Torna – per la 38esima volta – l’imperdibile Fantafestival 2018, appuntamento romano del cinema horror e del fantastico. I pronostici erano avversi per questa edizione, ma il Fantafestival ha qualche asso nella manica e più vite di un gatto, e grintosa la sua mano riemerge ancora dalla terra umida!
Il festival stavolta è capitanato da Marcello Rossi e Luca Ruocco, già da anni all’interno dello staff organizzativo, cui il patron Alberto Ravaglioli ha ceduto lo scettro. La 38esima è inoltre l’edizione in cui la rassegna diventa completamente autofinanziata – vale a dire senza il sostegno del comune di Roma. Ma anche quest’anno il Fantafestival sembra non aver nulla da invidiare alle varie kermesse milionarie che si affastellano in Italia durante tutto l’anno.
Proprio su quest’argomento, nel corso della prima serata tenutasi mercoledì 5 dicembre, viene proiettato il breve documentario “Il Fantafestival colpisce ancora“, realizzato da Tino Franco di Nel Blu Studio. In alcune brevi interviste i veterani del festival, fra cui i già citati Ravaglioli, Rossi e Ruocco, assieme al regista cult Luigi Cozzi, sottolineano l’importanza di rassegne cinematografiche come questa.
Ogni anno, infatti, migliaia di giovani autori e autrici letteralmente sommergono il Fantafestival di materiali, nella speranza di veder selezionato il proprio per la programmazione ufficiale. Si tratta di piccole produzioni di cui il Cinema vive e attraverso cui si rigenera. La prova più lampante? Il Leone d’oro andato per la prima volta a un film dell’orrore, La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro. Ma non solo: i film di genere hanno sempre più riconoscimento di critica e pubblico, e sempre più sono le grosse produzioni (Blumhouse, per dirne una). Sarebbe andata allo stesso modo senza le decine di rassegne sparse per il globo che, come il Fantafestival, creano e mantengono intere comunità di appassionati? Gli organizzatori, a buon ragione, ne dubitano.
Da sottolineare, inoltre, che i film e i corti proiettati al Fantafestival non sono per niente facili da trovare, benché d’indubbio valore. Mentre nelle kermesse più rinomate (quelle con le star da red carpet, quelle i cui biglietti si pagano a peso d’oro), si trovano pellicole che qualche giorno dopo sono già nei cinema di tutta Italia. Messi i puntini sulle i, viene presentato il promo dell’edizione 2018 – realizzato a partire dalla locandina di Antonio Mlinaric e con i disegni animati di Adriana Farina, per BugsComics e P&Co.
Il Fantafestival 2018 parte alla grande con un ospite d’eccezione: Ruggero Deodato, regista del film più censurato e bandito di tutti i tempi, ovvero il famigerato Cannibal Holocaust (altro che A serbian film!). Deodato presenta così il suo nuovo libro, Cannibal Holocaust 2 (ideale sequel letterario del suo cult, edito da NPE), scritto assieme a Nicola Pesce e con le illustrazioni del fumettista più censurato di tutti i tempi, Miguel Ángel Martín.
Ma Deodato, per fortuna, non si limita a scrivere: è qui anche per presentare il suo ultimo film, Ballad in Blood, accompagnato dalla bravissima (e inquietante) protagonista Carlotta Morelli. Il film è ispirato all’omicidio di Meredith Kercher, e girato nella bella cornice di Orvieto. La recensione è in arrivo.
Ma fumetti, romanzi, sceneggiature e libri illustrati fanno ormai parte dell’ossatura della kermesse romana. Dopo la pellicola di Deodato, viene così introdotto il lavoro di Blackboard Autoproduzioni, collettivo di giovani fumettisti con il pallino dell’horror e della fantascienza già presente allo scorso Lucca Comics. I ragazzi presentano le bellissime graphic novel 404 – A Dark Web Story, Archè e Pale Blue Dot.
Subito dopo è il momento di un grande aficionado del Fantafestival, ovvero il regista Andrea Marfori che trenta gloriosi anni fa presentava allo stesso evento il film – poi diventato di culto – Il bosco 1. Oggi Marfori presenta il Quest of Fear, che rappresenta la sua seconda collaborazione sia con il produttore russo Viktor Bulankin sia con la sceneggiatrice Paola Mingoni (la prima è stata Soviet Zombie Invasion, film proiettato l’anno scorso sempre al Fantafestival). La nuova pellicola di Marfori si prende gioco della nuova moda delle escape room, molto in voga in Russia.
Un gruppo di ragazzi, in vena di festeggiamenti, si ritrova preda di una misteriosa setta sanguinaria e cannibale. Come la precedente opera di Marfori, anche Quest of Fear è ambientato quasi interamente in una struttura labirintica, sebbene goda di un production value maggiore e dia curiosi scorci di vita rutena. Il grado di follia e gore, per fortuna, è sempre lo stesso.
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