In un panorama videoludico sempre più interessato alla grafica fighetta piuttosto che al gameplay, c’è ancora chi ha il coraggio di scommettere su un 2D fatto come si deve. Una ventata di freschezza in questo senso è la nuova chicca del colosso giapponese Vanillaware, Dragon’s Crown Pro. Il titolo, uscito qualche anno fa su Ps3, è n picchiaduro brawler a scorrimento orizzontale con elementi RPG che, come le Madeleine di Proust, mi fa tornare alla mente antiche reminiscenze di Dungeons & Dragons Tower of Doom e Cadillac & Dinosaurs. Forse lo troverete un paragone esagerato, ma i trigger emotivi sono i miei, quindi fatevene una ragione.
Arte e nostalgia
Per quanto riguarda l’estetica in senso stretto, il gioco non ha alcun bisogno di essere difeso: la grafica pullula di ambientazioni veramente ben fatte e caratterizzate da uno stile pittorico eccezionale e tutt’altro che banale. Assistiamo infatti ad una rivisitazione del manga in chiave quasi fiamminga dallo stile fantasy classico reinterpretato, soprattutto nei canoni di bellezza. Le donne sono delle chimere sotto steroidi che, nonostante le forme rigogliose, mi creano non poche emozioni contrastanti. Se vi piace questa roba siete malati, ve lo dico apertamente. Gli esseri maschili invece sono i soliti marcantoni con qualche tonnellata di muscoli in eccesso. Al di là dei feticismi vari che possono scaturire, il gioco si lascia guardare con piacere e i dungeon si contraddistinguono per varietà e interesse.
Soliti ignoti, upgrade e musica d’autore
All’inizio ci troveremo nella taverna della capitale, Hydeland, che sarà la base operativa del gioco. Lì potremmo decidere il personaggio principale tra sei diverse tipologie, una più sorprendente dell’altra: abbiamo l’Elfo, il Mago, la Strega e tutta la combriccola di Nani, Guerrieri e Amazzoni… Diciamo che Vanillaware non ha puntato sul fattore originalità, volendo piuttosto fare presa su giocabilità e accessibilità, non tralasciando chiaramente il fattore nostalgia che il titolo riesce a trasmettere. Da bravo picchiaduro a scorrimento con tinte GdR, Dragon’s Crown Pro presenta uno svolgimento complessivo piuttosto prevedibile: creare un party fino ad un massimo di quattro giocatori (artificiali e non), ognuno con le proprie Skills e Debolezze, e poi farsi strada a pugni verso l’agognato raggiungimento del fantomatico cattivone di fine livello. Il boss, come al solito nei videogame di questo tipo, si muoverà usando pattern predefiniti che dovranno essere studiati a fondo per avere la meglio nello scontro. La semplicità delle mosse iniziali e i controlli molto accessibili rendono poi il titolo perfettamente abbordabile ad una grande fetta di pubblico, questo senza compromettere la varietà e la profondità del gameplay. Vorrete quindi sapere quali sono i punti nevralgici di questa remastered. Beh, posso anticiparvi che il frame rate è stato perfezionato di molto rispetto al titolo del 2013, quindi niente più freeze infiniti e fluidità notevolmente migliorata, cosi come le immagini risultano molto più nitide e dettagliate grazie al supporto del 4K. La colonna sonora pensata da Hitoshi Sakamoto ed eseguita per questa remastered da un’orchestra dal vivo, riesce a coinvolgerci come non mai nelle atmosfere del gioco, accompagnandoci attraverso i i vari livelli e creando il giusto phatos durante le boss fight. Il comparto sonoro, posso anticiparvi, rappresenta sicuramente uno dei punti più solidi di Dragons Crown Pro.