The Elder Scrolls Online Elsweyr Recensione

The Elder Scrolls Online Elseweyr

The Elder Scrolls Online Elsweyr | Si tratta quasi certamente di una coincidenza, ma draghi, fuoco e sangue si sono guadagnati i riflettori in questo particolare quanto singolare momento, nel quale il culmine della serie televisiva ispirata (sfortunatamente sempre più blandamente) ai romanzi di J.R.R. Martin corrisponde proprio a l’anno del drago in The Elder Scrolls: Online. Come Targaryen ci siamo avvicinati al nuovo DLC che Bethesda ha preparato per l’occasione in sella ad una viverna e pronti a carpirne i dettagli più reconditi, consci dell’importanza che la blasonata software house dedica a questo tipo di espansioni, tanto da chiamarli “capitoli” esattamente come le iterazioni della saga principale che dà il nome al franchise. Prima ancora di Elsweyr – oggetto della suddetta analisi – ESO aveva accolto Summerset, capitolo quasi interamente dedicato ad uno dei luoghi più mistici di Tamriel e patria degli elfi alti conosciuti col nome di Altmer. Nella precedente espansione abbiamo assistito ad un aumento del labor lime ed una cura quasi maniacale per dettagli e costruzione dell’intreccio, rendendola un DLC veramente stupefacente in grado di innalzare l’esperienza di gioco di diversi gradini e di introdurre grandi cambiamenti in modo del tutto indolore, al netto di una superficie nuova esplorabile dalle dimensioni esigue. Brace yourselves! The Elder Scrolls Online Elsweyr è invece foriera di una nuova e intrigante regione che si estende a perdita d’occhio… Ma sarà riuscita Bethesda a mantenere quell’incredibile standard qualitativi che ha caratterizzato i lavori precedenti? Scopriamolo insieme in questa recensione!

The Elder Scrolls Online Elseweyr

Una direzione artistica impeccabile e curatissima distingue la produzione

Nell’aspra terra dei Khajiit

ESO è una delle ultime esperienze RPG a tutto tondo con base MMO che una delle grandi leader del settore abbia avuto il coraggio di portare: l’atmosfera che si respira non è essenziale ai fini di gameplay, ma l’immersione ne dovrebbe scaturire è comunque il cuore pulsante di un’esperienza di gioco fortemente basata sulla sospensione dell’incredulità. Un preambolo forse evitabile, ma utile a far cogliere al fruitore più distaccato dalle logiche di role-playing quanto il setting di questo capitolo avesse bisogno di fornire il trasporto peculiare del franchise. Ebbene, senza troppi timori partiremo col dire che Elsweyr assolve tranquillamente a quelle aspettative, grazie ad un lavoro certosino sulla scenografia, la direzione artistica e la composizione dei grandi spazi aperti che costituiscono l’impervia regione dei Khajiit. Addentrarsi in queste pericolose terre sabbiose, cinte da canyon ed ornate da splendide oasi non è dunque solo un piacere per gli occhi, ma trasmette a primo impatto un senso di appartenenza con la produzione tutta, portando una ventata d’aria fresca. La nuova regione metterà anche il giocatore a diretto contatto con una delle razze più antiche di tamriel: i Khajiit. Nella nostra avventura presteremo soccorso a questi spontanei uomini-felino nella loro terra, scoprendone origini, etnie e storia. Per quanto invece concerne il lato tecnico, tra le asperità selvagge di Elsweyr è possibile rintracciare una maggiore attenzione nell’uso della luce, ovviamente ampiamente coadiuvata dall’ottima direzione artistica che fa spiccare alcune viste mozzafiato o imponenti costruzioni grazie proprio alla dicotomia luci/ombre.

The Elder Scrolls Online Elseweyr

I Khajiit sono mercati e contrabbandieri, il loro stile è decisamente riconoscibile

The Elder Scrolls Online Elsweyr: La classe che tutti aspettavano

Importanti aggiunte al filone narrativo non hanno impedito a ESO di rinnovare anche e soprattutto il modo di interpretare l’avventura. L’implementazione di una nuova classe, come avvenuto per il Guardiano in Summerset, è vero motivo di giubilo per i fan di questo MMORPG. Con Elsweyr è però la volta di una delle classi più amate storicamente dal sottoscritto (dai tempi di Diablo 2 per internderci): il Negromante. Portando scompiglio e ammantandosi di mistero, gli esperti delle arti proibite studiano e controllano il ciclo di vita e di morte, spesso con conseguenze devastanti. I negromanti sono e rimangano i veri esperti in campo di evocazione e riesumazione dei cadaveri, senza tralasciare la loro abilità manipolare sangue, ossa e le proverbiali falci. La versione che propone ZeniMax Online è in questo senso estremamente convenzionale, con una classe in grado di spaziare organicamente tra gli arsenali che contraddistinguono la figura del Negromante. Manca forse infatti di vera e propria innovazione la new-entry di ESO, ma ciò non la squalifica anzi. Nel suo rispetto della tradizione è una classe magnificamente progettata, con pochi difetti ed una duttilità in grado di renderla una delle più appaganti da impersonare. Le tre distinte macroaree che formano il Necromancer sono denominate Grave Lord, Bone Tyrant e Living Death. Ognuna di esse presuppone un tipo di approccio molto differente e spazia dall’eccellere nell’evocazione di minion in grado di formare un vero e proprio esercito personale da gestire tatticamente al meglio; ad uno stile di combattimento molto più solitario che presuppone l’utilizzo di abilità a corto raggio, molta stamina e la capacità di resistere a lungo nel cuore della battaglia; fino all’ultima sottoclasse che si attesta come effettiva build da support, ricca di buff e strumenti utili a superare intensi scontri prolungati in difesa dei propri alleati più offensivi. Un plauso al fatto che ognuna delle singole build richieda una notevole maestria per essere sfruttata degnamente ed allo stesso modo che tutte e tre siano ottimamente preformanti nell’economia di gioco.

The Elder Scrolls Online Elseweyr

Il Negromante regalerà grandi soddisfazioni ai giocatori più tattici.

The Elder Scrolls Online Elsweyr: Un capitolo estremamente tematico

Con una profonda enfasi sulle tradizioni e sulla mitologia del luogo, uno stile prevalentemente orientaleggiante in grado di richiamare alla mente ambienti selvaggi come la Malesia (non a caso patria dei più famosi felini al mondo) ed un’impeccabile coerenza tra lore e incarichi, Elsweyr trasporta il giocatore con mestiere in un mondo suggestivo ed estremamente tratteggiato. Questo tuttavia rischia e spesso non può fare a meno di ripercuotersi in una stereotipizzazione eccessivamente marcata e pedante. Nel concreto, ad esempio, la prevalenza di Khajiit come principali interlocutori nel nostro cammino renderà infatti le buffe connotazioni sopra le righe di questa razza spesso limitanti, nonostante gran parte dei personaggi principali siano ottimamente scritti come da tradizione. Nel tema dei draghi risiede l’aspetto più solido del capitolo. L’Anno del Drago da una parte presagiva questo tipo di ritorno a Tamriel e le dirette conseguenze aiutano a capire lo spirito stesso di questa imponente espansione. Tra i nemici più maestosi e divertenti da affrontare, gli acerrimi nemici di San Giorgio sono la vera e propria bandiera di Elsweyr. Tradotto in termini pratici, ciò significa che tutti i giocatori più abili e accaniti troveranno certamente pane per i loro denti, grazie ad eventi, world boss e sfide a non finire. A questo proposito segnaliamo Sunspire, un trial da dodici giocatori che ci ha entusiasmato per il livello di sfida notevole, che presuppone una sinergia rodata tra i membri del party.

The Elder Scrolls Online: Elsweyr è la conferma che ZeniMax Online e Bethesda vogliono continuare a fare sul serio e rappresenta una preziosa aggiunta al già ampio e stratificato mondo di gioco che per molti rappresenta l’open world fantasy per antonomasia. Si tratta di un lavoro su larga scala che non tradisce fretta, ma che non può che essere meno levigato di un capitolo come Summerset – meno imponente ma leggermente più curato. Il ritorno dei draghi, e la narrazione magistrale giustificano e rettificano le qualità intrinseche della produzione ora geograficamente e antropologicamente ancora più ampia e variegata, nonché arricchita da una nuova classe che per molti versi può essere considerata la più varia, complessa e valida del titolo. Le vere pecche del DLC risiedono nell’eccessiva ridondanza del tema generale e dell’atmosfera – di per sé azzeccatissima – che di fatto conferiscono carattere alla nuova regione ed ai suoi abitanti ma ne limitano di fatto la complessità. In ultimo, ESO si continua ad attestare con sempre maggior vigore come anello di congiunzione tra RPG single player e MMORPG, permettendo agli amanti di un genere di interfacciarsi in modo indolore con l’altro, in un’esperienza profonda e mai superficiale in grado di unire più che di dividere.