In un mondo dominato dal capitalismo più sfrenato, il denaro la fa da padrone. Cos’è, sentite aria di casa? Stiamo parlando invece dell’approdo su Switch di “Penny Punching Princess” (chiamato dagli amici nipponici “The Princess is Money Hungry”), un titolo che racchiude in sè quell’ideale dissacrante che fungerà da sfondo ideologico al nuovo gioco della Nippon Ichi Soft, già conosciuta per titoli di livello come Disgaea. Penny Punching Princess ha in comune con Disgaea i personaggi al limite dell’assurdo, il gameplay non canonico e la kawaiità onnipresente, Phantom Brave, La Pucelle, e chi più ne ha più ne metta.
Il Denaro è Potere
La spietatezza mascherata da comicità che caratterizza la maggior parte dei titoli orientali non risparmia neanche il mondo di Penny, il quale è interamente costruito intorno alla possibilità di corrompere i nemici e sfruttarli a nostro piacimento (un po’ come una sorta di Pokémon perversi, concedetemi il paragone), “comprando” le trappole che troveremo sul nostro percorso. Come? Facendo Break continui ed accumulando denaro a mo’ di loot dai numerosissimi mostri che animeranno i dungeon. I personaggi che possiamo utilizzare sono sostanzialmente due: Penny, il personaggio con cui inizieremo la nostra avventura, che è anche l’unico in grado di usare la fondamentale calcolatrice, e Isabella, una principessa non-morta che sembra smembrarsi ad ogni spostamento.
Il denaro è Potere, il denaro è Giustizia. Ed ecco che ora anche un plebeo di Livello 1 può deporre un tiranno dal trono, fintanto che riesce ad accumulare il Denaro per farlo. Il Sogno Americano? Più un incubo Orwelliano, se volete il mio parere. Tutti i regolamenti dei conti, anche in senso letterale, vengono giostrati da un’enorme calcolatrice, che compare sullo schermo nel momento in cui vogliamo corrompere il nemico di turno e può esser utilizzata sia con il TouchScreen (che, dopo essersi abituati un attimo, è senza dubbio il metodo migliore), sia con i controlli analogici. In aiuto giungono anche i cosiddetti Coin Miracle, che ci permettono di impostare diverse cifre a nostro piacimento sulla Calcolatrice. Gli effetti variano in modo randomico: si passa dalla classica magia di cura a vere e proprie devastanti piogge di meteoriti. Chiaramente, più soldi investiremo e più la magia sarà potente.
Fin qui non c’è moltissimo da segnalare: i veri problemi, più che altro, cominciano nel momento in cui ci si ritrova a gestire la calcolatrice il cui sistema di controllo risulta macchinoso e ben poco pratico, dovendo anche menare le mani nel frattempo. Scordatevi di poter avere anche solo un attimo di pace: la confusione la fa da padrone praticamente in ogni momento di gioco. Del resto stiamo parlando di un RPG Brawler, e forse decidere di gestire tutto quanto tramite un invasivo menu a tendina, che fra l’altro copre approssimativamente quasi metà dello schermo, non è stata una grandissima idea. Anzi. Se si considera conto che tutto il sistema di crafting e sviluppo del personaggio è basato sull’utilizzo della calcolatrice, il team di programmatori avrebbe fatto bene ad implementare questa meccanica in modo più intelligente.
Acchiappali Tutti
L’obiettivo del gioco è sostanzialmente tutto qui: raccogliere Denaro, aprire bauli gialli nascosti nei livelli per trovare statue Zenigami e catturare nemici. Sarà indispensabile eseguire il “Bribe” su ogni nemico e trappola che incontreremo durante il nostro percorso. Tutto ciò ci permette di creare statue che poi forniranno diversi punti abilità, da investire nella crescita del personaggio e in armature sempre più potenti e dalle abilità più disparate, che vanno da vere e proprie onde energetiche (un po’ come in Dragon Ball, insomma) fino a enormi e chiassosissimi tornado multipli. Il gioco, tra l’altro, spinge spessissimo ad un noiosissimo backtracking in ogni livello per poter catturare tutti i mostri e riuscire a costruire armature e statue sempre nuove, ma perlomeno le tipologie di nemici presenti ci vengono segnalate nel menu di selezione della missione stessa.
Durante i vari combattimenti ci troviamo di fronte creature diversissime tra loro ma poco contestualizzate all’interno dei diversi Dungeon: potremmo imbatterci in due tartarughe giganti sia nell’habitat vulcanico che in quello della foresta, o negli stessi scheletri praticamente ovunque. Questa è una pecca non indifferente che toglie ulteriore valore all’intero processo di crescita del personaggio, sminuito da un loop di multiversi riciclati e poco caratterizzati nei quali si compiono sempre le stesse azioni. E i problemi non finiscono qui. Nonostante lo stile artistico piacevole e una colonna sonora a tratti perfino coinvolgente, l’esperienza di gioco è infestata da un frame rate molto spesso instabile. Terrificanti sono poi le hitbox dei nemici, in grado di farvi perdere ulteriori punti “santità” per via delle imprecazioni tirate contro lo schermo, oltre ai tanti già dilapidati per insultare quella stramaledetta calcolatrice. Non mi ci fate pensare.
Penny Punching Princess è insomma un ARPG appena sufficiente e difficilmente consigliabile. Il pacchetto, che pur offre un discreto divertimento ai fan duri e puri del genere, è proposto ad un prezzo davvero esagerato per quel che offre. La difficoltà elevata potrebbe essere uno stimolo per i giocatori più hardcore, così come un deterrente per i meno preparati. Una migliore caratterizzazione dei mondi e dei personaggi e una migliore implementazione della calcolatrice (croce e delizia di tutto l’impianto ludico) gli avrebbero forse permesso di elevarsi un po’ di più rispetto al piattume generale dove invece si ritrova a sguazzare.