La melanzana senza arti fa il botto anche su PS Vista. Scopritene i pregi nella nostra recensione di Rayman Origins per la nuova console portatile di mamma Sony.
Ci sono due modi per affrontare questa brevissima recensione. Il primo, più didascalico, è di rispiegarvi per filo e per segno cosa sia Rayman Origins, decantandone i pregi e sottolineandone i difetti. Tuttavia, questo tipo di esercizio stilistico è già stato ampiamente completato nell’articolo che riguarda le console da salotto, e che potete leggere in tutta comodità cliccando qui. Il secondo, invece, è di tentare di capire assieme a voi cosa mi abbia spinto a rigiocare come un matto su una console portatile un titolo che avevo già terminato due volte nei mesi passati. Chi mi conosce sa come sia davvero molto raro che mi cimenti nuovamente con un videogioco dopo averlo portato a termine una volta… figuriamoci due! Eppure… eppure la versione PS Vita, che non ha nulla di più rispetto alla controparte per Xbox 360 e PS3 (e anzi… a dirla proprio tutta, c’è qualcosina in meno, di cui racconterò a breve) resta dannatamente divertente, è realizzata con una pulizia eccezionale e rappresenta semplicemente il miglior titolo in cui possiate sperare di imbattervi per il nuovo gingillo tascabile di Sony, assieme a quella droga da sbroccati-bum-bum di Lumines Electroinc Symphony (qui la recensione di Alberto Bono, prima che lo ricoverassero in un ospedale psichiatrico).
Punto primo. Graficamente il gioco è una bellezza da vedere e non si discosta di nulla (sottolineo “di nulla”) dalla versione padre. Certo, il codice di partenza riguarda un titolo 2D, ovvero una roba che – per quanto realizzata con stile e amore per il dettaglio – non si può certo dire che abbia spremuto fino al midollo le capacità tecniche di PS3 e Xbox 360. A ogni modo, Rayman Origins in formato PS Vita lascia a bocca aperta: livello dopo livello, mondo dopo mondo, tutto è stato replicato in modo pedissequo, compresi moltissimi effetti non proprio banali da riprodurre su una console portatile, come, ad esempio, le distorsioni del ghiaccio o la resa dell’acqua nei livelli sub. Certamente, la precisione in alcuni salti potrebbe andare a farsi benedire, vista la dimensione dello schermo in relazione a certi ambienti. Fortunatamente, nel caso non vogliate perdere troppe diottrie o – più semplicemente – desideriate “vederci meglio”, le proprietà touch dell’OLED di Vita possono venirvi incontro, giacché è possibile utilizzare il pinch per zoomare su una zona specifica, senza peraltro che il dettaglio grafico ne soffra.
Punto secondo. Qualche riga più sopra vi ho detto che la versione di Rayman Origins per PS Vita ha qualcosa in meno rispetto alle controparti da salotto. Si tratta abbastanza intuitivamente del multiplayer locale, una caratteristica la cui assenza è del tutto ovvia per motivi evidenti, ma che toglie più di qualcosina a livello di fruizione. In due – se non in tre o in quattro – ci si diverte di più, questo è pacifico. Piuttosto, visto e considerato quanto Sony stia puntando al lato “community” e alle notevoli capacità di connessione di PS Vita, mi sarei aspettato di trovare in questa versione una modalità multiplayer co-op online, già del tutto assente in modo ingiustificato nelle controparti per Xbox 360 e PS3. Purtroppo così non è, il che relega Rayman Origins “solo” a miglior platform pubblicato da diverso tempo a questa parte su qualsiasi piattaforma (assieme a Super Mario 3D Land, ovviamente), nonché a miglior titolo di lancio di PS Vita.