Nintendo Game Boy. Un nome oggi diventato simbolico del gaming all’aria aperta, appartenente ad una macchina che ha letteralmente scritto la storia dei videogiochi, non solo portatili. Un sistema semplice, robusto ed economico che, pur rinunciando al colore, con quattro batterie stilo, garantiva ore ed ore di divertimento tascabile. Con in più le migliori versioni da asporto dei più celebri franchise Made In Nintendo e non solo. Si, perché sull’inossidabile portatile è passata, di fatto, quasi tutta l’epopea videoludica dai tardi anni settanta in poi, segnando una vera e propria pietra miliare della storia del videogioco. Ricordiamone insieme le caratteristiche principali.
Nintendo Game Boy, la rivoluzione portatile
Il mercato videoludico di fine anni ottanta aveva di fatto una grande carenza, il settore portatile. Certo, di fatto esistevano parecchi sistemi che già era possibile portare fuori casa per giocare, ma questi erano limitati e spesso dotati di un solo titolo disponibile. Tutto ciò nonostante la Milton Bradley avesse già ideato e commercializzato un sistema con giochi intercambiabili, chiamato MB Microvision. La macchina base, ideata nel 1979, permetteva infatti di variare gioco grazie a degli speciali overlay hardware contenenti un titolo differente al proprio interno, tra cui anche franchise di spicco come il primo gioco portatile di Star Trek. Eppure l’idea, seppur vincente, nel corso degli anni ottanta era stata quasi del tutto abbandonata. Nintendo stessa in realtà dominava il settore portatile, con dei sistemi LCD oggi di culto, chiamati Nintendo Game & Watch, che però avevano il grosso limite di contenere un solo gioco al proprio interno. L’enorme successo dei titoli per Nintendo Entertainment System spinge i creativi della casa giapponese a pensare in grande, e proporre un vero e proprio NES Portatile, in tutto e per tutto simile al fratello maggiore, ma con la possibilità inedita di giocare all’aria aperta, cambiando cartuccia e, nel caso la cartuccia non funzionasse, invece di soffiarci sopra… farla pulire dalla brezza mattutina. Pura poesia videoludica.
L’immagine ufficiale scelta dal reparto marketing Nintendo è un artwork che punta sul mondo fantascientifico, con due mani robot stilizzate.
Nintendo Game Boy, il potere è nelle tue mani
Al solo nome Game Boy una lacrimuccia scappa dai volti sorridenti di chi ha vissuto questa piccola grande rivoluzione del gaming en plein air. Stretto nei palmi di due mani un piccolo mattoncino squadrato dalle linee spartane e semplici, ecco quello che rappresenta una delle migliori incarnazioni di quella tanto decantata Nintendo Difference, gli “altri” avranno anche Sonic che sfreccia sul televisore correndo all’impazzata, dal 1991, ma Mario ci accompagna stavolta nelle escursioni più o meno lunghe all’aria aperta. Non a caso usiamo il termine, perché di fatto, il primo modello del Nintendo Game Boy non offre alcuna retroilluminazione e sfrutta alla perfezione la luce naturale del sole per illuminare lo scenario di gioco. Il contrario esatto degli smartphone moderni, per capirsi, che al primo raggio di sole sullo schermo diventano illeggibili. Spesso il design dei titoli si basa proprio su questa caratteristica, con sfondi spesso del tutto assenti e linee chiare e pulite che stilizzano il gioco, magari ricco di decorazioni in versione televisiva, con essenziali ed ormai iconici toni di grigio. Ma cosa offre, a livello hardware il piccolo grande sistema? Il processore su cui si basa l’architettura è prodotto dall’azienda giapponese Sharp, un nome molto noto nel mondo delle calcolatrici portatili, ed è uno Sharp LR35902 ad otto bit, una particolare CPU che è di fatto un ibrido tra due processori molto noti dell’epoca, ovvero Intel 8080, esistente già dal 1974 ed usato da diversi sistemi informatici, e lo Zilog Z80, uno dei più usati processori nel mondo videoludico. Nel particolare Sharp integra alcune istruzioni base dell’8080 all’interno dello Z80, ottimizzando il tutto per il gioco, con una velocità di clock di 4,19 Mhz. La CPU è deputata anche alla creazione del suono, che viene diffuso attraverso quattro canali stereo, ascoltabili però solamente con le cuffie auricolari in dotazione. Il Nintendo Game Boy offre il sistema DMG (Dot Matrix Game) in riferimento al suo display LCD ad alta tecnologia con quattro toni di grigio visualizzati su una risoluzione di soli 160 pixel × 144 pixel. Il medium scelto per contenere i giochi è la classica cartuccia, simile nelle forme a quella del NES, ma miniaturizzata, con una capienza che varia tra 256 kB ed 8 MB max, a secondo della grandezza del gioco. La vera differenza però la fanno le batterie, ben quattro stilo che, grazie all’attenta ottimizzazione dei consumi energetici, garantiscono l’incredibile cifra di circa quaranta ore di gioco ininterrotto, rendendo il Game Boy, praticamente immortale. Dietro la macchina c’è uno dei più noti nomi della Nintendo, ovvero Gumpei Yokoi, ideatore anche della linea Game & Watch, della Croce Direzionale, di giochi meccanici di culto quali Ultra Hand e del controverso sistema per la realtà virtuale in rosso e nero, l’iconico Virtual Boy. Non proprio il primo arrivato, dunque.
Il compianto Gumpei Yokoi, una delle menti più importanti dell’intero settore videoludico, le cui invenzioni sono ancora oggi lo standard.
Una ludoteca nella tua tasca!
Il fatto di poter avere a disposizione una ludoteca fatta di classici senza tempo in versione tascabile, o titoli disegnati apposta per il nuovo sistema era, nel 1989, una novità assoluta. Dalla prima manciata di titoli rilasciati da Nintendo ed alcune delle terze parti, pian piano si arriva ad un catalogo sterminato oggi stimato in circa quattromila titoli, che includono però anche giochi homebrew e senza licenza, per tutte e tre le edizioni della macchina, ovvero Game Boy, Game Boy Color e Game Boy Advance. I numeri ufficiali rilasciati da Nintendo stessa parlano di cifre altrettanto consistenti, ed in particolare di 1049 giochi per il sistema originale, il primo Game Boy, 576 giochi appositamente creati per il successore Game Boy Color, e altri 1074 titoli per il terzo ed ultimo sistema a portare questo nome, ovvero il Game Boy Advance. 2699 titoli ufficiali, dunque. Non basterebbero tre vite per giocarli tutti. Tra i tantissimi giochi usciti su Game Boy ne vogliamo ricordare soltanto tre assolutamente iconici. Primo tra tutti TETRIS, puzzle game basato sui tetramini ideato dal matematico e programmatore sovietico Aleksej Leonidovič Pažitnov, venduto in bundle con la console, e considerato oggi una delle maggiori killer application della storia videoludica. Dotato di una colonna sonora ed un gameplay ipnotici, TETRIS è stato letteralmente nei sogni dei giocatori per anni, con l’incredibile fenomeno mnemonico di far sognare le partite durante la notte! Un gioco perfetto, secondo le parole del suo stesso ideatore, può vivere per sempre. Secondo Super Mario Land, una versione tascabile dei mondi di Super Mario, che si discosta parecchio a livello di gameplay e design, ideato dallo stesso Gunpei Yokoi, e che si può idealmente raffigurare come una libera interpretazione dell’opera principale di Shigeru Miyamoto. Terzo, ma non per questo meno importante, Pocket Monsters, per gli amici Pokémon, il capostipite di una serie decisamente longeva e di successo, che, di fatto, ha decisamente salvato Nintendo nei suoi tempi più bui. E se ve lo state chiedendo, si esiste una console Game Boy Color dedicata ai mostriciattoli, con tanto di Pikachu sullo chassis, che ottiene un successo assoluto. Due piccole curiosità, il Nintendo Game Boy è stata la prima console ad andare nello spazio, poichè l’astronauta Aleksandr A. Serebrov nel 1993, ha deciso di portarsela dietro nella stazione spaziale russa MIR ed una delle macchine sopravvissuta ad un celebre bombardamento durante la Guerra Del Golfo è oggi esposta al pubblico, peraltro ancora funzionante. Decisamente resistente e versatile, verrebbe da dire.
Il successo del Game Boy è enorme e planetario, dopo un debutto nella terra del Sol Levante il 21 aprile del lontano 1989, ben trenta anni fa, il sistema giunge solo nell’estate successiva nel territorio statunitense, piazzando ben un milione di copie nella prima settimana di commercializzazione. Ottimi i risultati ottenuti durante l’intero ciclo vitale della macchina, che include anche i due successori già citati Game Boy Color e Game Boy Advance, e le varianti introdotte nei quasi venti anni di permanenza sul mercato, ovvero Game Boy Play It Loud!, con altoparlanti potenziati e chassis colorati, o Game Boy Pocket, dalle dimensioni ridotte, ed il raro Game Boy Light, il primo ad essere retroilluminato Il sistema ha piazzato complessivamente sul mercato la notevole cifra di ben 119 milioni di unità vendute, superato solamente da Nintendo DS, che peraltro originariamente si doveva chiamare Game Boy DS, e far parte ufficialmente della famiglia, e Sony PlayStation 2, con entrambe che superano i 150 milioni di vendite. E nel cuore di milioni di giocatori è ancora il primo sistema in assoluto, pronto a darci ancora tanta gioia, quando lo tiriamo fuori da un polveroso cassetto nell’armadio dei ricordi.