Paper Mario: analisi della serie e dell’assenza all’E3 2019

Paper Mario: analisi della serie in vista della sua assenza all'E3 2019

Paper Mario | Partiamo subito con una premessa: del Nintendo Direct di questo E3 2019 non ci si può proprio lamentare. La grande N è stata capace di imbastire uno show clamoroso che crediamo abbia messo d’accordo un po’ tutti. Chiaro che ognuno di noi abbia sentito alcune mancanze e c’è sicuramente quel titolo in particolare che avremmo gradito durante il mirabolante spettacolo dello scorso martedì. Potremmo infatti citare il consueto grande assente, F-Zero, richiesto da tutti eppure di un ritorno manco a pregarli; Bayonetta 3 di cui credevamo fosse il momento giusto per mostrarsi, ma con l’arrivo di Astral Chain a fine agosto è comprensibile la scelta di attendere ancora un po’. Secondo Platinum Games, lo sviluppo procede a gonfie vele, ergo non c’era l’intenzione di contrastare la loro nuova IP. Tuttavia, manca qualcun altro all’appello e siamo piuttosto sicuri che prima o poi ritorni in pompa magna su Nintendo Switch. Parliamo di Paper Mario, la celebre IP targata Intelligent Systems che nasce da una costola del superbo Super Mario RPG di Square e Nintendo e da cui prende vita anche un’altra serie di RPG in salsa “mariesca”, ovvero Mario & Luigi di AlphaDream. Sia Paper Mario che Mario & Luigi sono due saghe parallele, ma dalle medesime origini: una ci ha accompagnato esclusivamente su home console (Paper Mario), l’altra sulle portatili (Mario & Luigi). Laddove però Mario & Luigi ha portato avanti una filosofia ludica ben distinta (con ovvie differenze nel concept e in alcune meccaniche), Paper Mario invece, dopo i primi due capitoli, è diventato quasi un brand sperimentale; ha cambiato le carte in tavola più di una volta, ma davvero è stata la mossa giusta? Secondo noi, no e con questo articolo proveremo a spiegarvi perché Nintendo e Intelligent Systems debbano rivolgere uno sguardo al passato (proprio come fatto con Zelda nel caso di Breath of the Wild) qualora la serie tornasse in auge, un giorno. Magari proprio nella lineup del prossimo anno.

Paper Mario Nintendo 64

Mario, Peach e Bowser di Carta per una fantastica avventura

Dalle origini di Paper Mario

Paper Mario ha fatto il suo esordio su Nintendo 64 ben diciannove anni fa, nell’ormai lontano 2000. Pur partendo da una solida base, Intelligent Systems, a cui venne affidata la realizzazione di un nuovo Mario RPG, provò a identificarsi totalmente dal lavoro compiuto da Square nel 1996. Il risultato fu, senza mezzi termini, eccezionale. L’idea di ambientare tutto il gioco in un mondo fatto completamente di carta fu una trovata davvero deliziosa e che ha permesso a questa serie di contraddistinguersi da tutte le altre, soprattutto in seguito con Il Portale Millenario. Il concept alla base del primo Paper Mario era lo stesso della formula vincente di Super Mario RPG: unire le meccaniche tradizionali dei giochi di ruolo con gli elementi tipici dei platform. L’ambientazione caratteristica e le peculiari e specifiche abilità dei partner fanno il resto. Per proseguire è infatti necessario avvalersi delle tecniche dei propri esilaranti compagni, alcuni dei quali appartenenti all’iconografia nemica del Regno dei Funghi. Ed è così che sfrutteremo un Koopa Troopa da far roteare col guscio in cunicoli stretti, una bob-omba per far esplodere particolari muri crepati che nascondono percorsi à la The Legend of Zelda e così via. I partner tornano utili non solo durante il platforming e l’esplorazione, ma anche e soprattutto nelle battaglie in cui necessariamente bisogna sfruttare le loro abilità per adottare la strategia vincente durante gli scontri, specie quelli più impegnativi con i boss. Non è possibile affrontare i nemici con più di un alleato alla volta, ma è possibile intercambiarli durante le battaglie (sacrificando un turno), stesso dicasi per le fasi esplorative. Il gioco è un crescendo continuo e via via permette sempre più funzionalità grazie a inedite meccaniche garantite dall’arrivo di nuovi partner. La formula è decisamente efficace e questo sprona Intelligent Systems a fare ancora meglio con il seguito, Paper Mario: Il Portale Millenario, uscito nel 2004 per Nintendo GameCube. Se nel predecessore l’elemento cartaceo aveva perlopiù un ruolo estetico, in Portale Millenario questa peculiare caratteristica assume un’importanza ludica di un certo spessore. Il nostro Mario di Carta può infatti passare in fessure strettissime, semplicemente piegandosi, oppure trasformarsi in barchetta e aeroplanino di carta (giusto per citarne solo due) e superare determinati segmenti di gioco. Il gameplay viene ampliato di possibilità incredibili, il platforming si arricchisce di elementi deliziosi e il tutto si unisce sapientemente alle caratteristiche di spessore del primo, con le ovvie aggiunte, differenze e migliorie del caso, ricreando un connubio graziosissimo di trovate strabilianti. Entrambi i titoli vantano inoltre un aspetto che rende le produzioni ancor più gustose: le citazioni. Che provengano da fumetti, cartoni animati, opere letterarie o cinematografiche e persino dal wrestling, non importa; Paper Mario propone le versioni caricaturali di prodotti diversi tra loro, unendo il tutto in un contesto unico e caratteristico ed il risultato è sorprendentemente impeccabile; le risate di gusto non mancheranno. Siparietti comici, ilarità e dialoghi spassosissimi sono all’ordine del giorno e il divertimento è semplicemente totale: gameplay ricco di sfaccettature, battle system avvincente e peculiare, platforming e puzzle solving accurati, storie esilaranti quanto toccanti, personaggi fantastici e una buona dose di esplorazione rendono la formula dei primi due Paper Mario indiscutibilmente meravigliosa.

I mitici parter de Il Portale Millenario

I mitici partner de Il Portale Millenario

Non tutto è per sempre; purtroppo il buon Shigeru Miyamoto ad un certo punto prese una decisione molto discutibile: Mario è il protagonista, quindi non ha bisogno di partner; tutto dev’essere incentrato su di lui. Per quanto chi vi scrive ritenga Miyamoto un genio e il più grande game designer di tutti i tempi, ogni tanto qualche cavolata l’ha commessa pure lui. Passano tre anni e nel 2007 per Nintendo Wii arriva Super Paper Mario, il primo titolo della serie che si discosta totalmente dai capitoli precedenti e che mette in risalto la scelta del maestro. Super Paper Mario propone comunque una formula totalmente diversa da quella a cui ci avevano abituati i predecessori: niente più combattimenti a turni, e dai mondi 3D si passa allo scorrimento laterale dei platform bidimensionali. Una scelta, questa, che giustifica la presenza della parola “Super” all’interno del titolo che comunque non diventa un platform puro nel senso stretto del termine poiché mantiene ugualmente alcuni elementi da RPG. Si tratta in ogni caso di un esperimento riuscito, una parentesi indubbiamente accettabile per proporre un pochino di varietà all’interno della saga ed è quindi tutto sommato comprensibile l’assenza dei partner considerando la natura di questo particolare episodio. I veri problemi arrivano dopo, quando Intelligent System decide di fare un passo indietro, tornando all’impostazione più RPG, stravolgendo però la formula perfetta ed efficace che aveva raggiunto il massimo splendore con Paper Mario: Il Portale Millenario. Tornano i combattimenti a turni ma senza una reale profondità, causata dall’introduzione delle carte, ma soprattutto scaturita dall’assenza dei partner che di conseguenza fa perdere spessore anche al gameplay nella sua totalità. Rimossi tutti quegli elementi che tanto hanno contraddistinto la serie Paper Mario per una realizzazione più piatta e stantia della componente videoludica. Intendiamoci, Color Splash non è un brutto gioco e dispone di tante idee molto simpatiche. Gli manca però il guizzo in più, quelle chicche che rendevano unici i primi due capitoli e quella formula che tanto funzionava e che non può essere sostituita da questo. Al tutto aggiungiamoci pure una certa ripetitività di fondo che alla lunga stanca. Un peccato, poiché Color Splash vanta una meccanica senza dubbio simpaticissima, ovvero dar colore a tutto quello che non ne ha. Così, armati di martello (uno strumento non citato, ma presente sin dall’alba dei tempi nella serie), il nostro Mario dovrà colpire tutti gli elementi privati della loro tinta originale. La meccanica risulta espressiva, perché spinge notevolmente a pitturare tutto, però è il resto che funziona solo a metà. Un gran peccato in quanto l’idea alla base era senza dubbio solida e interessante, ma sprovvisto di partner e di un battle system profondo, senza quelle chicche che hanno reso davvero unico Paper Mario, il passo falso era dietro l’angolo ed è stato fatto ben due volte considerando anche Sticker Star. Per questo ci auguriamo che se proprio dovesse tornare in scena Paper Mario che venga considerata l’idea di riprendere gli elementi avvincenti dei primi due capitoli. Le novità sono sempre ben accette, purché si sposino con una formula meglio consolidata.

Paper Mario è partito col botto, proponendo su Nintendo 64 quello che in Giappone era conosciuto come Super Mario RPG 2. Intelligent Systems però aveva svolto un lavoro encomiabile e che tanto si differenziava dal capolavoro Square. Paper Mario aveva infatti un’identità tutta sua e in patria, pur mantenendo il suffisso del primo episodio per Super Famicom, aggiunge un prefisso di una certa importanza, ossia “Paper”. Su GameCube arriva così Paper Mario RPG (il nostro Portale Millenario), il quale consacra una vera e propria nuova serie che però perde colpi col passar del tempo, proprio come descritto nel corso dell’articolo. Su Nintendo Switch siamo sicurissimi che un nuovo capitolo della saga possa giungere prima o poi, ma confidiamo che Intelligent Systems decida di lasciar perdere le vecchie direttive di Shigeru Miyamoto e di riproporre un nuovo episodio che possa far risplendere nuovamente le potenzialità ormai recondite del brand Paper Mario. Via quelle dannate carte e che vengano riproposti i partner, poiché in un RPG, a prescindere dalle abilità, son loro a dare maggior risalto e spessore ad un’opera. La serie Mario & Luigi, pur con alti e bassi, funziona proprio perché il baffuto idraulico può contare sul fratello (altrettanto baffuto), senza tralasciare che in svariati capitoli i due possano servirsi di qualche aiuto in più. Gli ultimi episodi mancano di varietà, sono sprovvisti di quella punta di genio e dell’estro creativo che elevava all’ennesima potenza questo delizioso e carismatico brand. Vogliamo un ritorno su Nintendo Switch, ma al contempo desideriamo un’inversione di marcia; un ritorno alle origini. Perché la vecchia formula di Paper Mario può ancora dire moltissimo. Sono ancora tanti gli universi inesplorati a causa del cambio di rotta e vogliamo sperare che ad accorgersene non siamo stati solamente noi e i fan, ma anche la stessa Intelligent Systems. Paper Mario merita di più. Merita le qualità imprescindibili di un tempo. Merita un nuovo episodio davvero degno di questo nome.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, Ismaele scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!