L’odierna fermata alla zona indie del Milan Games Week 2018 ci ha portato a provare nuovi ed interessanti titoli di manifattura italiana. Cosa offre il catalogo di oggi? Partiamo da uno slice game, ad immagine e somiglianza del noto Fruit Ninja: Bamboo Ninja è quel che si dice una variazione al prodotto di riferimento per il genere. Phoenix Studios ha infatti pensato ad un gioco che avesse la propria storia e si sviluppasse su più livelli. Il giocatore vestirà i panni di Kenjuro, un giocane orfano adottato dal Maestro Ryuji Asakawa in seguito all’assassinio dei suoi genitori e alla distruzione del villaggio natio, nel pieno periodo Sengoku (1517). Il giovane orfano è ostinato più che mai a diventare un ninja, nonostante la sua vista sia irrimediabilmente compromessa. Il cammino che lo porterà ad imparare la nobile arte del Kenjutsu sarà lunga e tortuosa, e verrà raggiunta solo dopo lunghi e faticosi addestramenti.
Sul piano tecnico il gioco si presenta in modo inaspettatamente pulito per un indie, il team con base a Napoli ha realizzato un titolo mobile dall’ottima presenza scenica, che nulla invidia alla concorrenza dello stesso genere. Il cuore del gameplay è rappresentato dalla necessità di eseguire tagli netti e precisi nell’ordine stabilito, coordinando sforzi mnemonici e concentrando i nostri colpi di katana nei punti chiave dei sempreverdi. I livelli garantiscono un’ottima progressività: il gioco diviene presto avvincente e superare le sequenze più avanzate richiederà di aver appreso correttamente l’arte del Kenjutsu.
Bamboo Ninja vanterà un business model molto simila a quello di Candy Crush e affini, con un sistema di bonus e vite acquistabili tramite microtransazioni, ed il gioco che sarà scaricabile gratuitamente dall’AppStore o dal Play Store, a seconda che si usi un dispositivo Apple o Android. È molto nobile da parte di Phoenix Studios che una parte dei proenti dell’app saranno messi a disposizione di una nobile causa: acquistando un determinato pack di monete virtuali si contribuirà alla piantagione di alberi veri nella Foresta Amazzonica. Quale modo migliore di svagarsi e aiutare il mondo dunque?