The Princess Guide Recensione

The Princess Guide

The Princess Guide | Potrebbe essere difficile pensare che in mezzo all’infinità di titoli di stampo orientale e dalle dinamiche da gioco di ruolo si possa ancora trovare sempre qualcosa che ci sorprenda. E in effetti The Princess Guide, sviluppato da Nippon Ichi Software e disponibile per Nintendo Switch e PlayStation 4, viaggia all’interno dei rassicuranti e collaudati canoni degli action RPG in stile giapponese in un tripudio di atmosfere fantasy, sprite anime, colori sgargianti e un pizzico di componente strategica che prova a espandere meccaniche viste già in più di un’occasione nella collezione di titoli pubblicati da NIS America e non solo. Il gioco è disponibile sia su Nintendo Switch che PlayStation 4, con quest’ultima versione protagonista della nostra recensione. Quanto saranno state brave le quattro principesse a portare alla vittoria le proprie truppe?

The Princess Guide: ovvero le tremolanti principesse

Non si può negare che NIS America abbia messo in questo The Princess Guide tutta la sua esperienza in fatto di produzioni destinate ad un pubblico tipicamente nipponico e con gusti orientati verso quella sfera. A cominciare dalla trama il titolo ci propone una serie di cliché e situazioni convenzionali per i giochi di ruolo provenienti dalle menti degli sviluppatori del Sol Levante. Ed ecco che quindi si palesa a noi la collaudata formula del male che si avvicina al regno e delle eroine con un seno prosperoso che ne devono salvare i confini e le città. L’originalità dei temi trattati dalla narrazione non è il punto di forza di The Princess Guide. Certo, le procaci protagoniste negli sprite delle scene di dialogo e intermezzo fanno la loro figura, ma raccontano di una storia particolarmente banale e dimenticabile.

The Princess Guide

Belle da vedere, ma quanto tremano mentre parlano

Dimenticabile soprattutto in considerazione del fatto che durante le cut scene i personaggi sono animati con un tremolio che li fa sembrare come posseduti da un demone. Questo tremore li streccia cercando di creare un movimento che li faccia sembrare più vivi e meno simili a figurine appiccicate sullo schermo. La missione può ritenersi fallita poiché questo incessante fremito infastidisce l’occhio portando spesso il giocatore a passare oltre i dialoghi. Uno skip che non è un bene, visto che spesso in questi dialoghi sarà necessario prendere delle decisioni che influiranno sulla crescita delle principesse. Niente di così indispensabile per l’avanzamento dell’avventura che scorre senza troppi intoppi nel suo flusso di missioni consecutive. I personaggi rappresentato sono figli della tradizione e c’è da dire che alcune grafiche in stile anime sono un po’ troppo piatte e dalle linee di contorno esasperate al punto da sembrare delle figurine applicate in maniera disordinata su di un album. Una scelta stilistica chiara e che ricorda altre produzioni, ma proprio per questo motivo sa fin troppo di già visto.

The Princess Guide ci porta strategia, ma anche linearità

Sotto il profilo del gameplay The Princess Guide è da considerare, come detto, un action RPG abbastanza classico nelle meccaniche con scontri molto frenetici e un flusso di gioco che li alterna a fasi più lente di pianificazione strategica. L’incontro dei nemici avviene su di una mappa composta da nodi (villaggi e località) e linee di collegamento tra essi. Mappa reticolata che ovviamente riduce pressoché al minimo la fase esplorativa con percorsi guidati e pochissime deviazioni. Gli spostamenti su questa griglia avvengono tramite delle semplici icone stilizzate degradando queste fasi di gioco a un mero raggiungimento dei luoghi. Per fortuna ci saranno delle truppe nemiche in movimento sulla mappa che tenteranno di ostacolare il cammino e debilitare la nostra legione rendendo meno monotoni gli spostamenti.

The Princess Guide

Villaggi e strade: tutta qui l’esplorazione?

La fase strategica, oltre che nella gestione delle classiche componenti da gioco di ruolo quali equipaggiamenti e livellamento, si sviluppa in una serie di truppe e comandanti da ingaggiare e combinare per ottenere squadra d’assalto sempre più performanti e adatte alle singole missioni. La partenza delle squadre, composte da comandante e da alcuni minion, avviene sempre dal castello centrale dal quale possono partire più party per raggiungere luoghi diversi fino al completamento delle singole missioni o ad una necessaria ritirata strategica. Nulla di complesso da gestire, ma che richiederà una attenta pianificazione.

The Princess Guide: i comandanti e i minion

All’avvio di una battaglia ecco che finalmente le nostre truppe appaiono nella loro forma reale, quella più similare agli sprite che le rappresentano. Si tratta comunque di personaggi realizzati con delle fattezze da “bamboline” in pieno stile giapponese, belli ma un po’ troppo minimalisti nella realizzazione e robotici nei movimenti. I combattimenti si svolgono in mini arene e mini dungeon con visuale d’alto con un aspetto anche qui morbido, colorato e fumettistico nel quale gli elementi dello scenario e oggetti si sovrappongono in maniera spesso disordinata. I dungeon appaiono più come puri e semplici contenitori delle azioni senza lasciare un’impronta memorabile nella mente. Anche a causa delle numerose icone ed effetti di luce che si addensano a schermo, l’azione di gioco spesso appare come un guazzabuglio di scintilli ed esplosioni che ci privano spesso della possibilità di mantenere l’attenzione sulla strategia degli attacchi.

The Princess Guide

Non capisco davvero da che parte arrivino gli attacchi.

Negli scontri si possono usare attacchi semplici, speciali e anche attacchi del gruppo di minion al seguito del comandante che vanno controllati con degli ordini da impartire attraverso combinazioni di tasti. Per certi versi il titolo di NIS America pare strizzare un po’ l’occhio ai MOBA con alcune di queste dinamiche, nonostante sia privo di una componente multigiocatore. È nel meccanismo di gestioni di tutti questi aspetti e della sequenza di tasti da utilizzare che The Princess Guide mostra sia una buona profondità di gameplay che la sua fattiva complessità di utilizzo. Spesso ci si ritrova a usare ripetutamente un singolo attacco piuttosto che provare a concatenare combo e ordini d’azione agli alleati a causa della difficoltà di combinare troppi tasti similari tra di loro. Il livello di sfida è medio-alto soprattutto andando avanti nelle singole storie delle quattro principesse e viene aumentato proprio dalla necessità di imparare a memoria alcune combinazioni di tasti soprattutto quelle che comportano un rallentamento dell’azione, come nel caso degli ordini di strategia delle truppe di minion. Facendo un paragone recente The Princess Guide per certi versi non si distacca molto dall’impronta che contraddistingue titoli recenti come Death end re;Quest, con alcuni punti di pregio e di difetto simili ma rispetto a quest’ultimo il titolo di NIS America offre più dinamicità dei combattimenti e tempi morti più incasellati in specifiche meccaniche.

The Princess Guide non ha le pretese di essere un caposaldo del genere action RPG né tantomeno rinnovare il genere con le sue componenti strategiche che sanno tanto di già visto. Non si pone nemmeno come una nuova visione dello stile anime che caratterizza molte delle produzioni orientali né per una trama particolarmente complessa o articolata. Il titolo di NIS America è semplicemente divertente, articolato ma anche prevedibile e uniformato al canone dei giochi di ruolo che fanno dell’esasperazione di alcuni elementi il loro marchio di fabbrica. Le forme generose, i modelli e gli effetti di luce esasperati all’inverosimile, i personaggi in gioco come pupazzetti, la complessa assimilazione delle varie mosse e una linearità della prosecuzione del gioco. Sono queste le caratteristiche di base di questo RPG action. Il gioco si fa apprezzare con il suo discreto livello di sfida ma anche per un senso di confusione sia visiva che di controlli particolarmente evidente nelle fasi più concitate e dense di nemici. Un gioco per appassionati di stile giapponese. Uno dei tanti, con tutti i pregi e difetti del caso.

Dalla sua Mansion nel Sannio ha attraversato l'universo senza Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa con l'aiuto di Pietre Sheikah. Ma il suo desiderio è una casetta sulla colonia 9 di Bionis e un mech parcheggiato in giardino. Cinema, borad game e birra artigianale le altre sue passioni. Ogni volta che esce un nuovo Zelda esclama: "Avverto un tremito nella forza."