Cinquanta sfumature di rosso – Recensione

Cinquanta sfumature torna al cinema forte dell’enorme successo dei due precedenti capitoli, e promette anch’esso di essere un successo al botteghino. Si conclude la trilogia tra un colpo di frustino ed una lacrima romantica. Fiaba a tinte rosse e nere controversa, amata dalle adolescenti ma paradossalmente odiata dalla comunità italiana del settore. Qual è la verità sul film più atteso della stagione? Scopriamolo insieme.

Il flyer ufficiale del tanto atteso Cinquanta sfumature di Rosso punta proprio sulla curiosità di vedere come andrà a finire la trilogia!

DOVE ERAVAMO RIMASTI

La storia d’amore e corde del giovane miliardario Christian Grey e della sua pupilla Ana è diventata ormai seria e si parla di confetti e cerimonie nuziali, in questo film, infatti, come nelle più belle favole tradizionali finalmente i protagonisti si sposano. Ma non sono tutte profumate rose e pungenti spine per gli strani protagonisti, perchè la fiaba rischia all’improvviso di trasformarsi in un thriller dalle tinte forti, in un crescendo narrativo che si allontana, decisamente, dalle altre due pellicole. Se il primo ed il secondo film approfondiscono il rapporto tra i due, qui stavolta si cambia decisamente registro, con colpi di scena inaspettati.

PICCOLI MASTER CRESCONO

La psicologia e caratterizzazione dei personaggi è decisamente migliore rispetto alle due pellicole precedenti, ed è persino più aderente alla trilogia letteraria da cui è tratta quella cinematografica. Se nel primo film abbiamo due semplici persone, a volte con poco carisma e fin troppo stereotipate, qui ognuno dei due protagonisti pare aver acquistato una sua dignità personale ed un carattere più forte. Siamo parecchio lontani dalla recitazione a volte grezza che caratterizzava sopratutto la prima prova su pellicola. Si, i personaggi sono decisamente più adulti ed hanno maggior consapevolezza di se. Del resto la storia stessa è ambientata su un lungo periodo. Gli attori sono ormai esperti nel loro ruolo e danno una prova di recitazione migliore. Di Mister Grey scopriamo un lato quasi romantico ed introspettivo. Siamo lontani anni luce dallo pseudo-Master pieno di sé che fa dichiarazioni altisonanti che lasciano il tempo che trovano. Lo vediamo suonare il pianoforte e per la prima volta cantare, con stupore di tutti gli altri personaggi sulla scena. Si, persino piangere ad un certo momento. E i lettori più attenti diranno, un Master che piange? Impossibile. Eppure Mister Grey ha qui una dimensione più umana, e per la prima volta nella trilogia lascia scoprire lati inediti del suo carattere. Una buona prova di caratterizzazione. I momenti ambientati in ospedale, senza fare troppi spoiler, raggiungono livelli emozionali molto alti. Alcuni personaggi del passato ritornano, come la Mistress che ha iniziato Christian a questo mondo oscuro, facendone per anni il suo slave personale e che, ancora oggi, per Ana rappresenta un ostacolo al loro rapporto personale. L’estrema gelosia di Christian ed Ana, sempre attenti a “preservare il loro territorio” da bellocci e ragazze appetibili, come la stagionata ma ancora parecchio piacente Elena o la sexy architetto Gia, a volte stride con le caratteristiche di un “vero” rapporto D/s. Questo spesso invece è improntato alla relazione libera e senza troppi vincoli, ma lo sappiamo che, in realtà, il tutto è solo un elemento di contorno per attirare il grande pubblico vanilla e curioso. Chi sono i vanilla, vi chiederete? Così la comunità ufficiale chiama i non praticanti, quelli che fanno solo sesso tradizionale, senza alcuna tendenza Kink. Il film non lesina momenti romantici, comprese dichiarazioni, con anello incorporato, e le mescola con altri più erotici, spesso ambientati nella stanza dei giochi.

GRIGIO, NERO E ROSSO, TRE COLORI PER UNA SOLA PASSIONE

La conclusione della trilogia pare avere una marcia in più rispetto ai due precedenti film, ed unisce molti diversi stili espressivi. Non mancano nel film degli inaspettati momenti di azione pura, a volte vediamo degli inseguimenti in automobile a tutta velocità degni del miglior Transporter o di GTA! Alcuni punti lasciati in sospeso precedentemente, come ad esempio il misterioso incidente in elicottero, vengono finalmente svelati, con tanto di presenza di un Super Villain dal nome incredibilmente evocativo. Un colpo di scena finale nella trama, andrà anche a scavare nel passato del giovane Christian. La spruzzata di thriller, compreso il classico rapimento che aggiunge tensione nello spettatore, è un elemento di fatto molto interessante, anche se, ad alcuni, potrà sembrare fuori luogo in un film che, a parte lo specchietto per le allodole degli elementi BDSM, alla fine è una fin troppo tradizionale storia d’amore. Con tanto di lieto fine e matrimonio! Quasi un film disneyano quindi? Non del tutto. Non mancano nel film momenti di umorismo e battute tipiche di chi, perlomeno, conosce il settore. Nel momento in cui avviene una intrusione nella villa dei Grey ed il colpevole viene bloccato, con il classico mani in alto, una delle persone intervenute chiede alle guardie del corpo se hanno della corda a disposizione per legare l’intruso ed ottiene una risposta negativa. Ma Ana interviene subito dicendo “noi si!” con una divertentissima battuta che strizza l’occhio alle pratiche Bondage, assolutamente in tono con l’umorismo dei praticanti del settore. Battuta in stile “questo Cane fa un male cane!” riferendosi ad un noto e doloroso strumento usato per lo spanking. Altra battuta fine è quella in cui Christian dice ad Ana “Lei vuole comandare dal basso Miss Grey, ci posso stare”, con una fine citazione al classico ribaltamento delle parti tipico di molti rapporti D/s di stampo relazionale. Ricorda un classico film del settore, Historie D’O, in cui alla fine la slave senza nome chiamata solo O decide di fare Switch e passare dall’altra parte della frusta. Per chi non lo conoscesse, il grande classico è un film del 1975 diretto da Just Jaeckin e tratto dal romanzo di Pauline Réage. Buone trovate, che sicuramente giovano all’intero comparto narrativo del film.

Finalmente un po di lato oscuro? Si, ma alla fine anche una delle poche scene a tema dell’intero film!!!

 

I’M YOUR SLAVE, MY MASTER!

E qui veniamo al punto che in molti aspettavano. Quanti elementi BDSM si vedono nel film? Abbiamo pagato il biglietto, ed ora vogliamo l’azione, diranno in molti! In realtà Cinquanta sfumature di Rosso è, tra le tre pellicole, anche quello che osa meno da quel punto di vista. Si intravedono spesso diversi flogger ordinatamente appesi alla parete, ma questi non vengono mai usati. Brevi e fugaci scene in cui, a rapporti fin troppo tradizionali, vengono applicate piccole citazioni, a volte una mascherina rossa, altre degli elettro stimolatori, una intrigante scena di Food Play, che di fatto starebbe bene però in qualunque film romantico a caso, oppure il fatto che, dopo un litigio, Ana vada a dormire proprio nella Stanza dei Giochi. Luogo oggi fin troppo iconico e caratterizzante che ha acceso la fantasia del pubblico più curioso. Una critica forte va mossa, però, ad alcune dinamiche applicate in modo scorretto, come ad esempio il fatto che Mister Grey una volta decida di esagerare e punire davvero Ana perchè semplicemente ha visto una sua amica di nascosto, rischiando di finire in pericolo in un locale pubblico. Questo è l’unico momento in cui la ragazza, che di solito si abbandona beata ai giochi del suo Master, decide di usare la Safeword, la parola di sicurezza che serve ad interrompere il Play Time nel momento in cui la parte sottomessa provi disagio psicologico o fisico e decida di interrompere la sessione in corso. Una parola qui simbolica ed evocativa, la semplice “Rosso”.

Di seguito una scena tratta dall’ultimo film della trilogia più controversa di sempre:

CAST, LOCATION E COLONNA SONORA

Il cast del film è confermato in pieno, da regista James Foley ai due protagonisti Dakota Johnson, nei panni di Anastasia Steele e Jamie Dornan in quelli dell’iconico Mister Grey. La sceneggiatura è affidata a Niall Leonard, la splendida fotografia è a cura di John Schwartzman, mentre il montaggio è di Richard Francis-Bruce. Una citazione speciale meritano le location scelte per il film, in particolare quelle di Aspen, città circondata dalle montagne rocciose del Colorado, e Seattle, evocativa città dello stato di Washington, piena di palazzi alti e fitti ma anche circondata da enormi parchi verdi, boschi e spazi aperti. Entrambe le ambientazioni danno alla pellicola un comparto visivo molto appagante, specie nelle scene a largo raggio. La colonna sonora offre altrettanto, con alcune canzoni azzeccate, tra cui la classica I Feel Good di James Brown, ben reinterpretata, e motivi strumentali azzeccati e mai fuori luogo. le musiche inedite del film sono state scritte da Denny Elfman, celebre compositore statunitense, presente spesso nelle opere di Tim Burton ed autore col suo gruppo, gli Oingo Boingo, della canzone Stay, colonna sonora di Donnie Darko.

NOVE SFUMATURE E MEZZO, IL CAMEO DI KIM BASINGER

Film simbolo del genere negli anni ottanta, l’indimenticabile Nove Settimane e Mezzo diretto da Adrian Lyne nel 1986, è entrato di diritto nella storia del cinema. Per inciso i due protagonista della vecchia pellicola erano caratterizzati decisamente meglio dal punto di vista psicologico e caratteriale. Per chi non lo conoscesse consigliamo a tutti la visione del grande classico del passato. Protagonista indiscussa era Kim Basinger, attrice oggi fin troppo conosciuta, ma che all’epoca si era lanciata proprio in occasione di questo film. Averla in quello che tutti considerano il seguito spirituale è, decisamente, una grande mossa dal punto di vista citazionistico.

NON SOLO SFUMATURE, GLI ALTRI FILM DI GENERE

Una breve citazione per i migliori film che trattano, più o meno in modo azzeccato lo stesso tema, spesso però da punti di vista differenti. Dello stesso periodo del già citato Historie d’O ricordiamo Maîtresse, pellicola del 1975 diretta dal regista francese Barbet Schroeder, pellicola che racconta la vita di una Mistress in cui si una la tecnica del verismo, con le scene a tema interpretate da veri appassionati e praticanti del settore. Uno dei migliori film di genere resta poi Tokyo Decadence, diretto dal regista giapponese Ryū Murakami nel 1991, un vero capolavoro indiscusso, da vedere e rivedere. Anche tra le produzioni recenti troviamo però alcune chicche di notevole fattura. Tra questi spiccano il romantico Secretary, una tenera “romance spanking comedy”, come chiamata dallo stesso autore, il regista Steven Shainberg, che ha trasposto su pellicola nel 2002 l’avvincente racconto breve Bad Behavior dell’autrice statunitense Mary Gaitskill. Il protagonista, l’avvocato Edward Grey, peraltro, è il diretto ispiratore del suo omonimo Più bizzarro infine il film cult del 2007 Walk All Over Me del regista canadese Robert Cuffley, che racconta le avventure di una Prodomme e della sua migliore amica che si trovano, per una serie di assurdi equivoci, implicate in un thriller mozzafiato, ricco di citazioni sadomaso impossibili e divertenti.

Con un discreto successo al botteghino, il film Secretary lancia definitivamente l’attrice Maggie Gyllenhaal, nei panni della spankee Lee Holloway

 

ANCORA PIU’ OSCURO, ARRIVA DARKER

Dai romanzi alla pellicola, dunque il passo è breve. L’opera letteraria scritta dall’autrice londinese Erika Leonard James è una spanna superiore ai film e ne consigliamo sicuramente la lettura per chi non la dovesse conoscere. Per tutti quelli che pensavano di essersi liberati, finalmente, delle romantiche ed oscure vicende legate al Signor Grey ed alla sua ingenua, ma non troppo, Anastasia, ricordiamo che un nuovo ed avvincente romanzo sta ora cavalcando l’onda del successo commerciale della trilogia originale. Una sorta di The Hobbit per le sfumature? In arrivo una nuova trilogia per Grey o altro? Solo il tempo ci dirà quale sarà il destino della serie.

LA FIDUCIA, IL PRIMO INGREDIENTE DI OGNI RAPPORTO E’ LA FIDUCIA.

Passione, desiderio e voglia di trasgressione. Ma non solo, tra i due personaggi il rapporto è più complesso. In una scena ambientata in banca, ad esempio, Ana chiede di poter prelevare a breve una cifra molto alta, cinque milioni di dollari, ed il banchiere, guardingo, le dice di dover fare una telefonata, passandole poi, guarda caso, il marito. Una figura da ragazzina, decisamente! Ma alla fine il lungimirante Mister Grey le concede di portar via la cifra, per lui immaginiamo comunque quasi irrisoria, pur non sapendone il motivo. Perchè lo fa? Perchè tra loro c’è fiducia. E la fiducia, si sa, è il primo e più importante elemento di ogni rapporto.

COLPISCIMI ANCORA UNA VOLTA, MARKETING

Più sferzante di una bullwhip in pelle nera può essere solo il marketing di
Universal Pictures. Sfruttando in maniera magistrale l’enorme curiosità delle nuove generazioni verso le attraenti tematiche dei libri originali, la casa cinematografica statunitense si è mossa incredibilmente bene, promuovendo nel modo migliore il film. La mascherina che si vede nella pellicola, iconica e simbolica, ad esempio, è uno degli oggetti più venduti attualmente sul mercato.

OBEY YOUR MISTRESS. NOW!

Una piccola nota per la presentazione del film, alla stampa ed in seguito, allo scoccare della mezzanotte al pubblico. Universal Pictures, maestra nella promozione dei suoi prodotti di punta, ha piazzato all’ingresso della sala una evocativa tenda rossa con ben due Mistress armate di frustino, vestite in latex ed harness con catene, con delle piccole vetrine con gli stessi oggetti tipici del settore che poi si vedranno realmente citati nel film. Ci verrebbe da dire, decisamente, il marketing che colpisce!

ALL YOU NEED IS LOVE. AND BONDAGE.

Amore e corde, passione e catene, calde gocce di cera colata sul corpo sostituiscono i baci appassionati tra gli amanti. Questo, ci si aspettava. Tutto fumo e niente arrosto, però, perchè ormai, soprattutto nella terza pellicola, c’è ben poco BDSM, nemmeno il più misero colpo di frustino tra i due. Di fatto solo una tradizionale storia d’amore che, per quanto scritta bene, è lontana anni luce dal mondo a cui vuole a tutti i costi ammiccare con malizia.

 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.