Run of Mydan, abbiamo visto l’esperimento MR di Virtew Studio

Run of Mydan

Girovagando fra gli stand dell’area dedicata ai dev italiani nella Milan Games Week, ci siamo imbattuti in Run of Mydan, shooter in VR sviluppato dallo studio Virtew. Inutile dire che, per la sua natura di esperienza in realtà mista, il gioco ci ha incuriosito da subito, e ci siamo intrattenuti un bel po’ per saperne di più. L’avventura, hanno precisato gli sviluppatori, è pensata e costruito fin dalle sue fondamenta per sfruttare la realtà virtuale, ed è solo in questo ambiente che può esprimere appieno il suo potenziale. All’interno di un contesto dal sapore vagamente nostalgico e malinconico, Run of Mydan ci mette ai comandi di un’entità misteriosa e continuamente tormentata dai suoi ricordi, che ogni tanto fanno riaffiorare un passato nebuloso e oscuro, per accompagnarla in un percorso volto a riconquistare la sua libertà.

Scopo finale di Run of Mydan è annientare tutti i guardiani del mondo, pericolosi titani dotati di grandi poteri, mentre si vive un viaggio nel passato dimenticato del protagonista. Alla prova dei fatti, il primo tratto distintivo che gli abbiamo riconosciuto è l’estrema libertà d’azione che il gioco vi mette di fronte. Il giocatore può infatti volare (si, avete capito bene, volare) attraverso ambientazioni enormi, affrontando nemici sempre differenti, disinnescando trappole e risolvendo enigmi. Il gioco ha una progressione con influenze da RPG: man mano che si avanza di livello il gameplay cambia radicalmente, e vengono introdotti man mano nuovi nemici, fra cui i temibili titani, in spettacolari boss fight su più fasi. Nelle meccaniche di combattimento, molto fisiche e quasi da brawler-picchiaduro, il gioco ci ha vagamente ricordato una versione in VR di Infinity Blade, ovviamente parecchio più libera e sviluppata. Il gioco spinge molto anche sul lato tecnico, forte del supporto alla mixed reality di Microsoft, e soprattutto sulla caratterizzazione visiva, che offre panorami cartooneschi dai colori pastello, affini alla palette cromatica e allo stile di Gigantic, oltre a nemici dal design minimale, che a tratti ci hanno ricordato le celeberrime ombre di ICO.

Oltre alla campagna, giocabile anche in modalità co-op fino a due giocatori, il gioco offre una modalità multigiocatore piuttosto ricca, che supporta fino a dieci giocatori contemporaneamente. Quest’ultima, denominata “Arena”, sarà disponibile al momento del rilascio del gioco e della sua uscita dall’early access in cui attualmente si trova: questo periodo, però, è stato utilissimo per migliorare e rifinire in maniera importante l’esperienza di gioco di Run of Mydan, che nei mesi ha cambiato persino genere, perdendo lo status di shooter su binari che aveva fino a qualche mese fa, quando il gioco non poteva neanche contare sul volo libero e sulla co-op in single player.

Run of Mydan ci ha complessivamente convinto, soprattutto per i netti miglioramenti apportati all’esperienza negli ultimi mesi, che fanno ben sperare per il futuro. La VR room-scale, di cui RoM rappresenta uno dei principali alfieri, è forse una tecnologia ancora un po’ acerba per poter godere appieno di titoli complessi e sfaccettati. Noi però, per ora, ci accontentiamo di questi: d’altronde, di tempo per crescere ce ne sarà, in barba a chi ha eletto la VR come definitivamente matura già qualche anno fa.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.