E3 2019: Microsoft fra Xbox Scarlett, Halo e Great Rune

Project Scarlett Microsoft

Questa edizione dell’E3 sarà teatro di una spettacolare resa dei conti, in cui si deciderà da che parte penderà il mercato dei videogiochi nei prossimi anni, e non solo in termini di battaglie fra aziende per questa o quella fetta di utenza, quanto fra concezioni opposte l’una rispetto all’altra, come il gaming tradizionale, legato al progressivo avanzamento tecnologico dell’hardware a disposizione di ogni utente, e quello in streaming, che prevede l’utilizzo di macchine dislocate altrove (vedi Google Stadia).e aggiornabili in ogni momento. Queste cose Microsoft le sa molto bene: nei quattro anni di gestione Phil Spencer, la divisione Xbox del colosso nordamericano è letteralmente rinata sotto ogni punto di vista, dapprima potenziando servizi come Azure, poi iniziando una lunga “campagna acquisti”, che ha rimpolpato le fila delle case di sviluppo interne, legate agli Xbox Game Studios. L’E3 2019 è un banco di prova fondamentale per Microsoft, che, anche vista la concomitante assenza di Sony all’evento (la quale, però, ha già “risposto” a modo suo) può fare terra bruciata e dominare la fiera, annunciando una novità dopo l’altra. Noi abbiamo provato a ipotizzare le principali e le possibili bombe presenti in conferenza, fra rumor più o meno fondati e certezze già acquisite.

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Halo: Infinite, Gears of War 5, servizi cloud, ecco le certezze di Microsoft

Partiamo dalle notizie più concrete e già quasi certe: al di là dei videogiochi, che pure quest’anno saranno una componente fondamentale dello show, con ben 14 titoli provenienti dagli studi Xbox, è indubbia la presenza in scaletta del Game Pass, di Project xCloud e via discorrendo. In questi anni, Microsoft ha costruito un ecosistema di servizi imponente, pensato per fungere da solidissima base per la community e per integrarsi in maniera sempre più profonda con i tanti progetti in cantiere, a cominciare da Halo: Infinite e Gears of War 5. I due titoli di 343 Industries e The Coalition, da sempre perni fondamentali della scuderia Microsoft, saranno gli attori più importanti di un evento che dovrebbe durare ben due ore e distinguersi come uno fra i più lunghi di sempre per quanto riguarda l’E3. Sia Halo che Gears 5, del resto, sono stati annunciati diverso tempo addietro: aspettarsi dettagli concreti e particolarmente succulenti, come estesi filmati di gameplay – mostrati, magari, su hardware di prossima generazione – è ormai più che lecito.

Del primo non si sa ancora quasi nulla, escluso il teaser dello scorso anno; Infinite, comunque, dovrebbe rappresentare una sorta di ripartenza per la serie, con un budget faraonico (si parla di circa 500 milioni di dollari) e un motore grafico completamente rinnovato, lo SlipSpace Engine, che possa fare da base per eventuali altri progetti degli studi interni, un po’ come il Decima di Guerrilla per Sony. Le aspettative, in questo caso, sono alle stelle: 343i vorrebbe rendere il nuovo Halo una sorta di “nuovo Combat Evolved”, un videogioco, cioè, capace di dare avvio a una nuova era per gli sparatutto moderni. Resta da capire se le idee messe in campo saranno tante e tali da poter giustificare una simile quantità di denaro e anni di sviluppo. Per quanto riguarda Gears 5, le informazioni a disposizione sono già molte di più, anche se The Coalition non si è ancora sbottonata del tutto sugli aspetti più caratterizzanti della produzione. Anche qui, però, le novità promesse appaiono finalmente piuttosto corpose: se Gears of War 4 era il classico “compitino” ben fatto e fedele al passato, il quinto capitolo potrebbe segnare un vero punto di svolta, con una storia che, finita l’imperitura guerra che ha sempre caratterizzato i predecessori, sappia toccare corde più umane ed emotive. Senza dimenticare nemmeno i promessi, marcati interventi sul gameplay, che dovrebbero modernizzare un sistema di gioco che, pur rivoluzionario nell’epoca in cui venne presentato da Cliff Bleszinski proprio all’E3, è ormai vecchio di quasi quindici anni e ne sente tutto il peso sulle spalle.

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Le uniche altre esclusive certe al 99% sono il bellissimo Ori and the Will of the Wisps e Battletoads, che, pur essendo progetti ben più “piccoli”, possono benissimo dire la loro anche messi di fianco a veri e propri colossi, specie il primo. Ori and the Will of the Wisps, infatti, è atteso da quasi quattro anni e incarna una filosofia produttiva, legata al valorizzare al massimo le idee artistiche e di design di un prodotto a basso budget, che nel frattempo ha fatto scuola, specie nel suo stesso genere, quello dei platform metroidvania. Il progetto sembrava aver acquisito un aspetto pressoché definitivo già lo scorso anno, e MooN Studios ha deciso di riservare diversi mesi alla fase di perfezionamento e rifinitura: anche per questo, e ci scuserete il gioco di parole, non vediamo l’ora che il piccolo Ori faccia il suo ritorno. Su Battletoads, invece, non si sa praticamente nulla se non che sarà un nuovo capitolo della storica serie beat’em up, sviluppato per traslare la sana dose di umorismo e di mazzate del capostipite, pubblicato nel 1991, nei tempi moderni, con supporto al 4K e grafica “in due dimensioni e mezzo”, oltre a un comparto tecnico generale completamente rivoluzionato rispetto ai vecchi capitoli degli anni novanta. L’E3 2019, con ogni probabilità, sarà il momento in cui poter definire in maniera più chiara il profilo ludico del titolo, una produzione congiunta fra Rare e DLaLa Studios.

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I progetti di Playground Games, Ninja Theory ed altre esclusive Microsoft

Archiviate le certezze, cominciamo a entrare nel campo delle possibilità, partendo da un paio di ipotesi corroborate da diversi indizi negli scorsi mesi ed anni, specie alla luce di quanto visto all’E3 2018, conferenza in cui Phil Spencer aveva posto le basi di un rinnovamento interno al team Xbox e ancora in atto. Ad esempio, quasi sicuramente ci sarà il nuovo videogioco di Ninja Theory, l’unico fra gli studi first party di Microsoft che non ha ancora annunciato il proprio, prossimo progetto. Le voci che da settimane si rincorrono in rete sono tantissime e perlopiù indirizzate verso una nuova IP, che dovrebbe intitolarsi Bleeding Edge ed essere un’esperienza cooperativa per quattro giocatori a tema sci-fi/fantascientifico: tutto ciò, dunque, spegnerebbe del tutto le residue speranze legate a un inaspettato ritorno a sorpresa di Scalebound, recuperato dagli autori di DmC. C’è poi il nuovo Fable, al quale dovrebbero star lavorando i ragazzi di Playground Games, autori dei quattro Forza Horizon, gli spin-off arcade dei simulatori di guida di Turn10. La serie, ideata da un veterano dell’industria come Peter Molyneux e tragicamente messa in pausa dopo la cancellazione di Fable: Legends, sembra ormai pronta a tornare in una veste del tutto rinnovata e sotto una nuova ala. Playground, non dimentichiamolo, ha più che raddoppiato i suoi dipendenti lo scorso anno ed è ora tranquillamente in grado di lavorare a più di un progetto tripla A in contemporanea: se a ciò aggiungiamo che diverse voci di corridoio la vogliono da tempo impegnata su “un nuovo action RPG open world”, il gioco è fatto. Resta da capire se l’ipotetico Fable 4 vedrà la luce su questa generazione o avrà una connotazione next-gen: nel secondo caso, probabilmente, quest’anno potremo vedere soltanto una piccola anticipazione del progetto, con una presentazione più dettagliata fissata per l’E3 2020.

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Sugli altri studi di Microsoft non c’è poi moltissimo di concreto di cui parlare. Gli unici indizi puntano in direzione di Rare, che, oltre alla collaborazione per Battletoads, potrebbe svelare nuovi contenuti per l’Anno 2 di Sea of Thieves, che, dopo un lancio traballante, si è ripreso alla grandissima nel corso dei primi dodici mesi di vita. Difficile, poi, dire a cosa stiano lavorando gli altri. The Initiative, studio formato, fra gli altri, da ex Naughty Dog e Guerrilla e costituito lo scorso anno appositamente per lavorare a progetti di grosso calibro, potrebbe stupirci con qualche annuncio a sorpresa, mentre per Obsidian e inXile Entertainment, acquisite diversi mesi dopo, potrebbe essere ancora troppo presto per svelare qualcosa in prospettiva futura: la prima sta infatti ultimando lo sviluppo (multipiattaforma) di The Outer Worlds, mentre la seconda è in procinto di lanciare Wastelands 3. Più concrete le possibilità di vedere Relic e il suo Age of Empires IV, sul quale i fan di lungo corso nutrono aspettative parecchio elevate. Rimanendo nel campo degli strategici, in conferenza dovremmo vedere qualcosa anche di Gears Tactics, mentre rientra fra le ipotesi l’annuncio di un nuovo Halo Wars.

C’è poi tanto di cui parlare e ipotizzare riguardo le acquisizioni: dopo aver accolto diversi studi fra il 2018 e i primi mesi del 2019, Microsoft sembrerebbe non volersi fermare e annunciare novità importanti quasi quanto quelle arrivate nel corso del passato E3. Sul taccuino di Spencer e soci ci sarebbero diversi nomi, che, se confermati (anche solo in parte), porterebbero gli Xbox Game Studios a numeri stellari: in primo luogo i ragazzi di Asobo Studio, autori dell’ottimo A Plague Tale: Innocence, che noi abbiamo recensito di recente, ma anche la stessa Relic (già da un po’ gravitante nell’orbita di Microsoft) e IO Interactive (Hitman). Meno probabili, invece, le acquisizioni di 4A Games (Metro) e Remedy (Control, Alan Wake, Quantum Break), in passato accostate a Microsoft.

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Microsoft e le terze parti: CD Projekt, Capcom, EA, Ubisoft, Square Enix

Complice l’assenza di Sony e l’esagerata lunghezza dello show Xbox, che avvicinerà e forse supererà i 120 minuti di durata, Microsoft porterà in conferenza diversi videogiochi di terze parti oltre alla già cospicua quantità di esclusive. Il più importante dovrebbe essere di gran lunga Cyberpunk 2077, che a livello comunicativo è stato più volte accostato a Microsoft: al momento dell’uscita, prevista per il prossimo biennio, il titolo potrebbe anche avere contenuti in esclusiva sulle sue console, complici anche gli ottimi rapporti con CD Projekt dai tempi di The Witcher 2, portato all’epoca su Xbox 360, e The Witcher 3. Tra gli altri, è quasi certa la presenza di The Outer Worlds, Borderlands 3 e Dying Light 2, tutti già ben noti, nei fatti o a parole, agli addetti ai lavori. Non è finita qui: anche Electronic Arts, rinnovando una consuetudine già consolidata negli ultimi anni con Anthem e Battlefield, dovrebbe mostrare uno dei suoi videogiochi in uscita sul palco del Microsoft Theater, e tutti gli indizi puntano verso un gameplay di Star Wars: Jedi Fallen Order.

I publisher, che siano grandi o piccoli, faranno a gara per accaparrarsi un posto nella conferenza Microsoft: in un simile contesto, non è difficile ipotizzare qualche novità inattesa, fra cui un trailer del nuovo Splinter Cell o di Watch Dogs 3 (titoli che comunque Ubisoft annuncerebbe sul proprio palco). In generale, nuovi annunci potrebbero arrivare dai publisher che non tengono un proprio show a Los Angeles, almeno non fisicamente: Square Enix, ad esempio, potrebbe svelare da Microsoft la versione Xbox di Final Fantasy VII Remake, la cui annunciata esclusiva temporale su PlayStation non sarebbe ormai più così certa, oppure il remake (o una versione rimasterizzata) di Parasite Eve. Capcom, pur fresca del rilascio di due colossi come Resident Evil 2 Remake e Devil May Cry 5, ha poi diverse, possibili frecce al suo arco. Non è da escludere l’annuncio di nuovi contenuti per Monster Hunter World, ma la vera bomba potrebbe arrivare proprio da Resident Evil, con il teaser dell’ottavo capitolo principale, o addirittura dal remake di Dino Crisis, sul quale, ultimamente, si sono rincorse diverse voci. O, perché no, da quello di Resident Evil 3. Potrebbe poi fare capolino anche Creative Assembly, che sta sviluppando da diverso tempo uno sparatutto in prima persona basato su una nuova IP. Per quanto riguarda i videogiochi indie, ci aspettiamo qualche novità da EA (magari un nuovo progetto di Hazelight) e soprattutto il ritorno del promettentissimo The Last Night, visto durante l’E3 2017 e poi sparito dai radar. Non è poi da escludere una comparsata di PlayDead e di Studio MDHR col DLC di Cuphead (The Delicious Last Course); quasi certa, invece, la presenza di Mojang.

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Great Rune e altre possibilità più o meno fondate

Un discorso a parte lo merita Great Rune (o Project Rune, che dir si voglia), il rumoreggiato nuovo progetto di From Software in collaborazione con lo scrittore George R.R. Martin. La software house nipponica, lo sappiamo benissimo, negli ultimi anni ha lavorato in maniera molto particolare, con due team paralleli e impegnati su due progetti differenti: è il caso, ad esempio, di Bloodborne (2015) e Dark Souls III (2016), pubblicati a un solo anno di distanza e a ben tre anni dal successivo Sekiro: Shadows Die Twice, arrivato nel marzo di quest’anno sotto Activision. Per questi motivi, non è così improbabile aspettarsi un nuovo titolo di Hidetaka Miyazaki e soci, stavolta con un collaboratore d’eccezione come l’autore della serie Game of Thrones.

Se il non ancora annunciato progetto di From Software rappresenta già di per sé un bel mistero, ma quantomeno è sostenuto da diverse voci e dal modello produttivo abbracciato negli ultimi anni dalla software house dei Souls, tutto il resto è afferente alla totale speculazione, che rientri nel campo dell’esclusiva o meno. Chi può dire con un minimo di fondamento a cosa sta lavorando The Initiative, o quali acquisizioni abbia progettato Microsoft? Chissà che in conferenza non spunti un nuovo annuncio, di quelli grossi, di cui non si è mai parlato seriamente in passato. Immaginare nuove IP prima che vengano annunciate significherebbe avere la sfera di cristallo, e noi non siamo certo maghi: abbiamo dunque deciso di riservare questo spazio per limitarci a ipotizzare un paio di graditi ritorni, dal passato recente e non. In primo luogo quello di Halo Wars 3, sul quale potrebbe star lavorando la stessa Creative Assembly – anche se il loro prossimo progetto principale sarà un FPS – o che potrebbe essere passato di mano. In secondo luogo, Remedy potrebbe approfittarne per annunciare Alan Wake 2, a nove anni di distanza dal primo capitolo. In questo caso, lo sappiamo, si stratta di una speranza al limite dell’impossibile, anche perché la casa finlandese è attualmente impegnata con Control, ma a noi basterebbe anche un semplice “lo stiamo facendo e uscirà nella prossima generazione!”.

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Ci preme, poi, fare una considerazione finale, che in realtà è più una nostra teoria che una reale ipotesi discussa anche da altri: il possibile, lento riavvicinamento di Bungie a Microsoft. In molti potrebbero scoppiare in una fragorosa risata a leggere qualcosa di simile, eppure, se ci pensate, non è un avvenimento così utopico. Bungie ha divorziato da Activision lo scorso gennaio, annunciando di voler continuare a supportare Destiny 2 e sviluppare “il futuro della serie” da sola. Ma siamo davvero sicuri che possa continuare a reggersi sulle sue gambe, specie per la futura pubblicazione di un videogioco enorme come Destiny 3, magari sulla prossima generazione? Chissà. Certo, un nuovo matrimonio fra due compagnie che sono state legate per quasi un decennio e che si sono lasciate molto male avrebbe del clamoroso, ma mai dire mai. Del resto, Microsoft non è più la stessa di dieci anni fa.

E la next gen?

Chiudiamo questa lunga analisi con la presentazione delle prossime Xbox. Diciamo “prossime” perché è logico pensare che fra i nomi in codice LockhartScarlett e Anaconda si nascondano davvero le nuove macchine, che noi ipotizziamo essere due: una dedicata al gaming tradizionale di fascia alta e l’altra basata su tecnologie cloud, il che confermerebbe l’impegno di Microsoft su più fronti. Il “come” il nuovo hardware possa essere presentato è tutto da discutere: se le console dovessero essere lanciate entro marzo o aprile 2020 è plausibile una massiccia presentazione a inizio o fine conferenza, con dettagli importanti e ben specifici. Ma anche se l’uscita fosse prevista per la seconda metà del prossimo anno, non è da escludere che la loro ombra aleggi sull’intero show, magari con messaggi come “registrato su hardware next gen” mostrati durante i principali trailer. La presenza delle console, indipendentemente da come Microsoft decida di presentarle, è quasi certa per via del successivo evento di AMD legato all’hardware, in cui dovrebbero essere mostrati i primi componenti che faranno da base per la prossima generazione.

Microsoft, insomma, si sta preparando a una conferenza epocale, auspicabilmente una fra le migliori negli ultimi anni. Non è difficile notare qualche analogia fra l’E3 2019 e l’edizione 2005: anche allora Sony veniva da una generazione dominata, ma si presentò fortemente impreparata all’evento, mentre Microsoft, dovendo recuperare parecchio terreno rispetto alla rivale, svelò in pompa magna l’Xbox 360 e si impegnò duramente per riguadagnare consensi. Quattordici anni dopo, Sony (in maniera, va detto, anche lungimirante) è assente, avendo deciso di abbracciare un modello comunicativo molto più simile a Nintendo, e Microsoft ha l’opportunità di fare il colpo gobbo, con uno show al quale non mancherebbe nulla: nuovo hardware, una vagonata di giochi, servizi consolidati e terze parti che fanno la fila per avere un posto in conferenza. Ma soprattutto, l’ennesima conferma di una progettualità che poche volte, in quel di Redmond, è stata così spiccata come negli ultimi anni, almeno per quanto riguarda il marchio Xbox.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.