Lapis X Labyrinth | La fame di avventura è un sentimento comune a gran parte del genere umano. Esplorare luoghi misteriosi, magari essendo i primi in assoluto a posare il piede su quei terreni sconnessi, affascina da sempre la nostra specie, permettendoci di scoprire ogni anfratto del mondo che ci circonda. Buona parte di tale desiderio è alimentata dalla possibilità di scovare incredibili tesori, arricchendoci all’inverosimile. Lapis x Labyrinth mira ad ingolosire la nostra essenza da avventurieri incalliti, trascinandoci all’interno di un pericoloso labirinto dove ogni angolino trabocca di ori e di gemme. Il topos del pericoloso ma remunerativo dungeon da esplorare non è certo nuovo, perciò subito si affacciano alla mente opere letterarie e di intrattenimento, l’ultima delle quali è Made in Abyss. Lapis x Labyrinth presenta degli elementi comuni col fortunato ed inquietante manga, poiché racconta la stessa discesa nell’abisso, costellata da incontri pericolosi, motivata dal desiderio di scoprire cosa ci sia sul fondo e di procurarsi rari artefatti. In fondo esistono due tipi di persone al mondo: chi rischierebbe tutto per questa avventura, e chi no.
Impilati e imbattibili!
Lapis x Labyrint è un RPG classico che meno classico non si può
La città che ci accoglie in Lapis x Labyirinth può a malapena definirsi tale: è costituita in realtà da due o tre sparute casette, che fanno da guardia all’ingresso al labirinto. Da quando la sete di esplorazione si è prosciugata, complice probabilmente l’orribile morte degli avventurieri precedenti, gli affari dei cittadini faticano ad ingranare. È perciò con grande gioia che gli abitanti vedono il nostro arrivo: un folle gruppo di incoscienti che di nuovo desidera dedicarsi all’impresa. La nostra prima attività da avventurieri consiste nel reclutare un party di quattro combattenti, scegliendo tra otto diverse classi con le loro peculiari caratteristiche. Le fazioni disponibili sono le sempreverdi variazioni sul tema di guerriero, tank difensivo, mago, guaritore e pistolero, con alcune bizzarre aggiunte come la maid. Ogni diverso lavoro offre ovviamente peculiari potenzialità e permette di equipaggiare armi specifiche, oltre che di sfruttare attacchi speciali, ma è possibile variare la classe di un membro del party in qualsiasi momento. A rigor di logica verrebbe spontaneo creare una squadra bilanciata e variegata, dividendo i compiti tra i quattro combattenti, ma alla realtà dei fatti non pare necessaria tutta questa complessità strategica.
Fin troppa scelta…
I quattro esploratori avanzano nei dungeon impilati uno sull’altro, con in cima una cassetta dell’avventura che ci guida in giro, in una sorta di dango della violenza. È possibile modificare l’ordine della torre in ogni momento, e spesso diviene assolutamente necessario: nella gran parte dei casi è il personaggio alla base che riceve i danni, per cui sostituirlo può salvargli alla pelle. Il leader in basso è anche quello che definisce il tipo di attacco e le varie tecniche speciali, per cui tutta la nostra attenzione va riposta nel variare la pila di combattenti a nostro vantaggio. Nonostante le combinazioni di attacchi siano piuttosto varie, e decisamente gradevoli da vedere, la gran parte dei combattimenti si risolve con un puro e semplice button mashing dell’attacco di base o di quelli speciali, poiché si tende a risolvere gli incontri con i mostri nel tempo più rapido possibile, senza soffermarsi più di tanto a riflettere sul come agire. C’è una validissima ragione per questa strategia (o meglio assenza di tale): i nemici sono tanti, tantissimi. In diversi punti del dungeon appaiono orde di creature orribili, e vengono eretti muri intorno a noi che si possono abbattere solo sconfiggendo tutte le bestie. Ci troviamo perciò intrappolati in piccoli spazi strapieni di creature di ogni tipo, e la risposta più che naturale è picchiare a più non posso, senza stare a distinguere le tipologie dei mostri e l’attacco più adeguato per sfruttare le loro eventuali debolezze.
Dagli al boss!
La febbre del cacciatore di tesori
Il nostro fine ultimo nel labirinto d’altronde non è uccidere i nemici, bensì riuscire a raggiungere l’uscita nel tempo prestabilito, raccogliendo nel frattempo quanto più loot e soldi sia umanamente possibile. Il timer è tiranno, poiché quando viene raggiunto il tempo zero un orribile fantasma inizia ad inseguirci, e il suo tocco fa automaticamente fallire la missione. È perciò necessario evitare di perdere troppo tempo, risolvendo rapidamente i combattimenti e trovando tutti i totem violetti che ci consentono di raccogliere energia per attivare il portale di uscita. Tutto il resto è totalmente facoltativo: possiamo dedicarci alla scoperta di ogni singolo scrigno o di tutti i totem presenti, riuscendo a potenziare la via di fuga ulteriormente e raccogliendo bonus extra. Le nostre fatiche vengono in quel caso ripagate da un migliore rank ottenuto a fine quest, con corrispettivi migliori premi finali. Si viene quasi subito trascinati nel circuito mentale del “raccogliere a più non posso” anche grazie alla Fever Mode, che si attiva periodicamente durante l’esplorazione, probabilmente dopo aver inflitto sufficienti danni o raccolto abbastanza oro, e che colora il tutto in stile Viva Las Vegas. Pietre colorate ovunque, cadono dal soffitto ed esplodono dai resti di ogni nemico sconfitto e da ogni pietra distrutta. Oltre all’enorme soddisfazione, e a potenziali attacchi epilettici, questa modalità ci consente di ottenere potenziamenti ulteriori durante la missione, più soldi e persino loot migliore. E per di più, ci rende momentaneamente immortali. La Fever Mode è in realtà la vera chicca del gioco, che gasa il giocatore come non mai e fornisce la spinta per proseguire la folle (e abbastanza futile) esplorazione.
Nessuno è meglio di noi!
Esplora- guadagna- esplora: il loop di Lapis x Labyrinth
Nonostante i combattimenti e l’esplorazione siano piuttosto divertenti, il gameplay si mostra presto come ripetitivo e fine a se stesso. Esplorare ci consente di potenziarci e ottenere nuovo equipaggiamento, necessario per continuare ad esplorare. Non ci sono per molte ore novità particolarmente rilevanti nell’avventura, e ci si ritrova inevitabilmente a chiedersi se valga la pena prendersi il disturbo di arrivare in fondo al labirinto. I mostri e le ambientazioni variano, e sono decisamente ben realizzati e belli da vedere, ma il button mashing regna sovrano e basta ed avanza ad emergere vittoriosi persino dalle battaglie contro i boss, che peraltro sono normali nemici potenziati e non incutono particolare timore. Fallire la missione a causa della morte dell’intero party è un’evenienza rara, poiché nella maggior parte dei casi è possibile rianimare i compagni sconfitti, se si riesce ad eseguire il salvataggio in poco tempo. Andando avanti nella storia, la cittadina si ripopola di negozi e di strutture per il nostro allenamento, ma nulla è in grado di arricchire l’esperienza più di quanto si mostri già nei primi minuti di gioco.
La vita è tutta un gioco d’azzardo.
Lapis x Labyrinth insomma parte da una ottima premessa, offrendoci una storia potenzialmente intricata e inquietante, e si arricchisce di un sistema di combattimento a prima vista curioso e divertente. Regala inoltre visuali gradevoli e mostri davvero caratteristici, che sono elencati in un enorme bestiario, carente però in descrizioni e dettagli, oltre ad una quantità di armi e armature pressoché infinita. Non c’è però altro: il gameplay è ripetitivo e fin troppo semplice, poiché non richiede mai di sfruttare la complessità che il titolo comunque porta con sé fin dall’inizio. Perché stare ad ammattirsi con strategie e corrette scelte di equipaggiamento, se il tutto si risolve in caciara? È in effetti proprio il divertente caos ad offrire lo stimolo maggiore del gioco: si attiva la musica sfrenata, si colora tutto di arcobaleno e parte la Fever Mode. Proprio quello che noi esploratori stavamo aspettando per scatenarci al meglio. Il titolo si adatta comunque come un guanto a Nintendo Switch: i colori vivaci dipingono il tablet in modalità portatile in maniera meravigliosa, e le corte missioni (da cinque a dieci minuti massimo) sono perfette per essere godute a pieno in giro e non sul triste divano di casa.
Lapis x Labyrinth è puro caos: button mashing, nemici ovunque e gioielli colorati che sbucano da ogni angolo. Non eccelle in nulla, se non nella confusione e nel divertimento fine a se stesso. Può intrattenere gradevolmente per qualche ora, specialmente se giocato in modalità portatile, ma nessuno lo invocherà mai come RPG dei suoi sogni più nascosti.