Devil May Cry, il riassunto della storia – Prima Parte

A pochi giorni dalla pubblicazione di Devil May Cry 5, carichi di aspettative e, pure, di una memoria che comincia a vacillare sotto il peso degli anni, noi prodi di GamesVillage abbiamo pensato di rinfrescare i ricordi e la carta di identità scavando nel passato della saga dedicata al figlio del demone Sparda. Questo perché, pur lontani dalle complessità narrative imposte da Dallas, Beautiful e Kingdom Hearts, anche la saga di Devil May Cry custodisce, lungo i 4 episodi ufficiali, un groviglio di personaggi e situazioni piuttosto intricato per una famiglia, quella di Dante, che non ha nulla da invidiare a quella di Ridge e Thorne. Thornando seri, cercheremo, per quanto possibile, di restare sui binari imposti dalla pubblicazione dei giochi, concedendoci, per amor di comprensione, qualche necessaria digressione sul fronte temporale, senza dimenticare l’apporto fornito da altri media. Di seguito, la prima delle due parti che compongono il nostro viaggio nell’Inferno del Dante made in Capcom. Buona lettura.

This is Sparda

Il primo Devil May Cry (Playstation 2, 2001) racconta, nel filmato introduttivo, la figura del demone Sparda, il Cavaliere Nero che, nella millenaria lotta tra i suoi simili e gli esseri umani sceglie, scientemente, di sposare la causa degli umani. Da solo, contro la sua stessa fazione, Sparda vince e si ritrova a regnare nel mondo degli umani, garantendo la pace fino alla sua morte e diventando leggenda. Duemila anni dopo, cambia il tono della narrazione. Cambia lo stile, il contesto e, pure, i personaggi. Dal cielo di una anonima periferia cittadina, scende una donna. Davanti a lei, c’è l’insegna led di Devil May Cry, una sorta di agenzia investigativa specializzata in casi “speciali”, per dirla alla Dante che, da Trish, la ragazza arrivata dall’alto, incassa non solo un entrata a sorpresa, con una moto domata dalla donna che sfonda la porta di ingresso, ma anche il marchio di “tuttofare, che si accolla anche i lavori più ingrati”. La realtà, invece, è ben diversa. Dante, infatti, non è solo un “guascone” annoiato dalla vita, ma anche “il figlio di Sparda, il leggendario Cavaliero Nero”. Sempre da Trish, scopriamo che Dante ha perso la madre e il fratello vent’anni prima, “a causa del male”.

Il primo contatto tra Dante e Trish, ad ogni modo, non è dei più cordiali. Anzi. Davanti all’atteggiamento del cacciatore di demoni, l’atmosfera si surriscalda. Dallo scontro che ne scaturisce, con tanto di spade infilzate e moto lanciate in aria, emergono anche alcune verità. Dalle bocche dei due protagonisti scopriamo che Dante, sin da quando era in fasce, aveva i “poteri. Nella mie vene – dice alla donna – scorre sangue demoniaco”. Dante che, per altro, sembra nascondere di più. Proprio come Trish.

“Sei l’unica – dice Dante puntando una delle sue pistole contro donna  – che sa della mia vendetta. Sembra che la meta sia vicina”.

A quel punto, è arrivato il momento di giocare a carte scoperte. Trish non è una nemica. Anzi. Per certi versi, sembra davvero una “cliente” e, idealmente, assume Dante per “sterminare gli abitanti degli Inferi”. Di più: a guidare i demoni c’è Mundus, sconfitto secoli orsono da Sparda, ma resuscitato vent’anni prima. Sparda aveva bloccato i suoi poteri, ma Mundus, imperatore degli Inferi, sta nuovamente cercando di impadronirsi del mondo umano. L’obiettivo di Mundus è quello di riaprire il portale che unisce i due mondi, situato a Mallet Island. Ed è sull’isola che ritroviamo Dante e Trish, a caccia di demoni, di Mundus e di giustizia.

La Divina Tragedia

Ricapitoliamo: a questo punto, sappiamo quindi che Dante, riciclatosi come titolare di una strampalata agenzia chiamata “Devil May Cry”, è “mezzo umano, mezzo demone”. Figlio, evidentemente, del “Cavaliere Nero” e, pure, di una donna umana, Eva, morta insieme al fratello Vergil “a causa del male”. E, quindi, per mano di Mundus, imperatore degli Inferi  a capo dei demoni. In realtà, la vicenda è più intricata. Molto più intricata. L’inizio del gioco e della nostra storia, vede Dante, accompagnato a distanza dalla sua nuova “cliente”, approdare sull’isola e incamminarsi verso il castello dove è ubicato uno dei pericolosi portali utilizzato da Mundus. La strada è insidiosa. Mundus scaglia contro Dante, armato di Spadone e delle iconiche pistole “Ebony & Ivory”, le sue truppe demoniache e, anche, i suoi “luogotenenti”. Tra tutti, spicca il terribile Nelo Angelo che, più volte, farà capolino nell’avventura. Durante uno degli scontri più difficili, il terzo, Nelo Angelo mostra le sue fattezze umane, del tutto simili a quelle di Dante. La conferma di quanto subodorato arriva alla fine del combattimento. Nelo Angelo, sconfitto, si dissolve nelle tenebre lasciando cadere un pendente. Lo stesso in possesso del nostro Dante che, a quel punto, è messo di fronte ad una terribile verità. Il medaglione, diviso a metà, era un regalo di Eva, madre di Dante e di Vergil, ai due figli. Il coriaceo nemico era, quindi, suo fratello, creduto morto e, invece, diventato in qualche modo schiavo di Mundus. Nel frattempo, i due pendenti, uniti, formano una chiave che permette il passaggio negli Inferi. Le sorprese non sono purtroppo finite. Neppure Trish è chi diceva di essere: creata da Mundus nel ricordo della madre di Dante e Vergel, la donna aveva il compito di “assumere” Dante ed attirarlo sull’isola di Mallet. La trappola, svelata, non ferma Dante che sconfigge Trish, poi risparmiata. Il piano di Mundus è ormai chiaro e le fasi successive precedono lo scontro finale.

A salvare il nostro eroe dal colpo mortale di Mundus è proprio Trish che, redenta, salva Dante. Lo farà una prima volta e poi, ancora, una seconda, quando Dante, credendo sconfitto il suo nemico e morta la sua “amica”, viene nuovamente attaccato. Il combattimento, grazie proprio alla donna, volge a favore del bene. L’imperatore Mundus, così, viene finalmente rispedito negli inferi, mentre Dante e Trish, semplicemente, si “godono il momento”. Dagli occhi della ragazza, scorrono lacrime copiose, quelle che “solo gli umani possiedono”. La nuova consapevolezza, di Dante come erede di Sparda e di Trish in parte umana, convince il duo a rinominare l’agenzia. Non più “Devil May Cry”, ma “Devil Never Cry”.  Niente più lacrime: è, finalmente, il tempo dei sorrisi.

Cry Baby Cry

Come è evidente, la storia di Dante è quella di un uomo, di un demone. Soprattutto, di un figlio e di un fratello, la cui vita è stata influenzata dalla sua stessa, demoniaca, natura. La genesi di Dante e Vergil è, pure, il loro stesso destino. Schiavi, del sangue Dante e di Mundus Vergil, sacrificati sull’altare di un conflitto più grande. Schiavi, pure, dell’amore. Quello di Sparda verso Eva, madre umana dei due germani, che ritorna, mutatis mutandis, nel personaggio, ambiguo, di Trish.

Le basi per una epica e appassionante trilogia, questo doveva essere Devil May Cry nella testa del suo creatore e director Hideki Kamiya, erano state gettate. Il diavolo, come è noto, fa le pentole, ma non i coperchi e non tutto, nella stesura del secondo e attesissimo capitolo, volge per il verso giusto. Orfano di Kamiya, che lascia Capcom per inseguire i sogni “platinati” di gameplay, la direzione di Devil May Cry 2 (Playstation 2, 2003) è affidata al talentuoso Hideaki Itsuno alle prese con uno sviluppo piuttosto travagliato. Alle magagne ludiche, inutili da trattare in questa sede, si accompagna una narrazione un po’ incerta e, per certi versi, poco efficace che, ad ogni modo, si colloca pochi anni dopo gli episodi raccontati nel predecessore. Dante, nonostante l’esperienza accumulata, sembra non aver imparato dai propri errori. O, semplicemente, di subire il fascino femminile in maniera eccessiva. Ad accompagnare il nostro mezzo demone preferito non c’è più Trish, ma Lucia, un’avvenente ragazza dai capelli rosso fuoco. I due, nonostante una certa antipatia reciproca, decideranno comunque di fare “squadra” contro i demoni che, questa volta, affollano l’isola di Dumary, originariamente chiamata Vie de Marli. La nemesi, archiviato Mundus, ha il nome di Arius, un essere umano a capo di multinazionale che, grazie al potere dei demoni da lui stesso creati, vuole soggiogare la sua razza. Fatta la conoscenza, in maniera rocambolesca, della fascinosa Lucia, Dante conosce pure la madre della ragazza. Matier, questo il nome della donna, rivela al cacciatore di aver combattuto al fianco del padre e di conoscerne i segreti. Prima di rivelarli, però, chiede l’aiuto del mezzodemone che chiede aiuto al destino lanciando in aria una moneta. Falsa. Da qui, parte l’avventura.

Il compito di Dante e Lucia, personaggio giocabile, è quello di recuperare i 4 pezzi di Arcana, il manufatto cercato anche da Arius, con il potere di risvegliare Argosax, un brutale demone già sconfitto, millenni prima, da Sparda. Come detto, la storia non spicca per originalità, presentando personaggi stereotipati e poco carismatici. Emblematico è il caso di Lucia che, ad un certo punto dell’avventura, rivelerà a Dante la sua stessa natura. Ovvero, quella di demone artificiale creata proprio da Arius. Insomma, una sorta di “auto riciclo” per un colpo di scena piuttosto telecomandato che segue la sconfitta di Arius.

Lucia, come Trish prima di lei, piange lacrime umane, rivelando la sua anima e confermando, quindi, che no, “i demoni non piangono mai”.

Ad ogni modo, dopo la “rivelazione”, le strade di Dante e Lucia si dividono. Il primo, sfruttando la solita moneta falsa, entra nel portale che conduce nel mondo demoniaco dove si trova Argosax. La donna, invece, affronta Arius, resuscitato in forma demoniaca. Certo è il destino della donna, che ritroviamo nell’ufficio di Dante dopo la battaglia, vittoriosa, con Arius, definitivamente sconfitto.

Per anni avvolto dal mistero, invece, il percorso di Dante che, nel gioco, combatte sì con Argosax, the Despair Embodied, ma non si vede poi tornare dagli inferi, lasciando al rombo della sua moto udito da Lucia fuori dall’agenzia il compito di chiudere Devil May Cry 2. Oggi, con la modifica della cronologia degli episodi ufficialmente  apportata da Capcom, sappiamo che Dante è tornato dall’Inferno, come il padre prima di lui, perché, appunto, lo rivediamo in Devil May Cry 4, episodio successivo, quindi, alla caduta di Argosax. Ma questa, appunto, è un’altra storia. O, se preferite, la seconda parte di questo recap che anticipa l’uscita di V.

Stay Tuned, figli di Sparda. Ci rivediamo tra qualche giorno.