Octopath Traveler Recensione della versione PC

Octopath Traveler

Octopath Traveler Recensione | Quello con Octopath Traveler è un appuntamento che si ripresenta con una precisione non da poco. Chi scrive si era già occupato della recensione del gioco su Nintendo Switch, lo scorso luglio 2018: una nuova IP brillante, dai ritmi tipicamente orientali che tuttavia aveva subito suscitato anche l’interesse dei giocatori occidentali. Tornare a scrivere del titolo finanziato e pubblicato da Square Enix significa valutare non solo la bontà di una conversione specifica (quella del gioco su PC), ma anche la situazione a quasi un anno di distanza dalla sua prima comparsa sul mercato. Che fine ha fatto, in tutto questo tempo, Octopath Traveler? E perché torna proprio su PC, trascurando le altre console? Ma soprattutto, vale la pena rigiocarlo anche su PC? Risponderemo a queste domande nella nostra recensione.

Octopath Traveler – la conversione

Partiamo dallo specifico per poi arrivare a considerazioni più generali sul ritorno di Octopath Traveler. Il titolo di Square Enix arriva da oggi su PC, ma la conversione è stata pensata, appunto, soltanto per Personal Computer. Le console PlayStation 4 e Xbox One non riceveranno la nuova IP, mentre uno spin-off è in cantiere in esclusiva mobile; proprio problemi legati all’esclusività console potrebbero aver portare Square Enix a trascurare per necessità PlayStation 4 e Xbox One per passare direttamente al PC. Il gioco è protetto da Denuvo, ma una volta tanto quest’ultimo non si rivela un peso dato che non impatta in alcun modo le prestazioni, le performance o la stabilità del titolo. Abbiamo provato Octopath Traveler su una configurazione più che decente: nel dettaglio sfruttando una NDIVIA GeForce GTX 1070 con AMD Ryzen 5 1600 Six-Core Processor e 16 GB di RAM, il tutto con uno schermo da 1920 x 1080 e 60Hz. Naturalmente per giocare ad Octopath Traveler bastano anche requisiti più discreti, e cioè almeno un I3, 4GB di RAM una NVIDIA GeForce 750 e 5GB di spazio disponibile sul proprio PC. Del resto sarebbe strano il contrario, data la produzione fondamentalmente minimalista di Square Enix, di sicuro non una di quelle che spremono al massimo la potenza del proprio terminale, proprio come a suo tempo non richiedevano particolari sforzi neppure da Nintendo Switch.

Octopath Traveler

Su PC, quindi, Octopath Traveler si ripresenta esattamente come lo ricordavamo: bello, pulito, contraddistinto da un’arte e da un amore per i pixel che trapela in ogni minimo dettaglio. I tempi di caricamento dei salvataggi di gioco sono pur sempre leggermente lunghi, ma comunque più rapidi se paragonati a quelli su Nintendo Switch; agili invece tutte le altre transazioni,i filmati, i pochi secondi che separano l’esplorazione del mondo circostante dalle battaglie contro i nemici. Restano poi tutte le caratteristiche già presenti su console, a parte naturalmente la possibilità di modificare i parametri grafici in ogni momento intervenendo su una serie di fattori che possono essere potenziati o depotenziati (ombre, fondali, dettagli, tonalità e molto altro ancora). Il gioco era e resta doppiato in inglese o giapponese, ma la disponibilità di sottotitoli in italiano (di ottima fattura e linguisticamente molto accurati) favorisce la fruizione da parte di ogni tipo di giocatore. In ogni momento resta possibile collegare a Steam un controller di gioco compatibile, così da poter accantonare (se preferite) i comandi legati alla tastiera; l’utilizzo del mouse nel mondo di gioco non è richiesto praticamente mai, e si dimostra anzi molto scomodo in quegli unici frangenti in cui abbiamo deciso di provarlo a tutti i costi, e cioè tra i vari menù di gioco.

Il gameplay

Vale la pena richiamare alla mente, almeno brevemente, il mondo di gioco di Octopath Traveler e i suoi contenuti dal punto di vista del gameplay. Il titolo di Square Enix è un valido RPG (dallo stile orientale) a turni: il giocatore comincia controllando un personaggio tra gli otto presenti, poi la narrazione lo porta ad incontrare obbligatoriamente i sette restanti. Tra questi otto protagonisti può sceglierne in ogni momento quattro e quattro soltanto, da inserire all’interno del party: dal momento che ogni eroe possiede caratteristiche, abilità e predisposizioni uniche, il modo migliore per sfruttare un party è quello di arricchirlo con elementi eterogenei. Le abilità esclusive dei personaggi, cioè quelle che possono essere utilizzate anche al di fuori dei combattimenti per interagire con il mondo di gioco, vengono riproposte in coppie da due: esistono quindi 4 abilità in totale, ognuna in possesso di due diversi personaggi nello stesso momento, con minime variazioni nell’utilizzo. Una squadre perfetta è dunque quella che, ipoteticamente, può contare su un guaritore, un mago, un cacciatore e un ladro. La prima volta che recensimmo Octopath Traveler scegliemmo di giocare con il mago, in questa seconda partita abbiamo ricominciato tutto da capo scegliendo H’aanit la cacciatrice. Lei è infatti in grado di catturare le bestie nemiche durante il combattimento, per poi utilizzarle in un secondo momento negli scontri futuri: un po’ una meccanica dei Pokémon, ma usa e getta!

Octopath Traveler

I combattimenti a turni di Octopath Traveler restano, a distanza di un anno, il ricordo più forte dell’intera produzione: difficili e appaganti allo stesso tempo, riescono ancora a combinare la strategia più accurata all’azione vera e propria. Ogni personaggi, ancora una volta, si dimostra estremamente diverso da tutti g li altri: versatilità specifiche andranno però utilizzate in momenti diversi, e bisognerà quindi imparare ad ottenere il meglio da ciascuno dei protagonisti. La divisione più semplice è chiaramente quella tra attacchi fisici e attacchi speciali (a base della barra della stamina), ma questi aspetti si complicano in una miriade di altre distinzioni. In primo luogo vanno considerate le abilità peculiari: H’annit, come accennavamo, può evocare gli animali della foresta, le creature già catturate, o semplicemente disporre di una serie di attacchi speciali dei cacciatori. Può farlo solo lei, non gli altri. Cyrus il mago, comunque, è anche uno dei pochissimi personaggi a saper utilizzare la magia, e l’unico a saperla dominare in attacchi davvero devastanti a base di quattro elementi fondamentali. Il livello di difficoltà della produzione, soprattutto durante le prime dieci ore di gioco, è molto impegnativo : considerando che ce ne vogliono almeno cinquanta per portarla a termine, è chiaro come Octopath Traveler per alcuni di voi potrà diventare (per una nuova estate) il gioco più longevo e importate che affronterete.

A distanza di un anno dalla sua pubblicazione su Nintendo Switch, Octopath Traveler si dimostra ancora una volta un titolo profondo, longevo e divertente. Le sue idee nel gameplay funzionano perfettamente, raggiungendo nello stesso momento sia un pubblico di cultori del genere RPG orientale (JRPG) che i giocatori occidentali; la conversione su PC è praticamente perfetta, anche se chiaramente non ci sono grandi novità da poter apprezzare grazie alla sua potenza aggiuntiva. Octopath Traveler, musicalmente, artisticamente e graficamente, era e resta splendido: si tratta di un acquisto consigliato per chi non ha ancora provato il titolo Square Enix. Tutti gli altri possono tranquillamente ricominciare a giocare su Nintendo Switch.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.