Frantics – Recensione

Credo fermamente che la funzione PlayLink abbia un gran potenziale. È un modo tutto nuovo di videogiocare, fresco ed elettrizzante, capace di avvicinare a PlayStation 4 anche i giocatori meno avvezzi. Smartphone e tablet sono d’altro canto oggetti di uso quotidiano, e sfruttarli per interagire con quanto si muove su schermo, in una serie di azioni intuitive e alla portata di tutti, è una trovata casual che funziona alla grande. Ne ho avuto un’ulteriore conferma giocando Frantics, party game in cui gli utenti sono chiamati a impersonare animali fuori di testa (12 in totale), che si affrontano in una serie di competizioni capaci di tenervi incollati allo schermo. Credetemi, letteralmente incollati.

Se c’è un aspetto che ho apprezzato più di ogni altro di Frantics è che, a differenza di titoli PlayLink come Hidden Agenda o Dimmi Chi Sei, si è più giocatori che spettatori. Ogni partita è completamente diversa dalla precedente e l’esito dipende solo dall’abilità dell’utente, dai suoi riflessi e dalla sua scaltrezza. In compagnia di amici il gioco di NapNok Games crea una dipendenza assurda, tanto che avrò sentito la frase “facciamo l’ultima e ci fermiamo” un’infinità di volte nel corso della mia esperienza.

Frantics mette alla prova da uno a quattro giocatori. Nel caso in cui non ci siano almeno tre persone collegate con il proprio dispositivo mobile, tuttavia, ci pensa la CPU ad aggiungere il resto dei partecipanti. Ognuno è invitato a scattarsi un selfie che lo identifica in un buffo animale virtuale, che può essere cambiato qualora non si fosse soddisfatti dell’assegnazione. Peraltro, possono essere sbloccati alcuni accessori indossabili per dare un look ancora più singolare al personaggio, e la fisionomia modificata scuotendo lo smartphone. A quel punto si comincia. C’è una volpe dall’aria losca che, con tanto di cappotto e cravatta – e bicchiere di bourbon -, conduce la partita presentando agli utenti le sfide cui saranno sottoposti di volta in volta, cercando di mettere zizzania e incitando le liti. Il titolo contiene in tutto 15 minigiochi che spaziano da un genere all’altro, ognuno preceduto da un breve tutorial: da battle arena a strategici a turni (tipo il curling)… ce n’è per tutti i gusti! Ogni minigioco ha le proprie meccaniche, ma la sostanza non cambia. Frantics incita i giocatori a scuotere il proprio dispositivo, a oscillarlo a mezz’aria per muovere l’alter ego animalesco o a fare “tap” per eseguire varie azioni. In Tour de Frantics, per esempio, gli utenti devono gareggiare su due ruote in un tracciato con visuale dall’alto, controllando il proprio veicolo a suon di swipe sul touchscreen, nel tentativo di percorrerlo senza uscire fuori pista (e sfruttando le varie frecce disseminate sul terreno per accelerare temporaneamente). In Corsa dell’Inimicizia, invece, bisogna affrontare un percorso in stile Temple Run cercando di evitare i vari ostacoli presenti, sgomitando gli avversari e giocando sporco per far sì che perdano le proprie vite. In un altro minigioco ci si butta da un’alta impalcatura e vince chi atterra per primo, aprendo quindi il paracadute il più tardi possibile senza sfracellarsi; e in un altro ancora bisogna urtare a più non posso gli avversari per farli cadere giù da un ghiacciaio scivoloso. La varietà è buona e ogni partita è imprevedibile, merito anche degli esplosivi che vengono passati da un partecipante all’altro come patate bollenti.

Al termine di ogni minigame, chi ha avuto la meglio viene premiato con delle corone cumulabili che a fine partita determinano il numero di vite a disposizione per il gioco finale. Altrimenti, è possibile scegliere di concludere la serie di minigiochi con un’asta dove si acquistano ulteriori corone. Nel primo caso, gli utenti devono confrontarsi su una piattaforma ghiacciata e spintonarsi per cercare di essere i soli a rimanere nell’arena. Chi capitombola perde una vita, e si continua così fin quando non resta soltanto un giocatore. Nel secondo caso, invece, a gustarsi la vittoria è semplicemente chi ha collezionato più corone; ne consegue che fare una buona asta è di vitale importanza. A proposito delle aste: la valuta necessaria per ottenere ciò che viene battuto sono delle monete da raccogliere nei vari minigiochi, oppure ottenibili raggiungendo obiettivi nascosti come usare poco il jetpack, suonarle di brutto agli avversari o tenere più a lungo la dinamite durante la corsa. Di tanto in tanto ai giocatori vengono recapitate tramite smartphone missioni segrete che, se completate, garantiscono loro una corona extra. Il livello di interazione è davvero alto ed è importante sfruttare il display del proprio dispositivo anche in caso di disfatta per mettere i bastoni tra le ruote agli altri utenti: è possibile congelarli per un breve lasso di tempo o fare in modo che il terreno sotto di loro si sgretoli, tutti malus che potrebbero favorire chi è in svantaggio.

Frantics è un ottimo party game, longevo e con uno stile artistico davvero piacevole. La grafica è curata e il character design accattivante. Le musichette non sono da meno, azzeccate e orecchiabili. Come ogni titolo PlayLink succhia parecchia batteria al cellulare, ma è davvero uno dei pochissimi punti a sfavore del gioco. Se volessi trovare un altro ago nel pagliaio potrei dire che qualche minigioco in più avrebbero potuto mettercelo, ma alla fine 15 sono sufficienti per garantire un bel po’ di ore di intrattenimento; tenete a mente che parlo di un prodotto acquistabile a 20 €, pertanto il rapporto qualità/prezzo è decisamente buono. Giocatelo in compagnia degli amici e vedrete che non passerà troppo tempo prima che vi contatteranno su WhatsApp per chiedervi di organizzare un’altra partita, la più scorretta possibile.

La mia sedia a rotelle è come il kart di Super Mario. In qualsiasi cosa devo essere il migliore, altrimenti ci sbatto la testa finché non lo divento. Davanti a un monitor e una tastiera, però, non è mai stato necessario un grande sforzo per mettermi in mostra. Detesto troppe cose, sono pignolo e - con molta poca modestia - mi ritengo il leader perfetto. Dormo poco, scrivo tanto, amo i libri e divoro serie tv. Ebbene sì, sono antipatico e ti è bastata qualche riga per capirlo.