Quanto ci è mancato Doom 3? Ve lo spieghiamo nella recensione di questa BFG Edition.
L’anno era il 2004, il PC se la spassava alla grande e John Carmack non vedeva l’ora di farci conoscere le potenzialità del suo nuovo id Tech 4, l’ultima incarnazione di una serie di motori grafici senza eguali. Forse si concentrò un po’ troppo sulla tecnica e si dimenticò del resto del gioco, fatto sta che Doom 3, attesissimo seguito di una delle serie più amate di tutti i tempi, ha generato una spaccatura netta fra i supporter della software house texana.
Se, fino a quel momento, id non ne aveva mai sbagliata una, con il terzo capitolo di Doom qualcosa nel rapporto idilliaco con i fan si ruppe per sempre. Del resto, non erano poche le cose che non funzionavano, a partire da quell’insistere quasi pedante nel voler spaventare il giocatore con effetti “bu!”, modello tunnel degli orrori di Gardaland. Dopo un paio d’ore di gioco, avevi già sperimentato tutto o quasi, e il nascondere l’ennesimo Imp dentro uno sgabuzzino metteva solo in mostra una preoccupante mancanza di idee.
Burn, demon, burn! Game Inferno!
Per non parlare del fatto che il protagonista non poteva sparare e tenere in mano una cavolo di torcia elettrica nello stesso momento: sì, è vero, era una scelta di design, ma davvero dimenticabile. Fortunatamente, in questa BFG Edition il problema è stato risolto, così il nostro marine ipertecnologico riesce, nel 2145, ad andarsene in giro con una lucetta ai limiti della decenza, che però si scarica di tanto in tanto, come segnalato da un’apposita barra.
La conversione su console rappresenta comunque una ghiotta occasione per tutti quelli che si sono persi il gioco originale, anche perché fino a oggi lo si era visto solo sulla prima Xbox, al di fuori del PC ovviamente. Si tratta di capire, dunque, se ne vale veramente la pena, anche perché la nostra scorribanda su Marte non è invecchiata così bene.
Certo, è lodevole lo sforzo operato da id per ottimizzare e migliorare al massimo l’esperienza di gioco, implementando diverse caratteristiche tecniche di Rage; attenzione, però: se vi aspettate il livello di dettaglio del gioco in questione, siete fuori strada.
La grafica, infatti, è quella d’altri tempi, comprese texture tutt’altro che memorabili e una qualità poligonale al di sotto degli standard odierni. Il tutto gira a 60 frame al secondo (fissi), ma viste le dimensioni ridicole degli ambienti e il buio perenne che li avvolge, sarebbe stato patetico il contrario. Ciò detto, qualche sforzo in più lo si poteva fare, anche perché è evidente la mancanza di un qualsivoglia genere di antialias e una risoluzione sospetta, forse addirittura sub-HD.
Doom 3: BFG Edition è un po’ meno scuro rispetto al passato, ci sono più munizioni (ma dipende anche dal livello di difficoltà), mentre i check-point sono, più che altro, dei punti in cui il gioco salva per i fatti suoi (interrompendo l’azione, oltretutto). Nessuno vi vieta di mettere al sicuro i vostri progressi quando più vi aggrada, anzi: è consigliabile farlo con una certa continuità, perché i caricamenti non sono proprio istantanei.
C’è da dire che il controllo via joypad risulta egregio, a dimostrazione del buon impegno nel rendere l’esperienza accessibile senza mouse e tastiera, nulla togliendo alla sua incarnazione originale. La BFG Edition è buona anche a livello di contenuti, dato che oltre alla campagna principale è possibile spassarsela con l’espansione Resurrection of Evil e con le inedite Lost Mission.
Non mancano, per i nostalgici dei bei tempi andati, i primi due Doom, già apparsi su XBLA negli anni passati, ma una novità per i possessori di PS3. A essere precisi, ci troviamo di fronte a The Ultime Doom, che comprende gli episodi Knee Deep in the Dead, The Shores of Hell, Inferno e Thy Flesh Consumed. Per ciò che concerne Doom II, invece, è da segnalare la presenza del capitolo inedito No Rest for the Living, ideato appositamente da Nerve Software in occasione dell’uscita del gioco su Xbox 360.
Sia chiaro, a parte questi dettagli, i titoli sono identici fino all’ultimo pixel agli originali e non hanno subito nessun upgrade grafico; l’unica novità è rappresentata dagli achievement/trofei, che per alcuni possono bastare e avanzare.