Sony Interactive Entertainment, Japan Studio e FromSoftware: qualunque videogiocatore che si rispetti dovrebbe drizzare le orecchie nel venire a conoscenza di un nuovo progetto di questo meraviglioso trio. Per la cronaca, l’ultima volta che questa formazione è scesa in campo ha dato i natali a nientemeno che Bloodborne. Questa volta, però, gli sviluppatori della serie Souls, motore della cordata, si sono concentrati su un’esperienza del tutto originale, confermando la volontà del regista (e, oserei dire, capo carismatico) Hidetaka Miyazaki di voler accompagnare il suo pubblico in viaggi nuovi, senza però necessariamente rinunciare ad alcune delle peculiarità che hanno reso così speciale il catalogo di FromSoftware. Il frutto del loro impegno è una piccola scommessa: parliamo di Déraciné, un’avventura grafica in esclusiva per PlayStation VR.
In Déraciné (termine francese che significa “sradicato”) ci aggireremo tra gli interni e gli esterni di una splendida tenuta dal gusto ottocentesco adibita ad orfanotrofio, impersonando un ruolo un po’ inconsueto, quello di una sorta di fantasma. La nostra coesistenza con i residenti del maniero è condizionata sia dal trovarsi in piani di realtà solo occasionalmente tangenti, sia dal modo diverso di percepire lo scorrere del tempo, che per lo più risulterà bloccato. Per questo motivo, l’attento studio delle vicende che coinvolgono tutti i personaggi, la raccolta di indizi, l’esplorazione e la conseguente risoluzione di enigmi affinché le suddette vicende possano trovare tutti i nessi causali per compiersi sono il cuore pulsante di questa esperienza in realtà virtuale. Premesso che il titolo richiede obbligatoriamente l’utilizzo di due controller PS Move, le meccaniche di gameplay sono semplici ma funzionali. Anziché lasciare al giocatore una totale libertà di movimento, gli sviluppatori hanno optato per un sistema di spostamento mediante segmenti di teletrasporto: in sostanza, il suolo è cosparso di reticoli composti dalle linee entro le quali è consentito viaggiare con visuale in prima persona, ma il giocatore potrà vedere e selezionare solo i “nodi” delle intersezioni e potrà raggiungerli semplicemente orientando lo sguardo e premendo un tasto. Tutto questo non solo è perfettamente giustificato dalla natura eterea del personaggio che andremo a interpretare, ma per di più fa sì che sia totalmente scongiurato ogni tipo di disturbo legato alla motion sickness, problematica che alcuni giocatori potrebbero esperire con alcuni titoli VR.
Tramite i due Move le nostre mani saranno poi libere di toccare il mondo che ci circonda alla ricerca sia di oggetti chiave sia di frammenti di pensieri, intenzioni d’azione e ricordi sospesi nel tempo degli ospiti della villa, che potranno essere manipolati tramite misteriosi anelli; il tono è fiabesco, malinconico, con la componente soprannaturale pervasa da venature di stampo mystery-drama/giallistiche, sottolineate da una bella colonna sonora che privilegia gli strumenti ad arco. Miyazaki parla di questo progetto come di un’avventura “rilassante“, e non si può dargli torto: questa volta la narrazione frammentata e costruita sul particolare, nel gusto che accomuna un po’ le opere della sua compagnia, è scandita da ritmi assolutamente pacati. Tutto concorre al far leva sulla suggestione, sull’atmosfera, ed è impossibile non scorgervi lo stile fantasmagorico di alcune sezioni comparse nella serie Souls, soprattutto a livello estetico. Le ambientazioni e i modelli dei protagonisti sono infatti semplici ma curati: la buona profondità di campo è accompagnata da un rendering molto performante che limita al massimo pesanti artefatti e sfuocature tipiche di produzioni PlayStation VR troppo complesse, restituendo un’esperienza visiva appagante e favorendo l’immersività. Anche la longevità è ben tarata in relazione alla proposta dei contenuti dell’opera, sebbene non si possa comunque affermare che il titolo brilli per varietà situazionale o nelle sue dinamiche ludiche e narrative.
Siamo di fatto al cospetto di un’ottima esperienza virtuale, coesa e intelligente. È lodevole il coraggio con cui FromSoftware sia approdata in un genere ultimamente troppo poco considerato, quello delle avventure grafiche di stampo più classico, sebbene dal taglio certamente più affine ad uno Shadow of Memories di Konami (lanciato sul mercato ai tempi della PlayStation 2) che non a quello delle produzioni storiche proposte da LucasArts. Non possiamo che consigliare di immergersi nel mondo di Déraciné a tutti i videogiocatori in cerca più di emozione che di azione, così come ai fan delle atmosfere Miyazakiane, riconoscibili e originali anche in questa salsa così inattesa.