A volte l’internet ĆØ davvero un postaccio brutto, di quelli in cui non vorresti mai capitare. Eppure ti ritrovi tuo malgrado a leggere commenti a volte beceri e inverecondi, a volte (e forse ĆØ anche peggio) saccenti e supponenti, troppo, TROPPO spesso spacciati per critiche costruttive, quelle sƬ legittime e anzi indispensabili per imbastire una qualsiasi discussione con un minimo di senso logico. Il contesto generale attorno a Metal Gear Survive ĆØ pieno zeppo di casi (umani) del genere, di gente che senza aver minimamente toccato il gioco o avendolo provato solo marginalmenteĀ (ma avendo avuto cura di mettere un bel dislike ai suoi trailer mesi fa) ĆØ giĆ pronta ad imbracciare i forconi e partire con un volo di sola andata per il Giappone. Direzione Tokyo, sede centrale di Konami. GiĆ , proprio quell’azienda brutta e cattiva che più di due anni fa aveva messo alla porta senza un minimo di rispetto il povero Hideo Kojima, lo stesso Kojima che ora, sotto l’ala di Sony per il progetto Death StrandingĀ e con piena libertĆ creativa, se la passa forse meglio di prima. Quando si dice il caso, eh?
Prima di essere lapidati anche noi, però, mettiamo un attimo le mani avanti. Diverse fra le critiche rivolte a Survive sono assolutamente motivate. In particolare il putiferio sulle microtransazioni, che nel gioco si estendono ben al di lĆ del semplice acquisto di un secondo slot di salvataggio per “soli” 10 euro. Vi interessa un gesto o un emote? Pagate. Un boost all’exp ottenuta per un determinato periodo di tempo? Idem. O ancora, volete più squadre di esplorazione per poter riportare al campo base un maggior numero di risorse? Perfetto, sganciate altri soldi. O meglio monete SV, la valuta premium di Survive, acquistabile con denaro reale. In via teorica sarebbe anche possibile non aprire mai il portafogli, dato che ogni giorno Konami ve ne regala dalle 20 alle 50 come bonus di accesso: il problema ĆØ che sono davvero troppo poche, e per rendere il sistema più onesto bisognerebbe aumentarne la quantitĆ o dare ai giocatori la possibilitĆ di acquistare tutto quanto con cristalli Kuban, valuta standard del gioco. Insomma, fin qui siamo d’accordo: Konami ha – ancora una volta – sbagliato quasi tutto nella gestione dell’immagine di una delle sue serie di punta, commettendo in parte gli stessi errori fatti con The Phantom Pain, in questo caso enormemente amplificati dalla pesantissima aria che tira attorno a Metal Gear Survive.
In sostanza, i veri “problemi” (e, in certi casi, la follia totale) cominciano quando ci si sposta dalle discutibili politiche commerciali di Konami e ci si mette a criticare per partito preso il gioco vero e proprio. PerchĆ© ragazzi, l’internet ha giĆ deciso, da mesi: Survive non ha senso di esistere e basta, perchĆ© non c’ĆØ Kojima a dirigerlo, perchĆ© non ĆØ Metal Gear, perchĆ© Konami ĆØ cattiva e mille altri motivi. Gnegnegne. Simili esternazioni, espresse con ben poca cognizione di causa e spesso senza ricordarsi di pensare per più di due secondi con la propria testa, stanno in questi giorni piagando le pagine social di mezzo mondo, fra stampa nazionale e internazionale. Alcuni commenti mi hanno lasciato talmente esterrefatto che vorrei quasi protrarmi attraverso lo schermo e parlarvene di persona, ripescando dagli annali del cinema un’iconica citazione di scottiana memoria:Ā “Io ne ho viste cose…”. Survive, suo malgrado, viene da molti definitoĀ il mostro di Frankenstein dei videogiochi (e fin qui…), un titolo senza senso, qualitativamente inferiore sotto tutti i punti di vista a The Phantom Pain, addirittura mediocre. E spesso solo per sentito dire. Mai come in questo caso al popolo internettiano (che per simili fatti non ha proprio memoria) fa comodo dimenticare che, proprio comeĀ Metal Gear Rising, Survive ĆØ uno spin-off con un’anima ludica del tutto diversa dai Metal Gear Solid dei Kojima Productions.
A queste persone mi verrebbe da chiedere se l’hanno provato davvero, Survive. Se si sono immerse nelle sue meccaniche fino al collo e se sono riuscite a valutarlo come un titolo a sĆ© stante e non come un qualsiasi MGS con un omino personalizzato da controllare al posto di Big Boss o Solid Snake. Personalmente, dopo quasi 20 ore di gioco e senza ancora accedere al vero e proprio core, ossia le missioni di recupero più difficili, sento di averne appena scalfito la superficie. Mi sto giĆ divertendo come non avevo mai fatto, però. Certo, Survive non ha le qualitĆ e la raffinatezza dei suoi predecessori nella narrativa e in determinati aspetti della sua struttura, ma ĆØ anche vero che appartiene ad un genere differente. Non ha senso etichettarlo a priori come scadente, anche perchĆ© nel gameplay a tratti ĆØ anche più riuscito rispetto ai suoi lontani fratelli. E non ĆØ più riuscito perchĆ© se lo merita e basta, ma perchĆ© ĆØ solo diverso. E forse, nel suo essere diverso, funziona anche di più.
Di una cosa però sono giĆ sicuro, e per questo vorrei fare una call to arms a tutti quanti, un appello al vostro buonsenso e alla vostra responsabilitĆ . Guardiamoci negli occhi e finiamola di paragonare Metal Gear Survive all’epoca kojimiana, perchĆ© quelli sono tempi differenti, segnati da altri videogiochi ideati da gente diversa. Tempi indimenticabili, ĆØ vero, anche seĀ ora ĆØ tempo di guardare al futuro. Quel ciclo si ĆØ chiuso, ma la serie Metal Gear (seppur con fatica) può sopravvivere anche senza il suo creatore: Rising e Survive, con le dovute differenze, l’hanno dimostrato e lo stanno dimostrando. Per qualche anno, con tutti i se e tutti i ma del caso, Konami potrĆ tranquillamente mandare avanti l’intero carrozzone a suon di spin-off. Poi chissĆ , si potrebbe anche aprire una nuova, grande era, magari scovando nuovi talenti proprio come Kojima, anche se come lui ne nascono davvero pochini. E anche se in tutto ciò, mettetevelo bene in testa, il problema non ĆØ Survive, bensƬ Konami stessa. Che, avendo il dominio delle sale giochi, dei pachinko e di altri business in Giappone, se la può spassare alla grandissima anche senza Metal Gear, e che in futuro sembrerebbe non avere alcuna intenzione di continuare a supportare seriamente una delle saghe che l’hanno consegnata alla storia dei videogiochi.Ā E allora forse si, anche i nostalgici inizieranno a rimpiangere quel brutto anatroccolo che risponde al nome di Metal Gear Survive.