Ecco le nostre sensazioni dopo un primo giro di prova presso la sede milanese di Halifax.
Sarà davvero l’anno della svolta? Chi lo sa. Fatto sta che, in una recente presentazione nella sede del distributore italiano di PES, siamo rimasti sorpresi nel trovarci di fronte a video tanto circostanziati (e che potete ammirare sulla pagina ufficiale facebook) sulla nuova intelligenza artificiale della saga: gente che scatta solo per “portare via l’uomo”, gente che taglia anche in diagonale invece che sfilare sui soliti “binari” orizzontali, gente che semplicemente si lancia alla rincorsa, invece di rimanere imbambolata come nei precedenti capitoli. E ancora: linee difensive che ragionano e avanzano all’unisono per non lasciare liberi interi latifondi in cui un portatore di palla avversario può tranquillamente prendersi un caffè prima di scoccare una bazookata verso la porta o provare un maligno filtrante rasoterra. Insomma, se qualche anno fa si parlava di un fantomatico “teamvision” senza spiegare esattamente di cosa si trattasse, stavolta ci sono filmati appositamente preparati per illustrare le nuove routine comportamentali, individuali e di squadra, che dovrebbero graziare l’intelligenza artificiale dei giocatori di PES.
Segno di una determinazione un po’ più marcata da parte degli sviluppatori capitanati da Shingo Takatsuka, che nelle ultime iterazioni della saga ci avevano proposto novità che non avevano un grande influsso sul gameplay vero e proprio: una lavagnetta tattica interattiva, delle “figurine” delle abilità speciali, una concatenazione di finte e controfinte. Anche soluzioni azzeccate (la lavagnetta su tutte), per carità, ma non quello che serviva per rimontare sulla superiorità qualitativa raggiunta dal rivale diretto FIFA. Non solo: da quest’anno, addio croce direzionale per definire la traiettoria del calciatore controllato e l’orientamento dei suoi palloni smistati. È ora la levetta analogica sinistra a diventare protagonista, sia negli spostamenti che nell’indirizzamento di lanci, passaggi e cross, grazie a una graduazione a 360° che viene finalmente valorizzata. Anche perché, da questa edizione, l’indirizzamento del pallone non richiede la pressione aggiuntiva di un tasto che annunci alla CPU di lasciar perdere qualsiasi forma di assistenza, anche se è ancora possibile stabilire a priori un livello di aiuto da parte del computer.
Ma ovviamente, dopo la rivoluzione della saga di EA, i veri videogiocatori di calcio oggi si vedono da come sanno gestire il “controllo totale” del pallone. Tante belle parole, che però senza una prova su strada ristagnano nel limbo della retorica, per poi venire magari travolte dalla dura realtà del prodotto finale. Ma noi una prova su strada l’abbiamo fatta. È stato un collaudo su un codice ancora a uno stadio primitivo di sviluppo, eppure le impressioni finali sono positive. Spieghiamoci meglio: era una versione in cui molte delle nuove routine di intelligenza artificiale non erano manco state applicate, in particolare nel caso delle difese. Eppure… quella sensazione tipicamente PESsiana di un calcio tambureggiante soprattutto perché pilotato, quello stile un po’ robotico dei calciatori sia negli spostamenti che nelle animazioni, quel pachinko che spesso si verificava a centrocampo, beh… erano tutti decisamente mitigati. Da che cosa? Da una nuova manovra più fluente, con movimenti meno legnosi, smistamenti del pallone con uno spettro finalmente più ampio, giocatori molto più vogliosi di dettare il passaggio, laddove si notava che l’intelligenza artificiale offensiva, a differenza di quella difensiva, era a uno stadio più avanzato di sviluppo. Quella sensazione di un calcio PESsiano scoppiettante ma anche isterico non è più così netta: i cambi di direzione che sembravano ormai spasmi, il trotterellare un po’ ingobbito e i batti-e-ribatti caotici non sembrano più far parte della tipica iconografia della saga.
E ci è parso di vedere anche un buon rispetto per la “fisica dei contatti fisici”, con un repertorio di animazioni più ricco dell’ultima edizione, in cui giocatori che subivano un contrasto si producevano nella stessa capriola, di qualsiasi natura e da qualsiasi direzione provenisse l’intervento. Per i portieri possiamo spendere poche parole, perché era chiaro che nel loro caso il lavoro sull’intelligenza artificiale era a uno stadio ancor più arretrato, visto che abbiamo notato lo storico vizio di uscire più sui piedi che sul pallone di un avversario lanciato a rete, respinte di pugni su traversoni non particolarmente tesi e parate in due tempi che si potevano tranquillamente chiudere in maniera più “sintetica”: da verificare nuovamente in fase di recensione (o in prossimi codici a uno stadio più avanzato).
Un’altra cosa che abbiamo avuto modo di saggiare è la nuova impostazione che prevede il controllo del destinatario (e non del battitore) su falli laterali, corner e calci di punizione. Ovviamente, si tratta di qualcosa di obbligato solo nel caso delle rimesse. Da aggiungere il fatto che tramite la levetta destra si può cambiare destinatario in qualsiasi momento, rendendo ancor meno meno facile la lettura delle intenzioni di chi batte: una soluzione azzeccata, che – soprattutto sulle punizioni – potrà consentire di mascherare meglio i propri schemi, giocando per esempio sul dubbio che l’attivazione del destinatario non sia in realtà una finta per nascondere altri “piani”. Un ulteriore aspetto che non abbiamo potuto chiarire sarà il nuovo protagonismo degli arbitri: non nel senso che saranno esageratamente interventisti, ma che avranno una loro precisa identità. Dovrebbero, infatti, non solo avere nomi e fattezze reali di famosi direttori di gara, ma anche un’“iconografia” tipica che li contraddistingua, che comprenda decisioni sbagliate in partita e persino contempli la sudditanza psicologica nei confronti di certe squadre.
Per quello che riguarda la grafica, c’è stata l’ammissione che il progetto di migliorare l’intelligenza artificiale era prioritario rispetto a quello di aggiornare il motore grafico. In effetti, PES 2012 pare abbastanza invariato dal punto di vista estetico rispetto al predecessore. Tuttavia, il gioco ha comunque il modo di farsi apprezzare per qualche preziosismo. Per esempio, durante i replay c’è l’espressività più sofisticata e realistica dei giocatori quando esultano o si arrabbiano. Oppure – finalmente – ecco un po’ di vita a bordo campo: durante la partita vedrete gli allenatori in piedi a dare indicazioni (tra l’altro ritratti col look giusto: abbiamo giocato un Milan-Barcellona e Allegri e Guardiola avevano i dettagli al loro posto), steward indaffarati e cameraman distribuiti dappertutto con vari tipi di telecamere, compresa quella “a gru” per riprese panoramiche dietro la porta.