Fe – Recensione

Ci sono giochi che comunicano tramite immagini. Non hanno bisogno di dialoghi o lunghe linee di testo per raccontare una storia, facendo di ambientazioni, atmosfera e personaggi il propulsore che alimenta la narrazione. È questo il caso di Journey o del meraviglioso Shadow of the Colossus, prodotti di sicuro impatto visivo, qualitativamente straordinari. Fe segue un po’ questo trend e si presenta come una favola inondata di bellissimi colori, accompagnata da una colonna sonora capace di scuotere il giocatore emotivamente. Si tratta del primo titolo di EA Originals, e ho avuto il piacere di provarlo a fondo nei giorni scorsi. Non avevo mai immaginato che immergermi nel gioco fosse come vivere un sogno della mia infanzia, pieno di meraviglia e creature fantastiche. Fe mi ha stupito e vi racconto qui la mia esperienza.

Nei panni di una creatura simile a una volpe, mi sono ritrovato a dover salvare una foresta incantata da nemici minacciosi, conosciuti come i Silenti: entità pressoché inquietanti, che con il loro occhio ciclopico scaricano un potente raggio capace di distruggermi. Non sottovalutiamoli e forse avremo qualche possibilità di sopravvivere. Compaiono di punto in bianco soggiogando il mondo magico e i suoi abitanti, vale dire animali ed enormi divinità che da sempre vegliano sulla foresta. Il gameplay è dunque incentrato sull’esplorazione di questo onirico open-world, ma lascia spazio a fasi stealth e platform, non disdegnando al contempo intelligenti enigmi ambientali. In Fe lo scopo è quello di ripristinare l’ordine, cacciare la minaccia e liberare gli oppressi dall’oppressore, non un compito facile per una gracile creaturina antropomorfa. La meccanica di gioco che preferisco è quella che consente di comunicare con gli altri esseri viventi, elemento chiave per procedere nell’avventura. È possibile sbloccare abilità raccogliendo frammenti simili a cristalli ma, pian piano che la storia progredisce, soltanto intonando graziosi cori con gli animali permette di acquisire poteri unici. Così, basta premere delicatamente il trigger destro per conversare con loro e, a seconda della pressione del tasto, cambia il tono della nostra voce. Una volta sintonizzati sulla giusta frequenza viene a formarsi un legame, e la lingua appresa può essere sfruttata per interagire con l’ambiente. Per esempio è possibile far sbocciare un fiore in modo tale da poterlo usare come trampolino di lancio per raggiungere un’alta sporgenza, oppure raccogliere il nucleo di alcune piante e utilizzarlo come esplosivo.

Fe è un bel gioco, soprattutto a vedersi. Ogni bioma ha la sua tavolozza di colori, e mentre corriamo nel sottobosco, attraversiamo misteriose caverne e ci arrampichiamo in cima agli alberi, la luce cambia, ammaliando e affascinando. Il mondo intorno a noi è creato prismaticamente e riflette la luce del sole con sorprendenti esplosioni di colore. Un tronco d’albero scuro diventa costellato di rossi e arancioni se visto da una certa angolazione; come un cumulo di neve può assumere le caratteristiche da dipinto di un esponente del puntinismo. Fe ha anche una colonna sonora incantevole, a base di violoncello, viola e violino. La musica è a volte soave e giocosa, ricordandoci di giochi come Unravel. Quando però ci si trova faccia a faccia con la grandiosità della natura, si gonfia diventando trionfale. Una scena particolarmente suggestiva è il momento in cui bisogna planare sul dorso di una creatura enorme, simile a un cervo, con lo scopo di liberarla raggiungendo i terminali energetici delle catene che la tengono imprigionata. In quel momento la musica raggiunge picchi emozionanti e anthemici.

Non è, però, tutto oro quel che luccica, sebbene gli aspetti negativi di Fe siano ben pochi. Dispiace che l’intensa avventura possa essere completata in circa 6-8 ore, una longevità maggiore avrebbe senza dubbio giovato all’opera di Zoink!, team di sviluppo che ci ha precedentemente regalato Stick It to the Man! e Zombie Vikings (totalmente differenti dal titolo attuale). Mi è piaciuto che in Fe non ci fossero dialoghi, che la sua storia venisse raccontata attraverso misteriosi glifi e canti delle creature, ma ho avuto l’impressione che gli sviluppatori stessero narrando una fiaba un po’ troppo criptica: per gran parte del gioco non ero sicuro di cosa i nemici volessero fare e più in generale mi aspettavo qualcosa in più dalla trama. Il titolo affronta temi quali la collaborazione come percorso di crescita, fino ad arrivare all’ecologismo, inteso come rispetto per la foresta incantata e chi ci abita. Tematiche che richiamano fortemente alcuni lavori di Miyazaki e fanno riflettere il giocatore, spingendolo a scrutarsi.

Fe è un’esperienza che va oltre il videogiocare. Racconta una bella storia senza parole, e in questo eccelle assolutamente. Se ci aggiungiamo un mondo pieno di creature uniche e mistiche, meccaniche coinvolgenti e uno stile artistico evocativo, è difficile immaginare che qualcuno critichi aspramente il nuovo titolo di Zoink!. Che siate appassionati di sportivi o picchiaduro, FPS o RPG, consiglio caldamente di aggiungerlo alla vostra collezione. Vedrete, riuscirà a catturarvi e a emozionarvi, cullandovi con grazia attraverso musiche, immagini, colori.

La mia sedia a rotelle è come il kart di Super Mario. In qualsiasi cosa devo essere il migliore, altrimenti ci sbatto la testa finché non lo divento. Davanti a un monitor e una tastiera, però, non è mai stato necessario un grande sforzo per mettermi in mostra. Detesto troppe cose, sono pignolo e - con molta poca modestia - mi ritengo il leader perfetto. Dormo poco, scrivo tanto, amo i libri e divoro serie tv. Ebbene sì, sono antipatico e ti è bastata qualche riga per capirlo.

Accessibility Toolbar