Presentato al Festival del Cinema di Cannes, Rocketman debutta nelle sale italiane il 29 Maggio dopo una massiccia campagna pubblicitaria e dopo le ottime critiche ricevute alla kermesse francese. Opinioni positive assolutamente condivisibili dato che, la pellicola di Dexter Fletcher, non è un biopic freddo e distaccato sulla vita di uno fra i più grandi artisti della musica internazionale, ma è un musical glam, pop e intimistico che tratteggia il lato umano di un musicista immortale. Un film in bilico costante fra realtà e finzione, storia e mito.
Rocketman: la vita di Elton John in musical
Da timido pianista a star internazionale. Il film di Dexter Fletcher racconta l’incredibile storia del percorso di formazione di Reginald Dwight che diventa il mitico Elton John. Dai primi passi in una rinomata scuola per musicisti, al rapporto conflittuale con sua madre e la propria omosessualità, fino al primo contratto discografico che, in un attimo, trasforma il Rocketman in una stella della musica pop e rock.
Accompagnato dalle musiche dello stesso Elton John, si raccontano gli eccessi, le amicizie, le vittorie, le sconfitte, gli amori e i tradimenti di un artista poliedrico che nasconde un animo fragile e alla continua ricerca di amore.
Rocketman: l’uomo oltre l’artista
Il film è assolutamente glam, pop, citazionista, divertente, ammiccante e assolutamente emozionante. E ciò che rende degno di nota questo ritratto sulla vita dissipata di Elton John, è il fatto che Rocketman si focalizza non solo sull’artista e sulle sue doti canore, ma pennella un ritratto disarmante dell’uomo che vive all’ombra della artista. Traspare infatti un musicista che è alla costante ricerca di amore e di accettazione e, il film in questione, pennella con sagacità lo stile di Elton John facendo trasparire il dualismo di un artista tormentato ma dall’animo profondo. Una scelta che regala alla pellicola la giusta sfumatura e non essere etichettato solo un semplice biopic.
Il merito è Taron Egerton che, con tanta vitalità, ha dato vita a un Elton John fuori dagli schemi, immagine speculare dell’artista che abbiamo imparato a conoscere. Lui canta, balla, ammicca e sorride con una tale vitalità che, a volte, non si distingue dove inizia e finisce il suo ruolo d’attore. E poi spicca anche Jamie Bell, nei panni del produttore di lunga data e Richard Madden nel ruolo di un avaro manager che ha spezzato il cuore di Elton.
Un film senza censure che funziona per la sua dinamicità
E nella vitalità, negli eccessi, e nella scenografia a dir poco perfetta, Rocketman trova spazio in un panorama cinematografico molto competitivo, capace di essere un’autobiografia sferzante e sagace, ma anche un musical evergreen adatto a tutti. È un film che maschera molto bene le sue mancanze, riesce a sopperire a una sceneggiatura semplice grazie a un ritmo incalzante e ad una buona caratterizzazione dei personaggi. Rocketman funziona e regala le giuste emozioni, perché non si ferma alla celebrazione di un mito e nel ricordare un’epoca che fu, ma tratteggia anche la figura di uomo con tutte le sue paure e contraddizioni.
Ottime le musiche incastonate alla perfezione nella cornice narrativa, strabilianti le coreografie e i costumi. E un grande applauso al giovane Taron che ha portato sul grande schermo un Elton John umano, debole ma anche forte e determinato, un personaggio alla continua ricerca di se stesso.