Xenoblade Chronicles 2: Torna – The Golden Country Recensione, il passato è diverso

Xenoblade Chronicles 2 Torna the Golden Country 02

Ritornare ad Alrest è stato ancora una volta magico. Quello che si prova a tornare nelle pianure “titaniche” di Xenoblade Chronicles 2 è un profondo tuffo nei ricordi da videogiocatore. Il lascito della trama principale ha avuto un epilogo ben delineato, ma aveva anche lasciato spazio tanti curiosi retroscena sospesi per quel che riguarda le vicende avvenute 500 anni prima del risveglio di Pyra tra le mani di Rex. Alla curiosità degli utenti dà finalmente risposta il DLC Xenoblade Chronicles 2: Torna – The Golden Country. Ho parlato dell’inizio del viaggio nella storia della Torna nella anteprima di questo contenuto aggiuntivo e ora, giunto alla fine di questo percorso, posso mettere finalmente via il gioco a lasciarlo alle future generazioni.

Alrest al tempo della Torna

Ho redatto questa recensione pensando anche a chi non ha ancora avuto occasione di entrare in contatto con questo titolo, perciò eviterò il più possibile di fare rimandi alle vicende di Xenoblade Chronicles 2. Questo perché sarebbe complicato evitare pesanti spoiler. Il pregio narrativo di Torna – The Golden Country è di riuscire ad approfondire le vicende di alcuni personaggi che erano stati solo abbozzati o avevano trovato poco spazio nella storia principale. E nonostante in apparenza il protagonista della vicenda possa sembrare Jin, le vicende narrate intrecciano nodi con molte altre figure chiave del background di Xenoblade Chronicles 2. Questo si tramuta in un complesso mix di già visto e novità che mette in mostra ancora una volta la cura per i profondi legami e intrecci tra i vari personaggi. Spesso e volentieri ci si ritrova a sorridere malinconicamente pensando a quanto siano pesate alcune decisioni dei personaggi nel prosieguo degli eventi.

Come per la trama principale, anche in questo antefatto i concetti di “diverso” e integrazione vengono sviluppati con profondità, ma anche con la già apprezzata (non da tutti) ironia giapponese che ogni tanto fa capolino anche nelle situazioni più intense. Gli exploit di simpatia un po’ grottesca sono più sporadici rispetto al gioco base, ma in alcuni casi tendono a far sembrare infantili personaggi che hanno nei nostri ricordi un’aura eroica. Questi piccoli nei tuttavia non precludono la godibilità di una storia che va comunque affrontata solo dopo aver terminato il gioco base.

I soliti spiacevoli limiti

Come per il gioco principale, anche in Torna – The Golden Country c’è ampio spazio alle missioni secondarie che dilatano la longevità del DLC passando dalle circa 15 ore per completare il filone principale fino alle 40 se si vuole completare tutto il da farsi. La successione degli eventi risulta molto condensata e questo ha portato a un ravvicinato susseguirsi di scene di intermezzo davvero serrato che a tratti sembra quasi deviare verso una specie di anime interattivo. Per fortuna l’enorme estensione degli scenari di gioco permette di perdersi ad ammirare il paesaggio e gli scorci tra un dialogo e una battaglia. Il colpo d’occhio dei titani ancora una volta è da perdere il fiato, anche se sostanzialmente l’azione si svolge su appena due di essi. Si rimane piacevolmente storditi dalla pienezza delle radure, dei deserti e dei centri abitati così come dalla variegata fauna e popolazione che li abita.

Ma come sappiamo questo mondo creato da Monolith Soft ha qualche punto debole. Chi ha già giocato o ha letto la recensione di Xenoblade Chronicles 2 saprà che questa bellezza è condita da un comprato grafico non certo perfetto. Purtroppo tutte le problematiche e incertezze grafiche si ripropongono anche in questo DLC con qualche texture poco dettagliata e una profondità di campo che nelle scene di intermezzo si presenta con un tremolio poco gradevole alla vista. Anche i personaggi soffrono di questo compromesso tecnico anche se l’uso del cell-shading e di uno stile anime molto marcato, unito a un maggiore dettaglio applicato ai modelli, aiuta a sollevare i Ductor e i Gladius dalle criticità sopracitate. Nonostante questi compromessi già noti, anche Xenoblade Chronicles 2: Torna – The Golden Country è afflitto da alcuni occasionali cali di risoluzione e frame rate in special modo nella modalità portatile.

La potenza della colonna sonora tuttavia, riesce ancora una volta a far volare la fantasia e chiudere un occhio sull’aspetto grafico. Il comparto sonoro è evocativo e moderno e inforcare una cuffia diviene quasi un obbligo per apprezzare (ancora una volta) la qualità del lavoro fatto dai compositori, Yasunori Mistuda, ACE, Manami Kiyota e Kenji Hiramatsu.

Quanti cambi per un DLC

Finora questo DLC poteva sembrare un continuum della radice da cui proviene privo di qualunque novità tangibile. E invece sono proprio le differenze nel gameplay di Xenoblade Chronicles 2: Torna – The Golden Country che lo rendono unico. Non si tratta soltanto di piccole modifiche o migliorie, ma di veri e propri stravolgimenti che stravolgono i combattimenti e ne modificano anche la struttura a contorno. Tra i più evidenti e pesanti cambi c’è l’assenza di risonanza con i cristalli per ottenere nuovi Gladius. Quelli presenti sono anche quelli che si avranno a disposizione per tutta l’avventura. Altra meccanica nuovissima è il Prestigio, che si basa sulle missioni secondarie e sulla interazione con gli NPC e che diventa indispensabile in alcune fasi dell’avventura. Questo nuovo sistema permette di valorizzare le subquest e l’esplorazione ma invade e spezza pesantemente il ritmo del gioco per la sua costante invasività della sua schermata.

Ma l’aspetto più caratteristico del gameplay di Torna – The Golden Country riguarda il combattimento al quale è stata aggiunta una meccanica di avanguardia e retroguardia che permette Gladius e Ductor di intercambiare la propria posizione e poter essere direttamente controllati. Questa novità è incredibile e può considerarsi il vero spartiacque che rende il contenuto più assimilabile a un gioco a sé stante. Accanto a queste sensibili modifiche trova spazio un substrato di piccoli nuovi accorgimenti che danno a questo DLC tutta la consistenza per apparire quasi come un gioco a se stante.

Xenoblade Chronicles 2: Torna – The Golden Country vale la spesa e l’attesa per il pass di espansione. Al netto dei difetti grafici mutuati dal gioco base, la narrativa è in linea con la profondità emotiva e di sotto-trame che abbiamo imparato ad apprezzare. I contatti con il gioco di cui è appendice sono tangibili, ma ancor di più sono evidenti i punti di distacco da esso. Il gameplay ha mantenuto le basi, ma sono state introdotte differenze sensibili che danno la sensazione di essere difronte a un gioco completamente nuovo piuttosto, un prequel, piuttosto che una aggiunta. Comprarlo è assolutamente consigliato per chiunque voglia approfondire e scavare nel background dei personaggi principali, ma anche secondari. Ci sono tutti i pregi e difetti di Xenoblade Chronicles 2.

Dalla sua Mansion nel Sannio ha attraversato l'universo senza Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa con l'aiuto di Pietre Sheikah. Ma il suo desiderio è una casetta sulla colonia 9 di Bionis e un mech parcheggiato in giardino. Cinema, borad game e birra artigianale le altre sue passioni. Ogni volta che esce un nuovo Zelda esclama: "Avverto un tremito nella forza."