Alien è un nome che tutti gli appassionati di cinema, non solo di fantascienza, conoscono ed ammirano, poiché si tratta di uno dei migliori film girati nella storia della cinematografia. Ispiratore di decine di altri lungometraggi e spesso citato anche nelle situazioni più disparate. Il primo Alien, diretto con maestria dal regista statunitense Ridley Scott, ha debuttato nelle sale cinematografiche esattamente quaranta anni fa, il 26 aprile dell’ormai lontano 1979. Dalla pellicola originale sono nati diversi sequel, tratti libri, videogiochi, e la saga è ancora oggi un punto di riferimento assoluto per l’intero mondo della fantascienza, ed in particolare del microcosmo del genere fantahorror. Perchè nello spazio profondo, lo sappiamo bene, nessuno può sentirti urlare.
Alien: la genesi del film, nascita di una icona
Ripercorriamo insieme la storia di Alien, cercando di capire come abbia fatto a trasformarsi da semplice film dell’orrore fantascientifico, in una icona culturale. Le meccaniche pure e semplici del primo titolo altro non fanno che evolvere l’idea dello slasher movie verso la fantascienza, unendo in maniera sapiente due generi che, ammettiamolo, spesso vanno a braccetto. Ridley Scott non vuole puntare su qualcosa di ben definito, e lo stesso titolo del film lo dimostra. Alien, puro e semplice. La paura atavica del diverso, dell’alieno e, sopratutto di quell’alieno ostile e pericoloso che la fantascienza classica ha mostrato fin dagli anni trenta. Si, perché prima del bonario E.T. alieno buono e tontolone ideato da Steven Spielberg che vuole solo telefonare a casa e curare le ferite degli umani col suo dito luminoso e sanante, ci sono diverse generazioni di alieni malvagi e pronti a distruggere o conquistare i terrestri. Ma il più spaventoso di tutti, ammettiamolo senza remore, è proprio lui. Alien. Il cacciatore che ci trasforma in prede e che, una volta catturati, si permette pure il lusso di trasformarci in incubatrici per la riproduzione, come ci spiega una delle scene più terrorizzanti della storia del cinema, in cui, a mo di parto distorto e disturbante, vediamo nascere un nuovo piccolo e terrorizzante alieno, pronto, appena nato, alla guerra contro gli insignificanti umani. Nessuno, dopo aver visto il film per la prima volta, sarà più lo stesso. E a distanza di ben quaranta anni la pellicola è ancora accattivante e appassionate. Un vero e proprio classico senza tempo.
Il tenero e spaventoso pargolo alieno viene partorito dal povero umano, terrorizzato dalla forma di vita, come del resto gli spettatori!
Alien: punto di arrivo e punto di partenza di un intero genere
Ispirandosi a diverse pellicole di culto del passato, lo sceneggiatore e soggettista Dan O’ Bannon, che in molti ricorderanno per essere l’ideatore e regista del film cult Il ritorno dei Morti Viventi del 1985, nel 1974 aveva realizzato assieme a John Carpenter il film Dark Star, un lungometraggio molto particolare che nasceva come una sorta di sobria parodia di 2001 Odissea Nello Spazio di Stanley Kubrik, dotata di umorismo surreale. Cosa sarebbe successo virando verso il genere horror? Ecco che, assieme a Ridley Scott, il progetto Alien vede la luce. Una astronave con un piccolo equipaggio ed un nemico letale e spietato, sconosciuto come lo spazio profondo stesso. Nonostante il fatto di essere quasi a ridosso degli anni ottanta, i due autori decidono di realizzare una pellicola dalla trama classica, con però delle atmosfere claustrofobiche e dei personaggi dalla caratterizzazione eccezionale, ancora oggi indimenticabili. Fondamentale però, per il successo al cinema il design surrealista del compianto artista svizzero Hans Ruedi Giger, che materializza le paure del genere umano nel più spaventoso e disturbante degli alieni, che dalla bocca piena di denti tira fuori una secondo bocca con altrettanti denti! Iconico ed unico, questo misterioso alieno diventa l’Alieno per eccellenza del cinema in pochi anni dal suo debutto sul grande schermo. Da non sottovalutare infine la pregevole colonna sonora, realizzata dal leggendario Jerry Goldsmith, affermato musicista californiano autore, nello stesso anno, della colonna sonora di Star Trek: The Motion Picture.
Alien: la figura del Tenente Ellen Ripley
Un’opera corale, certo, perché i diversi protagonisti hanno tutti un ruolo fondamentale, ed il gruppo di astronauti a bordo della Nostromo ha in ogni unità una caratterizzazione ottima, ma, a parte l’implacabile alieno, di fatto è solamente una la figura simbolo del film, quella della giovane ma determinata Tenente Ellen Ripley, interpretata da una allora appena ventinovenne Sigourney Weaver. Un personaggio forte, carismatico, una donna soprattutto, cosa che, nel 1979, non era ancora così scontata, poiché sono lontani i tempi in cui le figure delle eroine senza paura alla Lara Croft, diventeranno lo standard del mondo dell’intrattenimento. Eppure un personaggio anche fragile, spesso spaventata da qualcosa di troppo terrorizzante ed implacabile. Nel suo iconico abbigliamento di semplice canottiera e mutandine bianche, forse simbolo della sua purezza d’animo e semplicità allo stesso tempo, il personaggio è decisamente di quelli che restano impressi per sempre nella mente dello spettatore.
La figura iconica del Tenente Ellen Ripley è decisamente rimasta nell’immaginario collettivo degli appassionati di fantascienza.
Alien: i sequel negli anni successivi
Similmente alle inquietanti Uova di Xenomorfi viste nel primo capitolo, pronte a schiudersi e a liberare nuovi letali alieni, ecco che l’originale Alien del 1979 vede arrivare diversi seguiti, dagli anni ottanta fino ad oggi. Risale al 1986 il primo sequel, con un altrettanto eccezionale pellicola chiamata, semplicemente, Aliens. Perché ora, è bene ricordarlo, la simpatica aliena del primo titolo, ha messo su famiglia! Al timone troviamo stavolta il regista James Cameron. Per molti critici il secondo episodio è il migliore dell’intera saga. Arriva solo nel 1993 il terzo titolo della serie, Alien³ diretto stavolta da David Fincher. A poca distanza esce poi Alien Resurrection, diretto dal regista francese Jean-Pierre Jeunet nel 1997. Dopo sei anni di silenzio dalla quadrilogia originale ecco che nel 2003 il primo film torna in una nuova veste, in occasione dei suoi primi venticinque anni, con Alien: Director’s cut, che include diverse scene inedite ed extra decisamente interessanti. Il regista Ridley Scott, in tempi recenti, è tornato al lavoro sulla sua opera, con una pellicola che analizza un periodo precedente alla saga, il prequel intitolato Prometheus del 2012, che esplora le interessanti origini degli Xenomorfi, ed il suo seguito diretto, Alien: Coventant del 2017, che recupera il nome del franchise nel titolo. Esiste una altra opere cinematografiche in cui appare Alien, ovvero lo spin-off Alien Vs Predator, diretto nel 2004 da Paul William Scott Anderson, ed ispirato dalla simpatica citazione del film Predator 2, del 1990 dedicata alla saga. Tre anni dopo, nel 2007, ecco arrivare Alien Vs Predator 2, stavolta in mano ai due registi ed effettisti statunitensi Greg Strause e Colin Strause, grandi appassionati della saga originale. Sul sequel italiano apocrifo del 1980, Alien 2 sulla terra del famigerato regista napoletano Ciro Ippolito, autore pochi anni dopo del capolavoro trash Arrapaho, stendiamo un velo pietoso.
La saga di Alien è oggi considerata una delle più importanti opere fantascientifiche, e Games Village si unisce ai festeggiamenti di tutto il mondo per il quarantennale. Ma non finisce qui. In occasione delle quaranta candeline del film, è stata ideata e distribuita che una nuova sfavillante riedizione in 4K Ultra HD, rimasterizzata fotogramma per fotogramma e supervisionata dallo stesso regista Ridley Scott, che include la versione cinematografica originale del 1979, Alien Director’s Cut del 2003, con doppio commentario originale di regista e staff, oltre che le colonne sonore Final Theatrical Isolated Score e Composer’s Original Isolated Score in Dolby Digital 5.1, ed una collezione delle scene tagliate. Una edizione imperdibile, quindi al quale si uniscono ben sei cortometraggi originale realizzati da registi indipendenti appositamente per il quarantennale durante un concorso ideato dalla 20th Century Fox ed intitolati Alone, Containment, Harvest, Night Shift, Ore e Specimen. Una saga immortale quindi, a cui l’intero mondo dell’intrattenimento è debitore.