Pokémon Detective Pikachu Recensione

Pokémon Detective Pikachu

Pokémon Detective Pikachu | I Pokémon e il live action, si sa, sono due realtà che non sono mai andate d’amore e d’accordo. Sarà per il passato travagliato di Nintendo nel campo cinematografico, che annovera nella sua filmografia il culto – ormai malfamato – di Super Mario Bros., eppure il più grande timore sui mostriciattoli tascabili si è sempre legato alla transizione del franchise in un mondo ora realistico e non più ristretto dalle logiche cartoonesche di un videogioco. E le conseguenze del caso, come dimostrano anche certi casi recenti, sono tutto fuorché favorevoli. Ciononostante, nel grande miasma che è il live action si è pian piano generata un’altra speranza, ovverosia la visione di un sogno a occhi aperti: Pikachu e compagnia danzante avrebbero avuto il loro film con degli attori in carne e ossa, creando una via finora inesplorata in oltre 23 anni dalla nascita del franchise. In prospettiva, nello stesso frangente di tempo sono cresciute delle famiglie, ora immerse tra le produzioni targate Pokémon e desiderose di tramandare le stesse passioni anche ai figli, curiosi allo stesso modo di vedere un Pikachu in CG. È una magia che prende finalmente vita e una realtà generazionale che abbiamo avuto modo di vivere nel Teatro 1 di Cinecittà World, un ambiente in cui l’ammirazione per la volontà autoriale del rischio non era tuttavia l’unica sensazione palpabile. Tra un bisbiglio e l’altro, difatti, si sentiva il forte timore di (ri)vedere un Dragonball Evolution in salsa Pokémon; un disastro, insomma! Ma come sarà andata a finire questa prova del nove?

Pokémon Detective Pikachu: una magia che si chiama speranza

Detective Pikachu non è legato in maniera così diretta al suo videogioco omonimo, uscito nel 2016 su Nintendo 3DS, ma vive invece con un nuovo Tim Goodman (Justice Smith). La sua storia delle origini, d’altronde, non è la classica scampagnata dell’allenatore che siamo abituati a vedere. Stanco, disilluso dalla vita e lontano dai legami familiari, Tim è lontano dalla figura del grande campione a cui siamo destinati invece a diventare nella serie videoludica, da Rosso e Blu a Sole e Luna. Questa situazione, ovviamente, è destinata a cambiare attraverso l’incontro fortuito con un Pikachu… stravagante; un ispettore, per inciso! Ma non è tanto il Pokémon Topo a sbalordire quanto il contesto generale. Vedere Ryme City per la prima volta, tra Machamp impegnati a gestire il traffico cittadino e Ludicolo disposti a servire un caffè americano nel bar del distretto, sono solo la ciliegina su una torta che viene solo accennata, è vero, ma che basta per darci modo di vedere una realtà utopica nella quale esseri umani e mostriciattoli tascabili vivono totalmente in armonia. L’effetto scenico che nasce dalla città ricorda per certi versi l’arrivo inaspettato dei dinosauri nel primissimo Jurassic Park. Come dei fossili rimasti finora confinati nei pixel di una console portatile, i Pokémon vivono e si muovono finalmente in una città che si lega a loro in maniera organica, con ogni mostriciattolo intento a fornire il proprio apporto a un mondo che non li vuole più catturare. Finalmente, il sogno è visibile ai nostri occhi, ed è perfetto.

Pokémon Detective Pikachu
Le vicende di Detective Pikachu si snoderanno tra le folli investigazioni di Tim e Lucy.

Ma lo stesso film non potrebbe sorreggersi sulla sola Ryme City, e l’effetto sorpresa non dura in eterno. D’altronde, Tim Goodman ha un buon motivo per trasferirsi in un’altra città, e il Detective Pikachu sarà la chiave di volta che innescherà un’investigazione fuori del comune. E sarà lì che lo svolgimento degli eventi andrà a spingere delle evidenti ingenuità narrative e alcuni buchi di trama francamente evitabili. Fortunatamente, vista in linea generale, la storia funziona e scorre liscia senza grossi intoppi, sfruttando tra l’altro una comicità simile nei modi ai classici della DreamWorks e sfoggiando delle battute intelligenti, mature e rivolte anche ai soli adulti. Ed è nei dialoghi che si cela la vera anima della Pokémon Mania, con delle caratterizzazioni in grado di rivelare il vero legame tra gli allenatori di Pokémon. L’affinità estetica tra un allenatore di un Charizard e la sua creatura risulta palese non solo nell’atteggiamento, ma anche nel vestiario e nel design generale, creando dei personaggi ancor più vicini alla serie dei Pokémon a cui siamo tanti abituati e avvicinandoci così a uno stile che, nonostante il suo realismo di fondo, dona una visione cartoonesca al tutto.

In conclusione, Detective Pikachu è un film che ha l’onore e l’onere di aprire un qualcosa che non si era mai visto finora nel brand dei Pokémon, e visti i risultati possiamo ritenerci estremamente soddisfatti. La storia di Tim Goodman viene narrata e centellinata con cura durante l’intera visione, così come vengono dosati gli intermezzi comici con gli altri Pokémon; interazioni a dir poco speciali se considerate all’interno di una serie videoludica che ha sempre trionfato nel suo pugno di pixel. In questo, Detective Pikachu è un maestro assoluto e un apripista che verrà considerato anche nel futuro dei mostriciattoli tascabili. Nonostante i suoi difetti, tra piccoli intoppi narrativi e caratterizzazioni forse eccessive di alcuni comprimari, vivere il mondo dei Pokémon non è mai stato così affascinante. E questo basta per uscire dalla sala con un sorriso beato.

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.