Overkill’s The Walking Dead Recensione, orde fameliche e infami sopravvissuti

Overkill’s The Walking Dead Starbreeze

L’universo creato da Robert Kirkman non è nuovo a trasposizioni videoludiche. Che si parli di TellTaleTerminal Reality, sono diversi gli sviluppatori che hanno provato a trasferire l’ansia e la morale gretta e brutale del franchise nei loro titoli. Ultimo di questa sequela di giochi tie-in dalle alterne fortune è proprio lui, Overkill’s The Walking DeadPresentato ai fan attraverso una serie di trailer di sicuro impatto, realizzati in ottima CGI e carichi di azione, il titolo sviluppato da Overkill e pubblicato da 505 Games StarBreeze Studios è arrivato su PC pochi giorni fa, con la promessa di approdare entro i primi mesi del prossimo anno anche su PlayStation 4 Xbox One. L’FPS di Overkill sarà una fedele riproduzione del devastato e gretto universo di Kirkman?

Overkill's the walking dead

Washington, la capitale degli ormai perduti Stati Uniti d’America, langue morente nella morsa dell’infezione che ha condannato l’umanità. Orde di camminatori, famelici e putrescenti, si aggirano per le sue strade e infestano ogni anfratto. Non esiste un posto sicuro, se non alcuni accampamenti e avamposti sparsi tra le macerie, piccole oasi fortificate in cui gli sparuti gruppi di sopravvissuti si radunano per affrontare insieme le due più grandi minacce che serpeggiano tra i vicoli della città: gli zombie, onnipresenti e instancabili, e le altre “tribù” di umani. Tutta la trama del gioco, povera di spunti e decisamente trascurabile, ruota intorno alla rivalità tra il nostro manipolo di sopravvissuti e la Famiglia, il gruppo avversario. Nelle vesti di uno tra i quattro protagonisti selezionabili, ognuno caratterizzato dalla sua classe d’appartenenza, il nostro unico scopo sarà sopravvivere e garantire un futuro al nostro gruppo. Come dicevamo, la proposta in questo senso è decisamente scarsa e, in tutta onestà, insufficiente. Non c’è una vera e propria narrazione degli eventi in gioco, che ci vengono raccontati in poche e scarne schermate di caricamento, così come i protagonisti, tutti inediti, non hanno nessun tipo di carisma o appeal. Nonostante in questa produzione ci sia lo zampino dello stesso Robert Kirkman, che ha partecipato attivamente alla realizzazione del titolo, sembra che questo aspetto di Overkill’s The Walking Dead sia stato letteralmente lasciato fuori dall’equazione, lasciando i fan più entusiasti della serie con una sensazione di incompiuto. Diciamocelo, si poteva fare di meglio. O, almeno, fare qualcosa!

Overkill's the walking dead

Addentrandoci nel gameplay, invece, abbiamo potuto notare come, seppur grezzo, ci sia del potenziale. Malamente espresso, sicuramente, forse anche a causa di uno sviluppo durato oltre quattro anni e che, all’alba del 2019, ci ha portato un gioco con meccaniche datate e senza originalità. Non è facile, ne siamo consapevoli, creare un qualcosa di nuovo e fresco quando si parla di zombie: aldilà della celebrità del franchise e della fedeltà a questo, che si parli di letteratura, cinema o videogioco, i non morti sono protagonisti di migliaia di opere. Overkill’s The Walking Dead semplicemente non si stacca da tutti i grandi classici del filone, e di fatto ci propone un titolo cooperativo online, un FPS action che premia l’approccio stealth, che però non osa in nessun senso, risultando una sorta di minestrone. Eppure alcune meccaniche, ad esempio il modo in cui sono gestite le orde di non morti, sono pregevoli. Questa citata, in particolare, è uno dei migliori pregi del gioco. Un po’ come accade nella serie TV e nei comics, il rumore è il modo migliore di attrarre un gruppo di camminatori, secondo solo al lasciare un nostro compagno d’avventura sanguinante a terra. A seconda di quanto chiasso faremo durante le nostre missioni vedremo quindi riempirsi un indicatore, diviso in tre fasi. Al raggiungimento del massimo livello lo schermo verrà letteralmente invaso da decine di zombie, costringendo i giocatori a ritirate strategiche e, di fatto, conferendo quel senso d’ansia e angoscia che dovrebbe essere proprio del genere survival horror. Presi singolarmente gli zombi sono infatti prede facili: basta avvicinarsi di soppiatto e spappolare loro il tronco encefalico con un colpo di randello ben assestato. Ma trovarsi alle prese con tre, magari quattro di loro, contemporaneamente ribalta le possibilità di uscirne vivi e aumenta esponenzialmente il rischio di trovarci a terra, in attesa che uno dei nostri compagni di squadra venga a rianimarci. Apprezzabile anche la componente RPG data al gioco che seppur minima -di fatto limitata alla distribuzione di qualche punto abilità, senza troppi fronzoli- ci consente di affrontare i nemici, non morti o umani, secondo le nostre preferenze. Ovviamente il tutto entro certi limiti, la componente stealth è per ovvi motivi primaria e scagliarsi come un ariete in mezzo ad un branco di azzannatori non farà di noi l’eroe della giornata ma, piuttosto, un succulento buffet su due gambe. Al netto di qualche piccola chicca, ahinoi, il gameplay di Overkill’s The Walking Dead e, peggio ancora, il gunplay, non convincono e lasciano sempre l’impressione che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato e approssimativo.

Overkill's the walking dead

Il nemico più temibile che abbiamo trovato in Overkill’s The Walking Dead, comunque, non sono gli zombi. E nemmeno i membri della Famiglia. Sono le magagne tecniche e i bug. Abbiamo affrontato questa apocalisse su PC, con una macchina che soddisfa egregiamente i requisiti richiesti dal titolo e lasciatecelo dire: i camminatori non sono l’unica cosa che puzzaTempi di caricamento biblicimatchmaking tentennante e un riutilizzo spregiudicato di asset sono solo alcuni tra i difetti più palesi del titolo e, credeteci, non sono gli unici. Nonostante sia stato realizzato, come dicevamo, in oltre quattro anni di sviluppo e con Unreal Engine, il titolo è legnosopoco curato nei dettagli. Animazioni grezze e monotone (decine di diverse armi e una sola animazione per i colpi letali? Davvero?), texture sgranate, modelli poligonali poco convincenti ed effetti particellari sottotono sono solo alcune delle molteplici rogne che abbiamo incontrato. La stessa macchinosità si riscontra nei menù di gioco, complicati da navigare. Sul fronte tecnico la stella di  Overkill non brilla, anzi, tutto l’opposto. Nella media il comparto audio, ma anche qui il tanfo di pressapochismo è forte e sovrasta quello degli zombie in putrefazione.

Overkill’s The Walking Dead è stata una delusione, sotto praticamente ogni punto di vista. Un titolo che nasce vecchio, con meccaniche datate e afflitto da difetti tecnici che riescono a smorzare l’animo di ogni fan dell’universo di Kirkman. Personaggi che fungono da meri placeholder per le rispettive classi e senza il minimo appeal, una trama inesistente e una pessima gestione dei menù e del team in un titolo che nasce, appunto, come FPS online votato alla cooperatività sono bocconi che non si possono mandare giù facilmente. Ha qualche piccola stilla di originalità, qualche guizzo qua e là, ma tutto si limita a questo: spasimi di uno zombie pronto a ricevere il colpo di grazia. La speranza è che, con l’arrivo di qualche patch e bugfix, al lancio delle versioni home console ci si possa ritrovare con un titolo più rifinito ma, la situazione attuale, lascia poco margine alla speranza. Un vero peccato e l’ennesima occasione sfumata di vedere una fedele e, possibilmente, divertente trasposizione di The Walking Dead.

Gamer dal 1990, complice un NES è diventato un essere mitologico, metà uomo metà pad. Nato per partenogenesi dal dio Chaos, si narra che nel suo pizzetto viva un troll viola del tutto simile a Trevor Phillips. Tra una sessione di gaming e l'altra è riuscito a procreare e la stirpe, sorprendentemente, è umana. Sincero, arrabbiato e politicamente scorretto, ama Halo alla follia, tanto da chiamare la figlia Cortana.