“James Gunn? Fired“. Queste le insindacabili parole che Disney ha deciso di pronunciare contro il regista di Marvel Studios, licenziato in tronco dalla casa fondata da Walt Disney per colpa dei social. Si, perché James Gunn, quasi dieci anni fa aveva postato su Twitter dei contenuti non proprio soft in cui parlava di AIDS, stupro, pedofilia, Olocausto, attentato dell’11 settembre, pedofilia, Donald Trump e altro, anche se, almeno secondo lui, in maniera scherzosa.
All’epoca, James Gunn non occupava però un posto così importante nel mondo dell’intrattenimento e, soprattutto, il mondo MARVEL non era ancora entrato, come Star Wars, nell’universo targato Disney.
Alan Horn, direttore dei Walt Disney Studios ha rilasciato un inaspettato comunicato stampa in cui ha annunciato di aver tagliato ufficialmente i rapporti con il regista; letteralmente non ne vuole più sentire parlare. Una vera notizia shock per i fan del mondo MARVEL, perché James Gunn doveva dirigere l’importante pellicola de I Guardiani della Galassia 3, un film atteso e commercialmente fondamentale per Disney stessa, soprattutto nel contesto dell’Universo Cinematografico Marvel. Dopo aver scritto e diretto i primi due film della serie, nel 2014 e nel 2017, la saga è ora in cerca di un nuovo regista. Alan Horn ha infatti espresso parole molto dure nei confronti dell’ex regista della serie:
“Walt Disney Studios ha determinati standard e un target molto preciso. Io giudico le parole del signor Gunn assolutamente indifendibili e incoerenti con i valori del nostro studio.”
A nulla è servita la risposta di James Gunn, che, sempre via social, ha cercato di spiegare come nove anni fosse un attore di protesta, un vero provocatore, con un ruolo decisamente diverso da quello di oggi. Queste le sue accorate parole, espresse su Twitter:
“Molte persone che hanno seguito la mia carriera sanno che quando ho iniziato questo lavoro mi consideravo un provocatore. Facevo film e dicendo battute oltraggiose e vietate. Come ho già ribadito pubblicamente molte volte, sono cambiato come persona, così come è cambiato il mio lavoro e il mio umorismo. Non voglio dire di essere migliore, ma ora sono una persona completamente diversa da quella che ero alcuni anni fa. Attualmente cerco di trovare le radici del mio lavoro nell’amore e meno nella rabbia. I giorni in cui dicevo qualcosa solamente perché era sconvolgente e cercavo di ottenere una reazione sono finiti.”
Oramai l’influenza dei social nella vita di tutti i giorni è decisamente troppo alta. Vediamo politici che dialogano tra loro di importanti questioni attraverso le pagine di facebook o Twitter, o anche casi estremi di persone che, in seguito al cyberbullismo, decidono di suicidarsi; come il recente caso dell’attrice August Ames, che si è impiccata nella sua casa californiana il 5 dicembre 2017, a soli ventitré anni, dopo essere stata criticata ferocemente su Twitter per la scelta personale di non aver voluto girare una scena a luci rosse con un attore gay per motivi di sicurezza sanitaria.
Quanto i social possono influenzare la nostra vita e, soprattutto, quanto diritto hanno di farlo? In realtà, i network basati sull’interazione sociale degli utenti sono un’arma a doppio taglio; non sono innanzitutto anonimi come i cari vecchi forum, e siamo noi stessi a postare le armi che, un giorno, potrebbero essere usate contro di noi.
E intanto, i Guardiani della Galassia sono orfani di un regista di talento per delle parole scritte diversi anni fa. Decisamente una grave perdita per colpa di parole scritte, in un momento provocatorio, oltre dieci anni fa. Il web, però, ricorda tutto. E ogni cosa, prima o poi, torna per distruggere gli umani, molto più di un mostro spaziale mutante.