Se mi offrissero un mondo paradisiaco in cui fuggire, evitando per sempre responsabilità e preoccupazioni della vita da adulta, sarei tentata di accettare. Se tale mondo fosse però basato su un’infinita ripetizione della mia vita liceale, non avrei alcun dubbio a restarmene nella grigia realtà: piuttosto che riviverla, meglio qualsiasi routine. È evidente come una felice vita alle superiori sia però uno dei temi ricorrenti dell’immaginario giapponese, riversato in decine e decine di manga, anime, serie tv e appunto videogiochi. La quotidianità tra i banchi, popolati da giovani fanciulle vestite alla marinaretta, e le attività dei vari club sembrano rappresentare l’eden dei sognatori nipponici, e The Caligula Effect rappresenta a pieno tale desiderio proibito. Il titolo ci trascina in un mondo parallelo immaginario, in cui si ritrovano tutti i liceali scontenti delle loro vite o spaventati dall’invecchiare e dalle complicazioni che ne conseguono. I loro desideri e le loro paure si sono cristallizzate grazie a μ, un software in grado di sintetizzare voce umana che ha compreso le sofferenze del mondo, ed ha perciò deciso di creare la propria realtà parallela: Mobius. Con tale premessa mi sarei aspettata bianche spiagge e paesaggi idilliaci, mentre tristemente ci ritroviamo in classe, o al massimo in giro per la città giapponese, magari in uno shopping center. D’altronde, al cuore non si comanda.
The Caligula Effect: Overdose rappresenta la versione riveduta e corretta del titolo originale, uscito un paio di anni fa su PSVITA ed abbastanza apprezzato in madre patria. Effettivamente la storia raccontata e la caratterizzazione dei personaggi sono piuttosto allettanti: il mistero delle povere anime trasportate nel mondo parallelo e lì intrappolate, unito al classico tema liceale, fa tornare alla mente numerosi anime di successo. I protagonisti sono interessanti, ben disegnati e adattissimi ad essere interpretati da cosplayer, una formula vincente per far risaltare un videogioco. L’atmosfera c’è tutta in effetti, permeata dalla sottile inquietudine di osservare le persone che ci circondano impazzire, diventando corrotte e deformi. Il compito del nuovo capitolo avrebbe dovuto essere correggere i difetti (rilevanti) del precedente, consentendo così al giocatore di apprezzare a pieno i lati positivi del gioco, comunque bene evidenti. Tagliamo subito la testa al toro: non ci è riuscito. Tutti i maggiori problemi di The Caligula Effect sono presenti nella sua versione migliorata, e risulta ad oggi ancora più difficile tollerarli.
La punta di diamante del gioco, che accompagna la trama gradevole, è senza dubbio il combat system. The Caligula Effect offre una interessante fusione tra battaglie a turni e in tempo reale e soprattutto consente di eseguire una simulazione dell’effetto delle nostre mosse, riuscendo così a progettare l’intera lotta prima di partire all’attacco. Certo, il piano può andare storto: se la nostra mossa di apertura fallisce, magari necessaria a rompere lo scudo nemico, tutto può andare a rotoli. In genere però la nostra tattica fila liscia e ci consente di sconfiggere l’avversario con grande soddisfazione, alterando spostamenti, attacchi e barriere difensive. Le mosse a nostra disposizione sono veramente numerose e abbinabili tra loro in vari modi, consentendo ad esempio di lanciare un nemico in aria e poi sfruttarne la momentanea vulnerabilità. Ogni personaggio eccelle in un certo tipo di combattimento, ed esplorare le varie possibilità mi ha davvero divertito. Viene davvero voglia di accendere il gioco per dilettarsi in qualche battaglia. La modalità normale presenta un livello di sfida davvero troppo basso per divertirsi seriamente, ma quelle più complesse possono intrattenere qualsiasi giocatore appassionato del genere.
Il dramma comincia una volta usciti dal campo di battaglia: tutto il resto di The Caligula Effect è una vera delusione, confinante col disastro. I dungeon esplorabili sono labirinti di banalità, con tutti i corridoi uguali fra loro e nessun vero modo per orientarsi, perdendosi nel backtracking e nei continui combattimenti contro nemici di basso livello, che camminano in giro e spesso ci impediscono il passaggio. Le location mancano totalmente in originalità ed il loro design è quantomeno deludente, specialmente considerando le potenzialità espresse dalla trama: davvero non sono riusciti a creare nulla di meglio? Il sistema di amicizia con gli studenti presenti, che sono veramente tantissimi , poteva rappresentare la gallina dalle uova d’oro del gioco, ma in realtà risulta nuovamente in un nulla di fatto: non ha alcuna utilità conoscere meglio i personaggi, oltre a risultare tedioso e ripetitivo. Oltretutto la grafica è pressoché rimasta quella del titolo per PS VITA, ad eccezione di una fluidità e di una stabilità del frame rate lievemente migliorata, perciò dobbiamo sopportare personaggi che scivolano sui pavimenti invece di camminare, texture scadenti o del tutto assenti e protagonisti con visi del tutto inespressivi, che nemmeno durante le cutscene si animano un minimo. Come se ciò non bastasse, il sistema di movimento è veramente seccante e impreciso, e ciò fa sì che si finisca spesso addosso a nemici che avremmo semplicemente voluto evitare. Compenetrazioni e battaglie interrotte dai video, anche se ad onor del vero mi è capitato una sola volta, completano l’adorabile quadretto.
Un vero peccato, poiché ho desiderato con tutta me stessa che il titolo mi piacesse. Ho apprezzato lo stile del combattimento, che mi ricorda in parte Transistor, ed ho amato l’aspetto dei personaggi, che grondano originalità e personalità da ogni poro, oltre alla trama intrigante e intrisa di giapponesità. Volevo davvero divertirmi a giocare, godendomi la soundtrack notevole e terminando le decine (circa trenta) di ore che The Caligula Effect regala all’ignaro acquirente. Ma non è stato così: gli elementi di disturbo sono così invadenti da distrarmi dal resto, impedendomi di gradire a pieno l’esperienza. Non è detto che ciò capiti a tutti, per cui non me la sento di sconsigliare al mondo questo titolo, ma è evidente come vada sperimentato avendo bene a mente le controindicazioni, tali da far venir voglia di tornare nel mondo reale immediatamente.
The Caligula Effect: Overdose è un titolo con grandi pregi ed enormi difetti. La storia è intrigante, i personaggi hanno carisma da vendere e il combat system è davvero divertente, ma la ripetitività, il pessimo design delle location e la grafica scadente sono difficili da perdonare. Il potenziale sprecato è un vero peccato ed è difficile godersi a pieno l’esperienza nell’inquietante mondo di Mobius.