Stranger Things Stagione 3 Recensione

Things 3

C’è tanta euforia per l’arrivo dell’estate quando si è adolescenti: l’anno scolastico è finito, le lunghe giornate offrono possibilità apparentemente illimitate e l’unico pensiero costante è “come trascorro il tempo oggi?”. Ma le cose non vanno proprio così a Hawkins. Nella cittadina immaginaria dell’Indiana c’è sempre la probabilità che la porta tra mondo reale e Sottosopra venga riaperta e che il gigantesco Mind Flayer torni a seminare il panico. Tutto ciò è chiaro sin dalle prime battute di Stranger Things 3, nuova stagione di una delle serie di punta di Netflix, disponibile dal 4 luglio. Si potrebbe pensare che questo senso di condanna imminente possa rendere gli 8 episodi appena usciti un tantino deprimenti, ma vi do subito una bella notizia: non è così! Sono assolutamente esilaranti e la stagione non cala affatto rispetto alla precedente in termini di divertimento, nonostante sia devastante ed emotivamente forte nel finale, tanto che non escluderei un chiacchiericcio incessante dei fan sui social nelle prossime settimane. Erano già mesi che facevo il conto alla rovescia per il debutto e, con mio sommo piacere, ho avuto la possibilità di scrivere dei nuovi episodi di questo show spumeggiante. Curiosi di scoprire il verdetto?

Stranger Things 3

Stranger Things 3 è ambientata nella rovente estate del 1985, otto mesi dopo che Undici ha chiuso il portale alla fine della scorsa stagione. La scuola è finita; Dustin è tornato dal campo estivo raccontando della sua nuova fidanzata Suzie, sebbene nessuno creda che esista. Will sta bene, almeno per una volta, ma non sta crescendo abbastanza velocemente da tenere il passo dei suoi amici Mike e Lucas, che fanno del loro meglio per trascorrere quanto più tempo possibile con le rispettive ragazze, Undi e Max. Steve, Jonathan e Nancy che fine hanno fatto? Il primo lavora nella gelateria del nuovo centro commerciale, con tanto di cappellino da marinaio che sciupa la sua chioma; gli altri due sono stragisti presso il giornale locale. Poi, gli adulti: Joyce Byers è ancora in lutto per la perdita del suo pessimo ma coraggiosissimo fidanzato Bob, e Jim Hopper si sta strappando i capelli nel tentativo di tenere Mike e Undici a una distanza adeguata (nonostante gli ormoni dei due gli diano del filo da torcere). I successi pop di artisti come Madonna e I Foreigner fanno da sfondo a una cittadina ridente che nasconde un lato oscuro di sé, come se mostrasse soltanto una faccia della medaglia, mentre le sequenze ammiccano all’edonismo anni ’80 e alla cultura pop di quel periodo. Non rimarranno delusi i fan della serie: l’immaginario cinematografico eighties, da I Goonies a Stand by me, è confermato anche in una terza stagione dove la suspense sa perfettamente quando è il giusto momento di lasciare il posto a siparietti divertenti. Ci sono alcune interazioni stuzzicanti tra il ragazzaccio Billy e la mamma di Nancy e Mike, Karen, nella piscina pubblica, e il duo Steve & Dustin regalerà ancora momenti esilaranti.

Stranger Things 3

Tutto è tranquillo fin quando, senza preavvisi, la situazione precipita. Gli eventi richiedono un po’ di accelerazione e agli showrunner basta schioccare le dita: Stranger Things 3 entra nel vivo e, gente, lo spettacolo è servito! La trama decolla nel terzo e nel quarto episodio, ma non è in ritardo: in Stranger Things 3 c’è un nuovo gruppo di ombrosi uomini dal camice bianco che ha adocchiato l’altra dimensione, e il “bullo Billy” abbraccia involontariamente l’oscurità trovandosi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Neppure il sindaco della città la racconta giusta; guai da ogni lato, insomma. La trama di Stranger Things 3 è modellata in modo molto simile alle stagioni precedenti, al punto che alcuni echi narrativi potrebbero essere percepiti come situazioni familiari. Il gruppo si divide in sottoinsiemi (già nella season 2 è stato così), ognuno dei quali intraprende missioni per scoprire la verità sulle intenzioni dei villain o per capire in che modo fermare il Mind Flayer – e chiudere definitivamente il portale. A dirla tutta è difficile scrollarsi di dosso la sensazione di “già visto”, e non solo all’interno di Stranger Things, perché lo show attinge a piene mani da Terminator, Red Dawn e Fuori di testa. Ci sono alcune novità interessanti ovviamente, non vorrei che pensaste sia una stagione copia-incolla, perché è l’esatto contrario: gli eventi scorrono con naturalezza e personaggi freschi freschi che vengono gettati nella mischia rendono il cast ancora più vivace. Robin è di gran lunga la migliore aggiunta, la ragazza che lavora con Steve nella gelateria del centro commerciale, scaltra e intraprendente, coinvolta nella nuova avventura. Invece la sorella minore di Lucas, Erica, sembra essere stata inserita nella storia di quest’anno solo per il successo riscosso su Twitter dopo la stagione 2. Rimane di fatto anonima.

Stranger Things 3

In generale, si vede come i Duffer siano oltremodo consapevoli di ciò che vogliono i loro fan, motivo per cui non hanno paura di osare né in termini tecnici né narrativi. La stagione 2 era stata accusata di non riuscire a sorprendere il pubblico come la precedente, ma in Stranger Things 3 i creatori riescono a trovare un equilibrio migliore, usando a proprio vantaggio il fan service negli intrecci della trama più rischiosi (basti pensare a Steve e Dustin, che nei nuovi episodi conducono una sottotrama tutta loro).  Per fortuna non è presente nulla che assomigli vagamente al criticato episodio 7 della scorsa stagione, La sorella perduta, il quale si concentrava solo su Undici raccontando la sua avventura a Chicago e l’incontro con Kali – spezzando inevitabilmente il ritmo, ahimè. È stato un esperimento bocciato dai fan, e gli showrunner non hanno fatto l’errore di ripeterlo. Nei nuovi episodi, le trame imboccano strade inaspettate e i personaggi si trovano di fronte a decisioni difficili da prendere.

https://www.youtube.com/watch?v=XcnHOQ-cHa0

Finiremo col dire questo: l’epilogo di Stranger Things 3 è uno dei migliori momenti della TV dell’ultimo periodo, e non stiamo esagerando. La nuova stagione è travolgente, riprende quanto di buono (anzi, buonissimo) abbiamo visto nelle due precedenti e confeziona 8 episodi in grado di divertire, coinvolgere e a tratti spaventare il pubblico. L’atmosfera, la sceneggiatura e la regia non incespicano, in nessuna delle puntate, e lo show dà la sensazione di terminare troppo presto, tanto scorrono veloci le quasi otto ore di visione.

La mia sedia a rotelle è come il kart di Super Mario. In qualsiasi cosa devo essere il migliore, altrimenti ci sbatto la testa finché non lo divento. Davanti a un monitor e una tastiera, però, non è mai stato necessario un grande sforzo per mettermi in mostra. Detesto troppe cose, sono pignolo e - con molta poca modestia - mi ritengo il leader perfetto. Dormo poco, scrivo tanto, amo i libri e divoro serie tv. Ebbene sì, sono antipatico e ti è bastata qualche riga per capirlo.