Soulcalibur VI Anteprima, sviscerate le due Anime di Bandai Namco

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Soulcalibur è uno dei picchiaduro storici di Bandai Namco, sin dai tempi in cui si chiamava ancora Soul Edge (o Soul Blade in Occidente) per la prima PlayStation. Il titolo, basato su scontri all’arma bianca, si è ritagliato un posto nel cuore di molti appassionati, grazie anche ad alcune scelte tecniche e artistiche che lo hanno distinto dai suoi concorrenti. Molti fan sono rimasti legati anche alle vicende che la storia del titolo racconta, grazie al carisma unico di molti dei combattenti presenti. Anche se molti utenti non danno troppa importanza alla modalità storia di un picchiaduro, Soulcalibur ha sempre voluto fornire un single player in grado di donare ore di divertimento ai suoi giocatori, riuscendoci il più delle volte, magari con qualche errore in passato. Il sesto capitolo conferma che questa importante modalità non si è persa, anzi è raddoppiata, permettendoci di giocare ben due tipi diversi di Story Mode. Invitati negli uffici di Bandai Namco, abbiamo potuto testare entrambe le modalità presenti in Soulcalibur VI: Soul Chronicle e Libra of Soul.

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Soul Chronicle, una storia riscritta

La nostra prova si è focalizzata in primis sulle due modalità in singolo, scegliendo di iniziare da quella più classica chiamata Soul Chronicle, una storia che ci rinarra le origini della saga, tornando nella decade del 1580. Da questo punto di partenza ci vengono raccontati i fatti che legano i diversi personaggi alla spada maledetta Soul Edge e alla spada sacra Soul Calibur. All’inizio di questa modalità ci viene chiesto di giocare al prologo, tutto dedicato al personaggio di Kilik. La vita del giovane guerriero viene sconvolta dagli influssi della spada maledetta, che da ora in avanti segnerà il corso della sua esistenza. Questo Story Mode è configurato in maniera piuttosto classica, infatti ogni capitolo avrà una sequenza iniziale con alcune linee di dialogo fra i personaggi coinvolti, rappresentati con delle splendide illustrazioni statiche, per poi passare al combattimento, fulcro del capitolo. Vinto lo scontro, si tornerà ad assistere ad altri dialoghi, fino a passare al capitolo successivo. Soltanto in alcune occasioni particolari potremo vedere delle illustrazioni speciali, che probabilmente saranno poi comprabili nella modalità Museum, una sorta di gallery delle immagini più importanti del gioco.

Questa modalità è divisa fra una storia principale, che coinvolge nelle vicende diversi personaggi, e le storie singole di ogni personaggio. Noi abbiamo potuto giocare solamente quelle di Mitsurugi e di Geralt, l’ospite del sesto capitolo arrivato direttamente da The Witcher. I capitoli dedicati ai singoli personaggi si intrecciano con le vicende principali, oppure esplorano delle storie secondarie approfondendo alcuni aspetti non legati direttamente alla caccia della Soul Edge. Bella l’idea dell’inserimento del Witcher, che, grazie alla peculiarità del suo mondo d’origine, viene risucchiato nella dimensione dove è ambientato Soulcalibur. Chi ha giocato in particolar modo a The Witcher 3: Wild Hunt sa che i viaggi in altri mondi non sono una cosa strana per i maghi di quella dimensione e Bandai Namco ha sfruttato ottimamente questa caratteristica per inserire Geralt anche a livello narrativo. Ovviamente non aspettatevi sconvolgimenti nella storia per la sua presenza, dato che è pur sempre un ospite nel mondo di Soulcalibur. Dunque, la modalità Soul Chronicle è il fulcro dell’esperienza narrativa di Soulcalibur VI, piuttosto classica nel suo svolgimento, ma che potrebbe rivelare ancora qualche sorpresa per quanto riguarda la storia.

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Libra of Soul, la nostra storia personale

La seconda modalità storia cambia molto le carte in tavola. Libra of Soul ha un’anima da RPG a cominciare dal protagonista, che sarà un personaggio inedito creato da noi. L’editor dei personaggi è una costante sin dal terzo capitolo, quando è stato introdotto per la prima volta e in effetto la modalità Libra ricorda molto le Cronistorie della Spada presenti sempre nel terzo episodio. La scelta di personalizzazione è aumentata a dismisura: potremo scegliere tra ben 16 razze, comprendenti demoni, angeli, mummie, uomini lucertola e molto altro, che poi potremo modificare a nostro piacimento. A livello di personalizzazione dei dettagli del volto e del corpo è forse più semplicistico di molti altri editor visti negli ultimi anni, ma riesce comunque a offrire una discreta dose di unicità alle nostre creazioni. Un punto su cui è forte è la parte degli oggetti e accessori, che saranno davvero tantissimi. Potremo effettivamente creare personaggi fuori di testa, come una mummia vestita da guerriero giapponese o una demonessa cornuta in abiti succinti; insomma, il limite starà alla nostra fantasia. Nella modalità Libra però non potremo sin da subito equipaggiare tutto quello che vogliamo, ma ci verranno affidati degli equipaggiamenti di livello basso (nella modalità creazione esterna a questo Story Mode è invece possibile sin da subito sbizzarrirsi nella creazione). Cosa importante da scegliere è lo stile di combattimento, selezionabile fra le varie armi che ricalcano lo stile di combattimento dei personaggi già presenti. Fortunatamente non saremo vincolati a utilizzare una sola arma, ma potremo cambiare in ogni momento il nostro modo di combattere, passando da una katana con le mosse di Mitsurugi a uno spadone con quelle di Siegfried.

Finita la creazione, verremo catapultati su una mappa del mondo. Il nostro personaggio ha degli incubi relativi alla presenza malvagia della Soul Edge, presenza minacciosa per la nostra incolumità e per il mondo intero. Zasalamel ci salverà dall’influenza della spada malefica e ci indicherà la via da seguire per trovare chi la impugna e fermarlo. Da qui potremo decidere di esplorare nuove zone affrontando side quest e andando dai mercanti per comprare nuove armi e cibo o di proseguire nella main quest, che a volte ci consentirà anche di selezionare delle opzioni che influiranno sul destino del nostro personaggio e sulla trama generale. In alcuni casi infatti saremo tenuti a scegliere se essere attratti dal male o dalla luce, in una dicotomia rappresentata dalle due spade iconiche della saga. Non sappiamo ancora quanto queste scelte influiranno sui finali o sull’avanzamento dell’avventura, ma l’idea, per quanto non sia rivoluzionaria o implementata in modo originale, porta una maggiore profondità alla modalità Libra.

Ovviamente a farla da padrone sono i combattimenti, dotati di una certa varietà, infatti potremo dover combattere contro più avversari in sequenza, oppure dover vincere due o tre round nel più classico dei modi, o ancora dover soddisfare delle condizioni speciali, come ridurre la barra della vita fino a un certo punto o infliggere danni solamente con determinati tipi di mosse. Prima di combattere potremo usare del cibo per potenziare alcune nostre caratteristiche, come la salute o il danno. Vincere i duelli ci permetterà di ottenere denaro con cui comprare nuovo equipaggiamento, così da migliorare il nostro personaggio, che inoltre otterrà anche dell’esperienza e potrà salire di livello aumentando le sue statistiche e la possibilità di utilizzare armi più potenti (non si potranno usare armi di livello superiore al nostro). Una cosa interessante di questa modalità è che i combattimenti non ci verranno a noia per il fatto di affrontare sempre gli stessi personaggi, ma grazie alle funzioni dell’editor ci ritroveremo contro dei combattenti sempre diversi e spesso anche ben caratterizzati, nonostante siano spesso delle comparse solo di questa modalità. Certo, il loro stile di combattimento è assimilabile a quello dei personaggi classici, ma almeno non dovremo vedere sempre gli stessi modelli poligonali.

Nella nostra avventura potremo inoltre avere accanto alcuni personaggi della storia, che ci potranno fare da mentori, anche se non siamo arrivati così in là con la storia da poter vedere quest’opzione. Sappiamo però che si potranno assumere degli altri personaggi come mercenari, in modo che ci aiutino durante i numerosi combattimenti. Muoversi da un posto all’altro potrà innescare dei combattimenti casuali e la salute non si rigenererà tanto facilmente, dunque in molti casi un aiuto sarà provvidenziale. La modalità Libra of Soul si dimostra molto più profonda e longeva della Chronicle: finita la nostra prova avevamo la mappa piena di side quest da svolgere e siamo sicuri che questa modalità terrà i giocatori incollati per parecchie ore allo schermo, anche solo per il gusto di far crescere il proprio personaggio.

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Gameplay: un ritorno alle origini

Vorremmo spendere due parole anche sul gameplay, che, ormai giunti alla versione quasi definitiva del titolo, si conferma un ritorno al passato della serie, risultando veloce e immediato, ma non troppo tecnico com’era stato nel quinto capitolo. Soulcalibur VI riesce a bilanciare gli aspetti arcade e competitivi, dando vita a scontri spettacolari e divertenti. L’aggiunta e il ritorno di alcune tecniche speciali rendono i combattimenti sempre imprevedibili, infatti basta un Critical Edge ben assestato (il danno è stato però diminuito rispetto a una build precedente) per cambiare le sorti di uno scontro. Queste sono infatti delle vere e proprie mosse finali eseguibili con una barra delle super caricata. Le Reversal Edge permettono invece di difendersi e contrattaccare con un sistema alla “sasso, carta, forbici“, ma più complesso, avendo ben otto diverse scelte possibili.

Infine, la Soul Charge torna nel titolo in maniera nuova, fornendo ai personaggi un potenziamento elementale delle proprie armi o una vera e propria trasformazione fisica, come accade ad esempio nel caso di Kilik. Attivata questa abilità tramite l’utilizzo di una barra delle super, avremo un lasso di tempo in cui il nostro personaggio infliggerà più danni e potrà utilizzare delle mosse speciali. Dal punto di vista tecnico il gioco è realizzato ottimamente, con una notevole fluidità delle azioni e un dettaglio delle texture buono, specialmente per i personaggi principali.

Soulcalibur VI è un ritorno al passato che ha anche un gusto del tutto nuovo. Le due modalità single player da noi provate mostrano lo sforzo fatto dagli sviluppatori per garantire un’esperienza a tutto tondo anche per chi non ama troppo la competizione online; siamo infatti sicuri che riusciranno a garantire parecchie ore anche senza cimentarsi nelle sfide con altri giocatori. Il gameplay risulta ottimamente realizzato, veloce e coinvolgente. Non ci resta che aspettare il 19 ottobre per mettere le mani sulla versione finale del titolo e confermarvi le sensazioni positive dateci dalla nostra prova.

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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