La saga Tales of di Namco sta per varcare la rispettabile soglia del quarto di secolo, e il diciassettesimo capitolo principale è stato presentato nel corso dell’ultimo E3 tra lo stupore generale: il trailer d’esordio di Tales of Arise è stato infatti proiettato durante la conferenza Microsoft, a testimonianza di quanto il franchise sia ormai considerato sufficientemente maturo da abbandonare la sua confortevole nicchia e pretendere di diritto il posto che gli spetta accanto a produzioni ben più blasonate. Dopo aver seguito la genesi dell’opera nata dagli sforzi creativi del Wolf Team, quel Tales of Phantasia per Super Nintendo che nel 1995 delineò i tratti distintivi di tutti gli episodi seguenti e che il pubblico occidentale avrebbe dovuto attendere oltre 10 anni prima di poterne giovare (fatta eccezione per tutte le petizioni, le guide, le trascrizioni e le patch amatoriali che i meno avvezzi con la lingua giapponese hanno dovuto inseguire per mettere le mani su una versione quantomeno leggibile), un’introduzione del genere su vasta scala può essere considerata ad oggi una piccola vittoria, il miglior modo per dimostrare che l’unico sinonimo di RPG di stampo giapponese in occidente non è soltanto Final Fantasy, nonché l’evidenza più tangibile che questo nuovo paragrafo delle cronache dei Tales of è finalmente pronto a compiere un autentico salto generazionale.
Il mondo (o forse i mondi?) di Tales of Arise è rigoglioso e sconfinato.
Quando Hideo Baba, storico produttore della serie fin da Tales of Innocence del 2007, lasciò Bandai Namco per passare con Square Enix (e, in seguito, rassegnò le dimissioni anche da quest’ultima per divergenze manageriali inconciliabili), fu lecito avanzare qualche interrogativo circa il futuro del marchio, soprattutto perché Tales of Berseria, primo titolo nel quale si limitò a vestire i panni del supervisore lasciando gli oneri del coordinamento al collega Yasuhiro Fukaya, non riuscì a portare nulla di particolarmente innovativo sul tavolo in termini stilistici, meccanici o tecnologici. Ebbene, per quanto si sappia e si sia visto davvero poco di Tales of Arise, bisogna ammettere che le impressioni in tal senso sono riuscite a superare di gran lunga le aspettative, e tanto lo staff capitanato da Yusuke Tomizawa, che in molti conoscono per aver prodotto i vari God Eater, quanto il motore grafico, un Unreal Engine 4 magari non proprio spintissimo ma comunque decisamente più rifinito del vetusto engine proprietario che, a ragion veduta, non aveva raccolto grossi consensi sulle macchine moderne in Berseria e Zestiria, sembrano portatori di quella tanto agognata ventata di freschezza che i titoli principali avrebbero meritato di ricevere già da qualche anno.
Ti cederò una lama, ma non potrai sfruttarla senza di me
Un nuovo ambiente di sviluppo integrato che riesce a sfruttare le potenzialità di console e PC attuali rappresenta l’occasione giusta per allontanarsi dal concetto di location circoscritte, legate fra loro soltanto dalla mappa globale, ed offrire al giocatore un mondo vivo e pulsante che si muove con lui in tempo reale: a onor del vero, già Berseria aveva tentato un approccio senza soluzione di continuità, con vaste ambientazioni collegate fra loro da confini piuttosto generosi ma comunque presenti, tuttavia la sensazione che infonde la breve anteprima video di Tales of Arise è quella di trovarsi di fronte a una terra virtuale senza sbarramenti di sorta, un reticolo interconnesso di biomi diversi che emana le medesime vibrazioni di altri illustri esponenti del genere come Xenoblade Chronicles 2, malgrado non sia ancora possibile confermare o smentire al cento per cento la sua natura open world.
Ciò che invece siamo riusciti a cogliere, grazie in particolar modo alla breve sinossi che ha iniziato a circolare qualche ora prima dell’annuncio ufficiale, è la presenza di due pianeti distinti: il primo, Dahna, è quello dal quale proviene il nostro amnesiaco protagonista maschile, Alphen, privato della capacità di provare dolore (il che, in effetti, potrebbe costituire un vantaggio non da poco) ma non dimentico dell’incessante guerra contro Rena, il secondo corpo celeste, che le leggende descrivono come la dimora inaccessibile delle divinità che vegliano su Dahna. In verità, sono gli stessi abitanti di Rena ad aver indottrinato i Dahniani per poter continuare indisturbati a saccheggiare il loro mondo. A lui si affianca Shionne, una Reniana in lotta con il suo stesso popolo, disposta a tutto pur di spezzare definitivamente le metaforiche catene che vincolano i due astri, e condannata da una maledizione ad infliggere sofferenza a chiunque le si avvicini. Le dinamiche fra i due appaiono già ben definite, resta da capire quale sia il loro reale grado di connessione dato che Alphen dimostra la bizzarra facoltà di estrarre una robusta spada dal petto di Shionne, dettaglio che farà la gioia di tutti i fan di Utena, La Ragazza Rivoluzionaria.
Per cosa stai combattendo in Tales of Arise?
Di contro, la fanciulla imbraccia un fucile di precisione i cui proiettili si materializzano dal nulla: non ci è ancora dato sapere se tale arma sia a sua volta una manifestazione spirituale di Alphen, e d’istinto tenderei a dubitare di tale eventualità, ma se così fosse potrebbe rappresentare una svolta interessante sulla concreta necessità che avrebbero entrambi di collaborare per garantirsi la reciproca sopravvivenza in battaglia. Queste ultime sembrano poi avere luogo direttamente sulla mappa, senza suddivisione netta tra combattimento ed esplorazione, e vantano un sistema di controllo progettato in modo tale da essere coinvolgente anche per quanti non hanno mai provato un singolo episodio della serie: la manovrabilità dei personaggi e l’esecuzione di attacchi normali e speciali sono ancora più immediati, mentre il nutrito bestiario annovera sia creaturine pucciose, tanto care a una buona parte del bacino d’utenza, che mostruosità colossali e agghiaccianti, come il titano di magma che si intravede nel trailer, immaginate allo scopo di trasmettere un senso di soddisfazione quando riusciamo finalmente ad abbatterle. Il team di sviluppo sta passando in rassegna tutti i punti di forza dei predecessori di Tales of Arise, pensando al modo migliore per integrarli, revisionarli ed ottimizzarli: aspettatevi dunque tutto ciò che avete imparato a conoscere e ad apprezzare nella saga come i proverbiali skit, gli scambi di battute fra i membri del nostro party utili per approfondire la caratterizzazione dei personaggi, ma introdotti in forme e strutture del tutto inedite.
Come non parlare infine della presentazione complessiva? Tomizawa è riuscito a costruire una squadra composta da membri storici, che hanno lavorato addirittura al primissimo Phantasia, e da giovani esordienti che hanno preso parte soltanto all’ultimo capitolo della serie, Berseria, tentando così di amalgamare tradizione e modernità per cogliere le parti più rimarchevoli di entrambe. Il character design è affidato a Minoru Iwamoto, che in precedenza ha collaborato con Kosuke Fujishima e Mutsumi Inomata, mentre non si sa ancora nulla su chi stringerà le redini della colonna sonora né su quale sarà la consueta canzone d’apertura che accompagnerà la sequenza introduttiva a cura di Ufotable, studio responsabile di numerose sequenze animate per conto dei giochi firmati Bandai Namco e autore delle trasposizioni televisive di molti franchise videoludici come i vari Tales of, God Eater e Fate. Il produttore ha indicato un generico 2020 come data di rilascio per Tales of Arise, e ha promesso di tenere aggiornato il pubblico divulgando i comunicati più interessanti sui canali social della compagnia giapponese, senza peraltro escludere la possibilità di rendere disponibile una demo giocabile non appena i tempi saranno maturi: dopo un lungo periodo di silenzio, i prossimi mesi si preannunciano davvero infuocati per i fanatici della longeva serie di JRPG!