Gears 5 Provata la modalità Escape all’E3 2019

Gears 5

Poche cose, in questo E3 2019, ci hanno intrigato quanto la modalità Escape di Gears 5, almeno fra quanto c’era di giocabile fra un evento e l’altro. Se in conferenza il gioco degli ormai affermatissimi The Coalition non ha probabilmente avuto il giusto spazio, limitato ad un breve trailer e a null’altro di davvero suggestivo, è nell’Xbox Showcase che il titolo ha iniziato a brillare di luce propria, mostrando finalmente una fra le idee più interessanti venute fuori negli ultimi tempi dalla verve creativa di un team che, con il nuovo capitolo, promette di attuare un’importante rivoluzione in numerosi ambiti di gioco. Rivoluzione che, in qualche modo, passerà anche per il multiplayer, arricchito di questa inedita modalità, che a conti fatti non è niente più e niente meno del rovesciamento del classico concept dell’Orda: se in quel caso è necessario difendere a oltranza una postazione ben specifica dall’assalto di continue ondate, in Escape – che non ha ancora un nome italiano – bisogna fare il contrario e proseguire con i propri compagni in diverse macro-zone nel tentativo di sopravvivere e insieme eliminare più creature ostili possibile. Tutto qui? No, in realtà, anche se a una prima occhiata sembrerebbe effettivamente così. Eppure, malgrado l’imprinting quasi da beat’em up e da run’n’gun, con concetti propri di quei generi traslati nel mondo degli sparatutto, banalizzare la descrizione di Escape in questo modo suonerebbe abbastanza inappropriato, oltre che parecchio squalificante.

Gears 5 Xbox

La modalità Escape di Gears 5 è una corsa folle e spassosa

Quella offerta nel complesso dalla modalità Escape, in effetti, è un’esperienza a modo suo unica, che si intreccia con il gameplay tipico dei Gears of War in modi inaspettatamente sorprendenti. Si comincia scegliendo un personaggio fra i tre, ognuno appartenente a una classe ben specifica: Mac, ad esempio, è un tank con l’abilità di schierare un comodo scudo, in grado di proteggere lei e chiunque le si trovi alle spalle; Keegan può rifornire la squadra di munizioni, ed è perfetto come personaggio di supporto; Lahni, invece, è il DPS e può contare su un coltello che può essere intriso di elettricità, in modo da eliminare bersagli di alto calibro. I tre eroi fanno parte del gruppo degli Hivebusters, i cacciatori dell’alveare (una nuova fazione che farà la sua comparsa proprio in Gears 5), e, oltre alle proprie abilità peculiari, possono contare su un sistema di potenziamento basato su carte, che, se attivate, permettono loro di potenziare le proprie skill in maniera anche piuttosto incisiva, aumentando i danni (per Lahni, soprattutto), le munizioni rigenerate (per Keegan) o la durata della barriera (per Mac). I personaggi, tra l’altro, vanno tutti e tre obbligatoriamente utilizzati dalla squadra, senza la possibilità di scegliere doppioni: il sistema, così, elimina alla radice possibili sbilanciamenti e al contempo invoglia al gioco di squadra, con combinazioni particolarmente efficaci: Mac, ad esempio, può schierare uno scudo e al contempo imbracciare un’arma pesante, il che lo rende perfetto per assorbire i proiettili in arrivo mentre Lahni e Keegan aggirano i nemici.

Pur nella sua intrinseca banalità, Escape è una modalità che riesce a divertire, specie per le tattiche di squadra, che nascono in maniera piuttosto spontanea: lo scopo di fondo, infatti, è quello di raggiungere sani e salvi delle camere di sicurezza poste fra una zona e l’altra della mappa, fino a raggiungere il gran finale, ma per farlo i tre personaggi devono dare fondo a tutte le proprie capacità di coordinazione, superando mostri anche piuttosto temibili. Noi ne abbiamo visti due in particolare: uno in grado di sparare ghiaccio congelante, seguito da un attacco corpo a corpo che può oneshottare (e senza la possibilità di essere rianimati) e a un pericolosissimo gigante dotato di due enormi asce. Come se non bastasse, la mappa già esplorata verrà progressivamente riempita di un gas venefico e letale, che renderà impossibile tornare sui propri passi e obbligherà ad andare sempre avanti, alla ricerca di nuovi nemici. L’unione di questi due elementi rende il ritmo dell’azione parecchio serrato, e concede un attimo di pausa solo nei “checkpoint” fra una zona della mappa e l’altra. A ciò, poi, aggiungiamo che, per la prima volta nella serie di Gears of War, bisogna fare attenzione anche alle munizioni, che si esauriscono molto rapidamente e andranno raccolte dai cadaveri (o dalle casse schierate da Keegan): una componente, questa, quasi da survival game, e che abbiamo apprezzato parecchio per la costante ansia che riesce a generare in chi si trova a corto di proiettili nel bel mezzo di un combattimento.

Nel corso della prova nel Microsoft Theater di Los Angeles abbiamo potuto giocare su una sola mappa, denominata The Hive, di cui abbiamo iniziato molto in fretta a capire le dinamiche e le migliori strategie: c’è da scommettere, però, che molto del divertimento offerto da questa modalità si baserà proprio sulla rotazione degli scenari, oltre che sull’inserimento delle leaderboard e delle difficoltà selezionabili (con premi maggiori per i livelli più alti), per una sfida all’ultimo record. Le possibilità di alterazione e manipolazione del sistema di gioco non si esauriscono qui, e includono anche diversi modificatori – in stile Destiny e Halo, per capirci – al fine di rendere l’esperienza il più possibile personale; anche l’interfaccia, poi, può essere customizzata in ogni più piccolo dettaglio. La demo che abbiamo provato, infine, difettava un po’ in ottimizzazione del codice e pulizia generale, specie in modalità split-screen, ma nulla che non possa essere risolto con un bell’update prima del lancio.

La modalità Escape di Gears 5 ci ha davvero stupito: pur non rappresentando che un piccolo tassello dell’intero pacchetto, l’esperienza che ha saputo offrirci è stata fresca e divertente, con poche idee derivative e una gran voglia di proporre, finalmente, qualcosa di nuovo anche nel multiplayer. Certo, rimane comunque un’esperienza difficile da giudicare, specie con una sola mappa e non tantissime abilità differenti per i tre personaggi a disposizione, il che, almeno per come abbiamo giocato noi, causava la ripetizione di diverse tattiche ed approcci. In generale, però, tenuto conto della probabile iniezione di contenuti cui Escape sarà soggetta questa estate, prima del lancio di Gears 5, le vibrazioni percepite finora sono perlopiù positive, e non mancano che pochi mesi per averne una riprova definitiva.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.