Super Dragon Ball Heroes World Mission Recensione

Super Dragon Ball Heroes World Mission

Super Dragon Ball Heroes World Mission | Sono stati necessari parecchi anni, ma finalmente l’ultima serie di videogiochi basata sul franchise di Akira Toriyama è giunta anche in Occidente: grazie alla mediazione di Bandai Namco, Super Dragon Ball Heroes: World Mission è ora disponibile su Nintendo Switch e PC, in una sorta di esclusività condivisa. Si tratta di un titolo davvero molto particolare, un card game lontano anni luce dai più recenti Dragon Ball Xenoverse 2 e Dragon Ball FighterZ: al tempo stesso pochi fan di Dragon Ball Z e Dragon Ball Super possono permettersi di lasciarselo scappare. Soprattutto coloro che hanno sempre sognato universi alternativi (come quelli di Dragon Ball GT e Dragon Ball AF) in cui i protagonisti della serie raggiungono trasformazioni sempre più improbabili e potenti. Scopriamo dunque Super Dragon Ball Heroes: World Mission nella nostra recensione.

Trama: l’universo Super Dragon Ball Heroes

Negli scorsi anni il mondo ha assistito al rilancio in grande stile del franchise basato sull’opera del maestro Akira Toriyama: grazie alla nuova serie Dragon Ball Super il mondo dei Saiyan è tornato di attualità un po’ ovunque, soprattutto in Occidente; in Giappone, invece, non è possibile sostenere che l’interesse per la serie sia mai venuto davvero meno. È probabilmente anche grazie al successo di Dragon Ball Super in Occidente che Bandai Namco ha deciso di tentare l’impensabile: portare al di fuori del Giappone la serie Super Dragon Ball Heroes, da sempre l’universo del non canonico, del fanservice e dei what if narrativi più assurdi e improbabili (ma non per questo meno interessanti da vedere o da fruire). Super Dragon Ball Heroes è nato in Giappone anni fa, come cabinato basato sull’utilizzo di vere carte da gioco commercializzate nei negozi: carte che poi all’interno del titolo, tramite lettore ottico, diventano personaggi “reali” del mondo di Dragon Ball, che è possibile far lottare tra di loro. Super Dragon Ball Heroes: World Mission chiaramente non dispone di supporti fisici aggiuntivi che possano “leggere” e scansionare le carte collezionabili degli utenti, dunque le stesse sono già presenti all’interno del gioco (e sono tantissime, circa 1100).

Super Dragon Ball Heroes World Mission

I personaggi pronti al combattimento.

Dal punto di vista della trama di gioco, Bandai Namco ha pensato Super Dragon Ball Heroes: World Mission come il punto di partenza perfetto per tutti i nuovi arrivati, senza chiaramente trascurare i giocatori di vecchia data (che tuttavia in Occidente sono per forza di cose un numero quasi trascurabile). Il gioco offre così una modalità storia e una modalità arcade che consentono entrambe sia di prendere confidenza con le meccaniche di gioco basilari del gioco di carte in questione, sia di conoscere molto rapidamente (ma in modo approfondito) i principali archi narrativi di Super Dragon Ball Heroes (serie che in Giappone dispone di anime e manga dedicati). L’offerta complessiva per portare a termine le due principali modalità di gioco single player si aggirano sulla trentina di ore, rivelando già di per sé quanto sia corposo il titolo: a questi contenuti vanno però aggiunti ancora l’immane mole di carte e di personaggi presenti e la modalità online, che consente di affrontare a base di mazzi di carte giocatori provenienti da tutto il mondo. Narrativamente parlando, la storia di Super Dragon Ball Heroes non è particolarmente originale: è evidente che si tratti di un mero pretesto narrativo. Nel mondo fittizio della serie Heroes, in cui il Kaioshin del Tempo controlla l’ordine dell’Universo preservandolo dai malvagi demoni, il cattivone di turno si chiama Sealas: vuole raggiungere i suoi loschi scopi senza preoccuparsi troppo degli equilibri tra esseri viventi. Per fortuna che ci siamo noi: un breve tutorial chiederà al giocatore di scegliere la razza del proprio personaggio (tra majin, saiyan, terrestre, namecciano e molte altre), dopodiché gli illustrerà il funzionamento del gioco di carte. Gioco di carte che, inutile sottolinearlo troppo nella sua assurdità, sul pianeta Terra di Super Dragon Ball Heroes è praticamente la principale occupazione degli esseri umani: e neanche a farlo apposta il protagonista è proprio un ragazzo prodigio.

Super Dragon Ball Heroes World Mission: giocare a carte con i Saiyan

Super Dragon Ball Heroes: World Mission, lo abbiamo ricordato in apertura, è un titolo profondamente diverso dai recenti Dragon Ball Xenoverse 2 e Dragon Ball FighterZ: il primo di loro rappresenta un action-RPG dove i personaggi sono chiaramente quelli del franchise di Toriyama, il secondo un picchiaduro bidimensionale estremamente tecnico e strategico. Super Dragon Ball Heroes: World Mission è invece dal punto di vista del gameplay un vero e proprio card game, un vero e proprio gioco di carte: la sua difficoltà non è particolarmente elevata, tanto che le regole possono essere comprese in pochissimi minuti, a differenza di tanti altri giochi di carte presenti sul mercato e molto famosi nelle fumetterie italiane. Padroneggiare le meccaniche di Super Dragon Ball Heroes: World Mission è però un’operazione che richiederà più tempo e molta buona volontà da parte del giocatore: le missioni della storia principale e della modalità single player arcade servono proprio a far prendere agli utenti confidenza con il proprio mazzo di carte (o deck), nonché a fornirgli gli strumenti per comprare nuovi pacchetti nel negozio (ottenendo così sempre più carte utili). In totale Super Dragon Ball Heroes: World Mission offre più o meno 1100 diverse carte da gioco e oltre 300 personaggi (canonici e non canonici) dell’Universo Dragon Ball generale (dunque provenienti da Dragon Ball Z, Dragon Ball GT, Dragon Ball Super e altri completamente inediti). La sproporzione tra personaggi e carte non deve allarmare, basti considerare che ogni eroe presente possiede una miriade di trasformazioni, accessori, costumi, vestiti nonché abilità speciali che variano a seconda della specifica carta di gioco in cui è presente; il giocatore può anche creare da zero le proprie carte con un ricco editor approntato da Bandi Namco, vera e propria novità all’interno del franchise che speriamo venga ripresa in futuro.

Super Dragon Ball Heroes World Mission

I fantastici protagonisti della produzione.

In ogni partita di Super Dragon Ball Heroes: World Mission due giocatori si sfidano in combattimento utilizzando il proprio mazzo di carte a tema Dragon Ball, che va approntato prima che cominci il duello: in campo scendono sette diversi guerrieri, che condividono tra loro una barra di Vigore e possono essere schierati sul campo di battaglia in modo differente; il mondo in cui vengono schierati, la disposizione reciproca, le combinazioni tra loro e i turni di attacco e di difesa rappresentano alcune delle componenti strategiche di Super Dragon Ball Heroes: World Mission, che si fanno sempre più appaganti man mano che il giocatore spende ore di gioco (e valuta del titolo nell’acquisto di nuovi pacchetti) all’interno del titolo. Il livello di sfida non diventa mai davvero proibito, a parte rarissime eccezioni e scontri con avversari più temibili. Tutto questo materiale potenzialmente davvero interessante deve però fare i conti con un comparto tecnico semplicemente imbarazzante: anche l’occhio vuole la sua parte, e visivamente parlando Super Dragon Ball Heroes: World Mission è rimasto indietro di parecchi anni: modelli poligonali, aliasing, definizione, rigidità dei personaggi, non esistono purtroppo scuse per quanto abbiamo visto su Nintendo Switch e purtroppo ci siamo accertati che su PC le cose vadano più o meno allo stesso modo. Speriamo che il primo titolo della serie giunto in Occidente abbia abbastanza successo da giustificare l’investimento di maggiori risorse per potenziare anche questi aspetti, visibilmente trascurati.

Super Dragon Ball Heroes: World Mission rappresenta un tassello importante nella storia del franchise videoludico basato sull’opera di Akira Toriyama: finalmente anche il card game della serie non canonica arriva in Occidente; ne derivano le più rosee aspettative anche circa i titoli futuri. A fronte di un comparto narrativo che non brilla quasi mai ma che si mostra funzionale allo scopo (insegnare le basi e i livelli avanzati del combattimento a base di mazzi di carte), di alcune scelte dubbie (come l’impossibilità di saltare le animazioni di intermezzo dei combattimenti) e di un comparto tecnico obsoleto, Super Dragon Ball Heroes: World Mission offre una mole di contenuti impressionante, tantissime ore di gioco e verrà probabilmente adorato dai fan della serie. Soprattutto da coloro che hanno sempre sognato di vedere su schermo la trasformazione in Super Saiyan 3 di Vegeta, o fusioni improbabile e dall’aura potentissima.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.

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