Candleman – Recensione

A volte per entrare nel cuore dei giocatori non servono personaggi graficamente super dettagliati, espressioni tratteggiate con l’ausilio del motion capture o un background narrativo da far invidia a quello dei protagonisti di un best seller. A volte è sufficiente emozionare. E di emozioni ne riesce a trasmettere davvero molte la candelina protagonista di Candleman, platform 3D uscito lo scorso anno su Xbox One (per il filone delle produzioni ID@ Xbox) e sbarcato da poco anche su PC (Steam). Ad occuparsi dello sviluppo la cinese Spotlightor Interactive (al loro esordio con un vero videogioco: prima di Candleman solo Chrono Express per Android e iOS Chrono Express) che racconta l’emozionale storia di un piccolo cero che sogna di diventare un potente e luminoso faro.

Un viaggio introspettivo e a tratti persino melanconico, dove la piccola candela – costantemente in lotta con il buio – si accorgerà ben presto dei suoi limiti ma, al tempo stesso, della sua unicità e di quanto una fiamma che si accende da solo possa, a suo modo, combattere l’oscurità. Una narrativa che non cerca la (facile) metafora a tutti i costi, ma che inevitabilmente riesce a raccontare una storia tanto umana – e umanizzata – quanto straordinaria. Tuttavia, probabilmente a causa del basso budget, i sottotitoli durante le scene di intermezzo della voce narrante (audio in inglese) sono spesso pieni di strafalcioni grammaticali. Un vero peccato, ma fortunatamente la qualità complessiva della sceneggiatura non è stata minata.

Una candelina che si accende da sola e brucia per 10 secondi, dopodiché si spegne (e arriva inevitabilmente il game over). Queste le abilità di Candleman. 10 secondi per 10 vite, ad ogni livello. Un concept tanto originale quanto semplice, declinato attraverso un platform 3D lineare – a tratti persino elementare – ma mai banale. A farla da padrone il ruolo chiave della luce e del calore emanati dalla candelina protagonista, che si incastrano perfettamente e nel modo più coerente possibile con ogni ambiente e livello di gioco. Ma non è tutto oro quello che luccica, o brucia, in questo caso.

Gli enigmi ambientali ci sono, ma sono solo una manciata e spesso “a prova di bambino”, il platforming mette di fronte alla piccola candelina qualche ostacolo come trappole, pavimenti mobili, leve da azionare per aprire il passaggio, i tipici salti da compiere al momento giusto con un ampio margine di errore. La sensazione è che il giocatore venga preso per mano e accompagnato ai titoli di coda senza essere mai veramente messo in difficoltà, forse per fargli assaporare al meglio le atmosfere e la magica storia della candelina che voleva diventare un faro. Una chiara scelta di game design, che però potrebbe far storcere il naso ai giocatori che vogliono una sfida più impegnativa e stimolante: certe fasi sono davvero troppo facili.

L’avventura di circa 5 ore fila liscia come l’olio, soprattutto grazie alla grande varietà dei 12 capitoli che compongono l’avventura. Ogni livello è caratterizzato da uno stile unico e che affida un forte significato alla luce della candela, con scelte di level design davvero molto valido, ad esempio, piattaforme invisibili che prendono forma, fiori che sbocciano rendendo accessibili determinati passaggi, l’ombra proiettata da alcuni cubi (illuminati dalla candela) per attivare speciali leve e tanto altro ancora.

Vista la costante assenza di luce degli scenari, la difficoltà maggiore a livello di gameplay sarà quella di dover memorizzare – onde evitare di sprecare secondi preziosi di luce (ricordiamo che sono solo 10) – il tragitto sicuro da percorrere per evitare di capitombolare in qualche fosso. Fra una sezione di livello e l’altra ci sono delle piccole candele che si possono accendere per illuminare leggermente il cammino, e alcune di queste funzionano anche da checkpoint. Le suddette candeline non sono però tutte facilmente raggiungibili e visibili, ma solo i giocatori più interessanti ai collezionabili e gli achievement troveranno nell’accenderle tutte un stimolo poiché per il giocatore non vi è nessun premio nell’accenderle tutte.

Un protagonista sui generis, una narrativa emozionale, atmosfere melanconiche. Sono questi i tre pilastri di un titolo indie made in China davvero davvero sorprendente e che, a prezzo budget (14,99 euro), vale assolutamente la pena acquistare. Sicuramente non adatto a chi è alla ricerca di un platform impegnativo e ludicamente stimolante perché le circa 5 ore di gioco non rappresentano mai (o quasi) una vera sfida per il giocatore. È proprio il caso di dirlo: “il gioco vale la candela”.

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