The Society Recensione

The Society

The Society Recensione | È stata una delle prime serie tv che ha debuttato nel mese di Maggio sulla piattaforma di Netflix. The Society rappresenta un altro importante tassello per il puzzle di idee che, il colosso dello streaming, sta cercando di costruire. E ancora una volta il mondo dei più giovani, con i suoi pro e i contro, è il motore di stesso della vicenda, in bilico costante fra drama di formazione e fantascienza. 10 episodi, di una lunghezza estrema e snervante, per raccontare la storia di un mondo senza regole e senza adulti, lasciato nelle mani di un gruppo di ragazzini in preda a una crisi ormonale. Prodotta, tra l’altro anche da Marc Webb, The Society è la nuova frontiera del teen-drama di Netflix. Buone le intenzioni ma non la release finale.

The Society: di cosa parla la serie tv

Liberamente ispirata al romanzo de Il Signore delle Mosche, la serie racconta la vita di un gruppo ben assortito di adolescenti che, in circostanze poco chiare, si trovano prigionieri nella stessa città in cui sono cresciuti. Di ritorno da una gita scolastica, i giovani scoprono che i loro genitori sono scomparsi e, soprattutto, non c’è nessun modo di lasciare la città in cui vivono.

The Society

Presi dal panico, alcuni di loro cercano di venire a capo del mistero, ma sono costretti a combattere contro le loro stesse paure. Isolati da tutto e tutti, sono costretti a dare vita a una nuova società, a nuove regole, a nuovi valori, ma la situazione sfugge comunque di mano. L’anarchia dilaga, i dissidi anche e, quel territorio di pace, prestissimo diventa un territorio di guerra. Cosa si cela dietro tutto questo? I protagonisti sono vittima di un esperimento o vivono in una realtà alternativa?

The Society: adolescenza, politica e società

Lo spunto di partenza della serie tv, in un certo qual modo, è molto originale. È tutto il contesto che non funziona. I 10 episodi che compongono la prima stagione, pennellano una vicenda verbosa ed estremamente didascalica, da un ritmo lento e discontinuo, che regala pochi momenti di grande intrattenimento.  Più che altro si focalizza l’attenzione su tutti i sentimenti, i malesseri e gli umori che vivono gli adolescenti di oggi. Si parla di amore, di sesso, di tradimenti, di omosessualità, di malattie sessualmente trasmissibili, di gravidanze indesiderate, di follia, di crescita, di odio e paura. Tutto condensato in un mix che si appresta ad esplodere.

The Society

Ogni cosa è resa ancora più complicata dal fatto che, i singoli protagonisti, si trovano ad affrontare un pericolo di più grande di loro, un malessere che serpeggia  come un dubbio, come un viscido serpente. Con lo spirito di chi si crede già un adulto, ma in realtà non è, Allie, Will, Kelly, Gordie e Luke, cercano di costruire un tessuto sociale con le proprie norme e le proprie regale, ovviamente con scarsi risultati. Convinti di non poter tornare a vivere la vita di un tempo, la cittadina diventa teatro di una difficile battaglia per i diritti civili e la sopravvivenza del singolo. Uno scontro che, in realtà, nessuno può vincere.

Le ottime intenzioni però non vengono portare a termine. Dopo che i primi due episodi che cercano di tratteggiare le caratteristiche dei singoli personaggi, un colpo di scena stravolge le carte in tavola. Ma non è così irruente da far compiere a The Society il salto che tutti si aspettano. La trama si accartoccia su se stessa, costruendo un intreccio senza nessuna via di fuga, che vira verso la soap-opera più becera e in odore e in sapore di già visto. Le intenzioni di raccontare temi di interesse comune, radicati nella nostra modernità, non riescono a destare il giusto interesse, si perdono a causa di una narrazione lenta e discontinua. Oltretutto, tutti gli interrogativi non trovano nessuna risposta, anzi il finale di stagione porta con sé molti dubbi e poche certezze. Un’occasione sprecata per il nuovo teen-drama di Netflix che, seguendo la scia di 13, non spicca il volo e cade vittima di una scrittura sciatta, con pochi guizzi e poche emozioni.30

 

Carlo è un trent’enne con un cuore che batte per il cinema, le serie TV, i romanzi fantasy e la musica anni ’90. È un Maveliano D.O.C. ed è #TeamCap per scelta. Si è laureato in Giurisprudenza ma non è un avvocato, sogna di vivere a Londra e di intervistare David Tennant.