Commodore 64 Mini: recensione della nuova retroconsole vintage

Perché la spregiudicata decisione di Jack Tramiel, fondatore e presidente della Commodore, di realizzare un computer con 64kb di RAM – almeno il doppio di quanto insito nella maggior parte delle macchine di allora – fosse effettivamente messa in atto, furono necessari un colpo di genio e svariati mesi. Dalla data di commercializzazione in Italia del leggendario C64 alla sua odierna riproposizione sul mercato, epico quanto il nostos di Ulisse ad Itaca, sono invece intercorsi ben 35 anni di culto. Con simili premesse, andiamo ad esaminare nel dettaglio questa nuova e più compatta riproduzione distribuita da Koch Media con il nome di Commodore 64 Mini per scoprire se il restauro sortirà l’effetto sperato.E’ probabile che il semplice fatto di non aver inserito nel C64 Mini una vera e propria tastiera ma semplicemente una riproduzione plastica di essa, possa essere sufficiente per suscitare una reazione di tronfiezza in tutti coloro che di ognuno di quei tasti conoscevano a menadito il ticchettio, come Capitan Uncino è ossessionato da quello del suo coccodrillo. Plastici sono anche i materiali di cui è composta la nuova e più contenuta struttura dell’ormai più console che computer Commodore 64 Mini, sebbene essa tutta sia di pregevole fattura e possegga qualche chicca, come la placca posteriore in metallo oppure ed i fori frontali per l’uscita del suono (per bellezza), che fa farà certamente brillare gli occhi ai fan di vecchia data. Altra nota di merito va alla fantastica luce di accensione riprodotta fedelmente alla destra della scritta “POWER” e perfettamente funzionante, ed alla vista della quale la guida del Museo del Videogioco di Roma ha scalpitato come un bambino.

A conti fatti la mini riproduzione dello storico computer risulta controversa: da una parte, dal punto di vista estetico, è quasi identica al modello originale; dall’altra, all’atto pratico, la mancanza di una vera tastiera fisica (mancano ad esempio anche le indicazioni sulla parte frontale dei singoli tasti per le funzioni speciali) la rende una console da collezione, spezzando un po’ la magia che si avverte a prima vista.A prima vista l’arrivo di un nuovo Commodore 64 sul mercato è un colpo al cuore per tutti i retrogamer. Ma quanto dell’originale c’è all’interno di questa nuova macchina? Tralasciando il feeling visivo, l’hardware è chiaramente studiato per supportare l’emulazione – fedele in tutto – e non mancheranno produttori indipendenti che rilasceranno ogni sorta di periferica per poter utilizzare ROM o persino il software originale su cassette dati. Una piccola variante rispetto al Joystick trasdizionale, come quello un tempo prodotto da Commodore o da terze parti quali (ad esempio) Quick Shot, è la mancaza del micro switch: si trattava di quel meccanismo che andava conferire una sensazione di fluidità ai movimenti della levetta, sacrificato probabilmente in nome di un prezzo più agressivo.L’offerta ludica di base proposta da Koch Media è assolutamente allettante e decisamente ben scelta. Iconica ed autoreferenziale la presenza di ben 64 titoli, tra i migliori in assoluto della soft teca Commodore. Un titolo su tutti, il leggendario Robin of the Wood e di entrambi gli Impossible Mission di Epyx, autori anche di California Games. Skool Daze e Uridium faranno sicuramente la felicità dei giocatori più attempati ma decisamente più passo coi tempi, anche per le nuove generazioni. Di fatto il Commodor 64 Mini è talmente iconico che in parecchi potrebbero decidere di affiancarlo ad una più moderna console di ultima generazione.  Per i nativi digitali, spinti magari dalla curiosità verso questo sistema da gioco, potrebbe scattare all’improvviso una scintilla inaspettata di amore per il retrogaming, giustificato dalla non indifferente capacità evocativa del prodotto.Dopo Sega con il remake del Genesis ed il Flashback 8 Gold HD di Atari, il Commodore 64 Mini va a collocarsi tra una serie di prodotti che tornano a strizzare l’occhio a giocatori storici, appassionati di retro gaming e semplicemente nostalgici affezionati. Allo stesso modo però il gioiellino prodotto da Retro Games LTD si fa portavoce dell’essenza stessa della storia dei videogames, con quella che più di una citazione è la testimonianza di un’epoca il cui retaggio ci ha, consapevoli o no, indubbiamente plasmato.