e compagnia bella, non nutrivamo grandi dubbi sul risultato complessivo. E già dal filmato introduttivo possiamo intuire grasse risate, soprattutto ammirando le gesta del buon capitano (che chiaramente non cammina, ma ciondola da una parte all’altra dello schermo con il suo stile inimitabile…).

Dopo Warner Bros e LucasArts, quindi, è ora il turno di Disney Interactive, ma il risultato per Traveller’s Tales non cambia: un prodotto solido, ben confezionato, con qualche idea nuova e i soliti pregi/difetti. LEGO Pirati dei Caraibi ripropone tutti e quattro i lungometraggi (compreso l’ultimo Oltre i Confini del Mare) firmati dal celebre producer di Hollywood Jerry Bruckheimer. La campagna è composta da una ventina di livelli e una settantina di personaggi da sbloccare, il tutto “benedetto” da un comparto grafico spettacolare per il tipo di gioco (alcuni scenari lasciano davvero a bocca aperta) e impreziosito da una sontuosa colonna sonora, chiaramente ispirata dai lavori che il maestro Hans Zimmer ha partorito per la serie cinematografica.

Insomma, si tratta del solito adattamento LEGO con oggetti da costruire, puzzle da risolvere, salti in stile platform, divertimento in quantità industriale e nemici da trasformare in un ammasso di mattoncini. Traveller’s Tales aveva cominciato a modificare (“rinfrescare” è il termine più adatto) la struttura portante dei suoi giochi con l’ottimo Harry Potter Anni 1-4. La mutazione è continuata con il recente LEGO Star Wars III: The Clone Wars, di cui abbiamo apprezzato il tentativo di gestire le unità sulla falsariga degli RTS. Il cammino di aggiustamento culmina con questo Pirati dei Caraibi, laddove, per esempio, ci sono sezioni dove sparerete con un cannone in prima persona. Sin dai primi istanti di gioco a colpire è – come detto – il comparto grafico: l’engine è ottimo e basta dare un’occhiata all’acqua cristallina o ai velieri per restare estasiati. Stupisce in particolar modo la superba caratterizzazione dei personaggi, su cui spicca chiaramente un Jack Sparrow semplicemente strepitoso.

LEGO Pirati dei Caraibi è strutturato in quattro capitoli e ripercorre in lungo e in largo i lungometraggi in modo “abbastanza” pedissequo, riproponendo le scene più famose e gli scontri più spettacolari, impregnandoli con la classica ironia tipica dei titoli della serie. Per esempio, all’inizio ci si troverà a liberare dalla prigione il buon Jack con l’aiuto di un cane e dell’indomito Will Turner, per poi finire a combattere a Port Royal, prima di scappare sulla Perla Nera alla ricerca della bella Elizabeth Swann. Insomma, se conoscete a memoria i primi tre film (il quarto, come detto, uscirà tra qualche giorno) vi troverete a risolvere velocemente gli enigmi proposti e a utilizzare il “personaggio giusto al momento giusto”. Jack Sparrow dispone di una bussola che lo aiuterà a trovare determinati oggetti, mentre Will potrà sbloccare meccanismi particolari utilizzando le proprie abilità di fabbro. Altri personaggi, invece, potranno riparare oggetti, compiere doppi salti, scavare e così via.

Il multiplayer cooperativo, ovvero uno dei punti di forza delle precedenti produzioni (tramite il consueto split screen dinamico, che alcuni amano, altri odiano), ritorna in modo convincente anche in Pirati dei Caraibi: con otto personaggi controllabili nel corso di ogni missione la collaborazione è fondamentale, giacché ogni personaggio si rivela utile per il completamento di un livello. Tra l’altro, rispetto agli altri titoli LEGO, è richiesta al giocatore una maggiore interazione con gli scenari. Certo, ogni tanto vi capiterà di vagare alla ricerca di un certo oggetto o cercando di capire come superare un determinato ostacolo, ma – tranne in alcuni casi – si procede abbastanza spediti.
Vi abbiamo già detto di come, a parte qualche sporadico calo di framerate nella modalità split screen, il motore grafico di Pirati dei Caraibi faccia ampiamente il suo dovere. La longevità è garantita dalla possibilità di rigiocare i livelli e sbloccare tonnellate di oggetti e personaggi, come è usanza per la serie.

Insomma… LEGO Pirati dei Caraibi è un titolo ideale per far giocare assieme un bambino e un adulto, anche perché la fantasia dei piccini ben si sposa con la razionalità dei più grandi, magari utile per superare qualche puzzle un po’ più complicato del solito.